Guida per babysitter a caccia di mostri, la recensione del film Netflix

Adattamento del primo volume di una serie di romanzi per i più piccoli, il film segue le linee guida estetiche e narrative delle produzioni fantasy a tema.

Guida per babysitter a caccia di mostri, la recensione del film Netflix
Articolo a cura di

Kelly Ferguson, studentessa del liceo, ha avuto un'infanzia traumatica durante la quale i suoi incubi sembravano dannatamente reali, con i mostri che si manifestavano in maniera inquietante ai suoi occhi di bambina. Ora con l'adolescenza sembra aver superato tale periodo, classificato come semplice suggestione, ma si dovrà ricredere quando viene costretta da sua madre a fare da babysitter per il piccolo Jacob, figlio di un'ex attrice.
Kelly pensava di trascorrere in maniera migliore la notte di Halloween, con la speranza di far colpo sul ragazzo dei suoi sogni a una festa organizzata nel quartiere, ma ciò che l'attende è comunque ad alto tasso di emozioni e sorprese.
Jacob infatti viene rapito da un misterioso babau conosciuto come Grand Guignol, il quale è intenzionato a materializzare gli incubi nel mondo reale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per l'intera umanità.

Dalla carta allo schermo

Adattamento dell'omonimo romanzo, primo di una trilogia per ragazzi scritta da Joe Ballarini, Guida per babysitter a caccia di mostri ricorda per estetica e tematiche molte delle produzioni Disney Channel pensate per il piccolo schermo e rivolte a un pubblico di giovanissimi.
Difficilmente chi ha giù superato le fasi della preadolescenza riuscirà a interessarsi a una vicenda dai tratti così caricaturali e infantilistici, ma per il relativo target di riferimento l'operazione potrebbe risultare quantomeno gradevole pur nelle sue molteplici ingenuità di fondo.
Nei novanta minuti di visione si assiste infatti alla classica quest dell'eroe - eroina in quest'occasione - per caso, catapultato da un giorno all'altro in un'avventura fantastica dagli esiti della quale potrebbero dipendere le sorti del mondo intero.
Il tutto con tanto di platonica sottotrama sentimentale, accennata e poi posta in secondo piano, e di rivelazioni su alcuni dei personaggi che aprono le porte ai sequel già realizzati in forma cartacea e ipoteticamente pronti a sbarcare anch'essi in forma di live-action.

Un piccolo divertimento

Disponibile nel catalogo Netflix come original, Guida per babysitter a caccia di mostri punta molte delle proprie carte sull'innata semplicità di fondo, con dinamiche chiare e precise nella lotta tra buoni e cattivi, ennesima riproposizione dell'eterna disfida tra il Bene e il Male che qui sfrutta la realtà degli incubi.
Ed ecco così la presenza di bizzarre creature mostruose, gli Sgorbietti, di presenze ben più orrorifiche (ovviamente all'acqua di rose) e di un villain sopra le righe incarnato da un Tom Felton irriconoscibile sotto pesanti strati di make-up.
L'attore di Harry Potter rischia di calcare troppo la mano sul suo personaggio, ma questa è una colpa da imputare alla base narrativa a disposizione.
Gli effetti speciali sfruttano il giocoso contesto e l'ampio ricorso a colori accesi e ad ambientazioni volutamente artefatte permette di coprire parzialmente i limiti di budget, facendo scorrere la storia e i suoi protagonisti verso i canonici passaggi chiave, senza colpi di genio ma anche senza eccessivi cali di ritmo, rendendo l'insieme il classico titolo usa e getta da consumare in fretta e furia per gli spettatori ancora imberbi.

Guida per babysitter a caccia di mostri Operazione indirizzata esclusivamente a un pubblico di giovanissimi spettatori, coetanei o di minor età dei protagonisti, Guida per babysitter a caccia di mostri paga le spesso diffuse ingenuità delle produzioni del sottofilone e ricorda i titoli realizzati per i network televisivi tematici, con il basso budget e la semplicità narrativa a caratterizzare i novanta minuti di visione. Gli effetti speciali, esili ma accettabili, e alcune scelte estetiche rendono la visione gradevole dal punto di vista visivo, ma è la sceneggiatura - curata dallo stesso autore dei romanzi alla base del progetto - a palesare maggiori limiti in fase di adattamento, con la velocità del ritmo che rischia di originare un sovraccarico di informazioni e dettagli per il pubblico neofita. Un difetto probabilmente di poco conto e facilmente perdonabile per il principale target di riferimento, più evidente per chi ha qualche anno sulle spalle. Difficilmente, comunque, chi ha sorpassato l'adolescenza si avvicinerà con altre aspettative al film, destinato per l'appunto ai più piccoli.

5.5

Che voto dai a: Guida per babysitter a caccia di mostri

Media Voto Utenti
Voti: 2
6.5
nd