Hagazussa - La strega, la recensione dell'horror su Prime Video

Il film d'esordio di Lukas Feigelfeld ci accompagna in un piccolo villaggio tra le Alpi nel quindicesimo secolo, epoca di folklore e superstizioni.

Hagazussa - La strega, la recensione dell'horror su Prime Video
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Progetto di diploma presentato con successo alla commissione della German Film and Television Academy di Berlino, Hagazussa - La strega ha messo in mostra il talento dell'esordiente regista austriaco Lukas Feigelfeld che, dopo varie esperienze nel mondo della fotografia, ha deciso di fare il grande passo in quello del cinema.
E che passo, a giudicare da questi cento minuti che ci trasportano in una Europa ancestrale, in un quindicesimo secolo dove le superstizioni erano diffuse all'interno delle diverse comunità e villaggi e chi conduceva una vita spartana rischiava di essere additato come diverso e pericoloso, costretto a pagare anche colpe e pregiudizi risalenti alla storia del nucleo familiare.
Diviso in quattro capitoli, i cui titoli vengono esposti sia in alfabeto runico che in quello classico, il film segue la tormentata esistenza della giovane Albrun, coinvolta in una serie di eventi sempre più inquietanti e misteriosi.

Tempi oscuri

La vicenda ha inizio con la protagonista ancora bambina che vive insieme alla madre, allevatrice di capre, in una diroccata casetta in mezzo al bosco. Gli abitanti del vicino villaggio non nutrono simpatia verso la donna e la ritengono una strega, eventualità che rischia di palesarsi quando questa si ammala gravemente e il corpo le si riempe di strani bubboni.
Dopo la morte della genitrice, con un salto temporale in avanti troviamo Albrun cresciuta e diventata madre di una bambina - il cui padre rimarrà sconosciuto - a vivere ancora nella stessa isolata dimora. Ormai donna, viene avvicinata dalla misteriosa Swinda, che sembra coltivare per lei un interesse particolare. Affascinata dalla nuova, nonché prima e unica, amica, Albrun è però all'oscuro delle sue reali intenzioni. Scossa nel corpo e nell'anima, la ragazza perderà sempre più la ragione.

Quella casa nel bosco

Sin da subito appaiono evidenti i punti in comune con un di poco precedente cult a tema stregonesco quale il The Witch (2015) di Robert Eggers, con le atmosfere rarefatte e la grande attenzione rivolta al contesto paesaggistico, che diventa parte fondamentale della storia e dei fatti che accadono. Feigelfeld ha però dichiarato di aver visto il film del più noto collega soltanto in seguito, quindi tali somiglianze stilistiche sono del tutto casuali.
Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, Hagazussa - La strega possiede a ogni modo una sua spiccata personalità, capace di trascendere prototipi e fonti di ispirazione e di proporre qualcosa di nuovo e inedito all'interno di questo filone archetipico.
Se nel recentissimo originale Netflix Il sabba (2020) il peso delle parole risultava ipoteticamente determinante per il destino delle sfortunate protagoniste, qui i dialoghi sono ridotti al minimo, con lunghi spazi affidati al silenzio e alle conturbanti sonorità del duo ambient MMMD, in grado di immergere ancor di più in questo mood tetro e straniante.

Le vie della paura

Feigelfeld dimostra di avere già una notevole conoscenza del mezzo filmico, dando vita a scene di grande potenza visiva e lasciando fuori campo il non necessario, evitando derive gratuite in favore di un'essenzialità che gronda mistero e inquietudine.
Dopo il primo atto, Ombre, ambientato sotto una neve perenne, il resto del racconto vede una natura più lussureggiante che però non si pone quale parziale rinascita bensì come definitivo slancio verso quella follia che, minuto dopo minuto, giustificherà progressivamente il titolo della pellicola (Hagazussa è un vocabolo arcaico di origine tedesca utilizzato proprio per indicare il concetto di strega).

Il folklore autocono emerge in tutte le sue sfumature, con il regista che ha compiuto diversi studi a riguardo prima di iniziare le riprese, e lo sguardo antropologico è uno dei fattori chiave da tenere in conto per approcciarsi all'operazione, dove le immagini sono un tutt'uno con il ricercato minimalismo della narrazione.
Una sorta di incubo surreale, in cui le allusioni a un mondo oscuro e a certe iconografie fanno da sfondo a un delirio psicologico dove lo sgomento è molto più terreno che sovrannaturale.

Hagazussa - La strega Spesso accomunato per toni e atmosfere al The Witch (2015) di Robert Eggers, nonostante le dichiarazioni del regista escludano un nesso diretto, Hagazussa - La strega è un horror dallo stile rarefatto e minimalista, che sfrutta il genere in chiave surreale per mettere in scena un dramma psicologico ricco di sfumature. Ambientato nel quindicesimo secolo nei pressi di un piccolo villaggio tra le Alpi, il film - il cui risultato è ancor più sorprendente giacché sviluppato come progetto di diploma per l'accademia del cinema di Berlino - segue la storia di Albrun, da bambina fino a giovane donna e madre. Confinata in un'isolata casa nel bosco e ostracizzata dal resto degli abitanti in quanto ritenuta figlia di una strega, la protagonista si troverà ad affrontare una serie di eventi sempre più tragici e inquietanti, che la condurranno in un baratro di follia. La suggestiva attenzione per il contesto paesaggistico, catturato in scene madri dall'approccio pittorico, e la disturbante colonna sonora dal taglio ambient completano un quadro tetro e affascinante, sicuramente - e fortunatamente - non per tutti.

7

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