Recensione GYO: Tokyo Fish Attack

Dall'omonimo manga di Junji Ito, un anime che non convince

Recensione GYO: Tokyo Fish Attack
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Grande spazio dedicato al mondo dell'animazione alla quindicesima edizione del Future Film Festival. Tra i film più attesi presentati alla kermesse bolognese figura GYO: Tokyo Fish Attack, la nuova pellicola di Takayuki Hirao, con una lunga gavetta alle spalle in fatto di serie televisive (Death Note, Card Captor Sakura) e che aveva sorpreso col suo esordio registico nel quinto film di The Garden of Sinners, imponendosi come uno dei nomi più promettenti degli ultimi anni. Questo suo nuovo lavoro, uscito direttamente per il mercato home video, è tratto dall'omonimo manga horror di Junji Ito, ma ne ha cambiato in parte lo sviluppo degli eventi.La giovane Kaori, promessa sposa del tecnico del suono Tadashi, è in vacanza con le sue due amiche nell'isola di Okinawa. Una sera, mentre tornano alla loro casa di villeggiatura, le ragazze sentono un odore nauseabondo e trovano il corpo di una strana creatura: un pesce con delle zampe aracnidi di metallo. E' solo l'inizio di una vera e propria invasione di creature marine che, mutate geneticamente, cominciano a invadere Okinawa, divenendo pericolose e violente. Nel frattempo anche Tokyo subisce la stessa sorte, e Kaori decide di tornare nella capitale per ricongiungersi con Tadashi. Nel viaggio aereo fa la conoscenza di Shirakawa, un giovane reporter, che decide di aiutarla nella ricerca del fidanzato. Ma ormai pure Tokyo è vittima di una vera e propria guerra tra gli abitanti e le creature provenienti dagli abissi...

GYO

Tanta carne al fuoco ed elevate potenzialità che però non si rispecchiano in una realizzazione all'altezza. GYO: Tokyo Fish Attack è infatti una pellicola che, seppur non priva di risvolti affascinanti, è ricca di imperfezioni sia nella realizzazione tecnica sia, soprattutto, in fase di sceneggiatura e sviluppo degli eventi. Se il character design e l'animazione infatti, pur non facendo gridare al miracolo, si mantengono nella media pur proponendo un'altalenanza a tratti fastidiosa (mal integrati a volte gli effetti "computerizzati), è proprio la storia a soffrire maggiormente di un'inconsistenza a tratti disarmante. Prendendo come detto in parte le distanze dal fumetto originale (la figura di Tadashi qui è secondaria, sostituita da quella più carismatica di Shirakawa), il plot è infarcito di situazioni al limite dell'assurdo e poco credibili, non tanto nell'incipit fantastico della mutazione, quanto nell'evolversi di diverse situazioni in cui i protagonisti sembrano agire scollegando il cervello, per poi concludersi in un finale irrisolto che lascia adito a molti dubbi sulla reale origine del virus mutageno. Lo stesso inserimento di scene gratuitamente spinte (un'amica di Kaori che organizza un threesome) o inutilmente violente (il litigio tra un'altra compagna della protagonista e una sua amica orribilmente contagiata) non contribuisce certo al coinvolgimento, già affossato da una caratterizzazione dei personaggi poco riuscita, eccezion fatta per le due figure principali. Un prodotto che cerca di parodiare l'horror con una trama degna dei peggiori b-movie hollywoodiani e che non rende giustizia all'opera originaria.

GYO: Tokyo Fish Attack Anche i più accaniti fan dell'animazione giapponese rimarranno probabilmente delusi da questo adattamento dell'omonimo manga horror di Junji Ito. Se dal punto di vista tecnico infatti, pur con qualche caduta di stile, GYO: Tokyo Fish Attack si mantiene nella media, è dal punto di vista della sceneggiatura che non convince, proponendo situazioni e personaggi improbabili che non favoriscono di certo l'immedesimazione nei protagonisti. Un'operazione dalle ottime potenzialità che però si dissolve in un prodotto poco riuscito.

5

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