Halloween Kills Recensione: Michael Myers è più crudele e violento che mai

Abbiamo visto in anteprima il secondo capitolo della trilogia sequel a cura di David Gordon Green: Halloween Kills è una bella sorpresa.

Halloween Kills Recensione: Michael Myers è più crudele e violento che mai
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Il Male è un'idea che persevera e ci perseguita. Un concetto, un tarlo, un'entità che trascende ogni logica e si fa metafisico. Possiamo dire che la figura di Michael Myers sia l'espressione più calzante del Male incarnato, almeno sul grande schermo. Una macchina omicida che ha scavalcato i confini della morte stessa, consegnandosi al mito. Questo lo ha capito David Gordon Green, ideatore e regista della moderna trilogia di Halloween: un sequel del capolavoro originale di John Carpenter che è anche un reboot di tutta la saga, sradicando totalmente dal canone ogni singolo lungometraggio da Halloween 2 in poi.

Nel 2018 Green confezionava il ritorno di Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) quarant'anni dopo l'orrenda carneficina di Haddonfield. Un'operazione nel complesso riuscita, come testimonia la nostra recensione di Halloween. Tuttavia, a parer di chi scrive, al rilancio di David Gordon Green mancava qualcosa, un'identità forte, e forse un coraggio adeguato. Mancanze a cui Halloween Kills, il secondo capitolo della trilogia pensata per chiudere la saga di Myers una volta per tutte, ha quasi totalmente rimediato. Il film esce al cinema dal 21 ottobre e noi lo abbiamo visto in anteprima, pronti a raccontarvi i nuovi orrori di cui sta per macchiarsi il temibile Uomo Nero.

Halloween Kills: non è finita per Haddonfield

Impossibile non far prescindere Halloween Kills dalla visione del suo predecessore di tre anni fa, perché il racconto comincia esattamente laddove si era interrotto nel 2018. Al termine di una lotta inaudita, Laurie Strode (una sempre istrionica Jamie Lee Curtis fresca di Leone d'Oro alla carriera) ha unito le forze con sua figlia e sua nipote per quella che credeva fosse la resa dei conti finale con il suo incubo di sempre.

Dopo aver intrappolato Michael nel suo scantinato, innesca una violenta esplosione e lascia che la sua vecchia abitazione bruci tra le fiamme di un incendio, con Myers bloccato al suo interno e destinato a diventare cenere. Ci sembra scontato dirvi che ovviamente il cammino dell'Uomo Nero è destinato a proseguire e che lo storico villain riesce a sopravvivere persino a questa prova, pronto a seminare ulteriormente il panico tra le strade di Haddonfield. Ma questa volta la gente non può certo rimanere a guardare, a partire dai tormentati superstiti di quella notte tremenda del 1978. Proprio così, Halloween Kills recupera diversi personaggi provenienti dal cult originale di Carpenter e fornisce a tutti loro un ruolo più o meno centrale in questa nuova avventura.

Mentre Laurie si riprende da una ferita mortale, credendo che la sua nemesi sia finalmente sconfitta, inizia una vera e propria caccia all'uomo, spinta dal desiderio di vendetta per tutti i caduti per mano di Myers e di rivalsa contro il terrore che attanaglia Haddonfield da ormai quattro decenni. Un pretesto narrativo che, sin da subito, assume l'aspetto di una lunga passerella per l'antagonista, una sfilata di morte in cui darà libero sfogo a tutta la sua furia omicida.

Il Male perseverante

Di Halloween Kills ci ha colpito la capacità di David Gordon Green di omaggiare con intelligenza l'opera di Carpenter, ricordandone l'eredità e persino ricostruendone interi spezzoni di storia, al fine di ridare vita al mito originale e renderlo funzionale al nuovo racconto.

Sia chiaro, non si tratta né di retcon né di sostanziali modifiche alla storia ambientata nel '78, ma piuttosto di aggiunte argute e in grado di arricchire l'immaginario del franchise. L'altro aspetto interessante è che questo secondo capitolo si è dimostrato molto più corale del suo predecessore, dando voce a un maggior numero di personaggi e ai loro incubi nei confronti di Myers. Una scelta dimostrata anche dal ruolo della stessa Laurie, ridimensionato e congelato per dar spazio al vero perno centrale della pellicola: la furia devastatrice dell'Uomo Nero e la realizzazione più pura del suo essere, diventare l'incarnazione del caos, dell'isteria e del terrore incontrollato. Halloween Kills è dunque l'antitesi dell'Halloween datato 2018: se il primo episodio si concentrava soprattutto sui demoni interiori della protagonista, raccontandoci con un approccio intimista il trauma profondo vissuto dal personaggio della Curtis, questa volta il regista approfondisce la filosofia dietro la figura di Michael Myers, quasi a replicare i tentativi passati del franchise di fornire uno spessore e una retrospettiva maggiori sul serial killer.

Da tutte queste riflessioni consegue il fatto che, per natura stessa del prodotto, Halloween Kills sia un film di transizione: un ponte verso Halloween Ends, un terreno di preparazione al confronto (stavolta si spera) definitivo tra Laurie Strode e il suo iconico carnefice, avvalorato soprattutto da un finale esagerato e cruento. Quest'ultimo, peraltro, rappresenta la punta di diamante della principale perplessità del film, e cioè la struttura un po' altalenante della sua sceneggiatura.

Halloween Kills vive infatti di svolte narrative abbastanza frettolose, volutamente sopra le righe, che assurgono più alla funzione di semplice pretesto situazionista. Un dettaglio che rimane in ogni caso secondario in una produzione del genere, pensata per esasperare i segmenti più sanguinosi e drammatici della pellicola ed esplicitare la visione di Gordon Green: un messaggio potente e crudele sulla perseveranza del Male, che trascende logica e fisica in funzione di una singola idea.

L'Halloween più violento di sempre

Ciò che brilla davvero in questo sequel è la messinscena, che riversa sullo spettatore un impatto, una violenza e un gore di gran lunga maggiori rispetto al film precedente. David Gordon Green dirige Halloween Kills con una consapevolezza diversa e con più carattere, ritagliando l'intero impianto scenico sulla fisicità del suo antagonista. L'autore sfrutta sapientemente anche la componente horror, centellinando l'uso del jumpscare per subordinarlo all'esasperazione dello splatter.

Halloween Kills è probabilmente uno dei capitoli più violenti e crudeli della saga: porta la perversione e la potenza irrefrenabile di Myers su livelli inediti, e pur non replicando la regia innovativa e sperimentale del primo Carpenter punta ad eguagliarne l'iconografia, senza lesinare sull'originalità e sulla componente esplicita di un'impalcatura visiva cruda e spietata come non mai. Un lavoro, quello di Green, più ispirato e convincente di quanto fatto nel 2018, avvalorato da una cornice artistica che non tradisce lo spirito tanto minimalista quanto inquietante della saga madre.

Ci riferiamo ovviamente agli accompagnamenti musicali, riarrangiati da Carpenter stesso, il quale ha ulteriormente arricchito la storica, indimenticabile OST principale, che scorre su titoli di coda dal retrogusto squisitamente classico. Come a ricordarci che il Male si è cristallizzato in quella notte americana di quarant'anni fa, e che dell'incubo malato e affascinante di Michael Myers il cinema proprio non vuole farne a meno.

Halloween Kills L'unico errore di Halloween Kills è il suo cadere vittima di scelte narrative un po' frettolose. Per il resto, il film di David Gordon Green è un sequel migliore del suo predecessore, diretto con più carattere e un'idea precisa, quella di raccontare l'ineluttabilità di un Male perseverante e immortale. Un capitolo più corale, ma anche di transizione verso il confronto finale tra Laurie Strode e Michael Myers, che ripercorre l'opera originale di Carpenter con spirito filologico e rispettosa ammirazione. Una pellicola che porta la violenza e lo splatter verso nuove vette per questo franchise, in attesa di capire come finirà la saga dell'Uomo Nero in Halloween Ends.

7.5

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