Grimcutty Recensione: l'horror Disney+ nasce dai social ma non spaventa

Su Disney+ arriva l'horror che tira nuovamente in ballo i social media e la tecnologia, osservandola però dal punto di vista dei genitori.

Grimcutty Recensione: l'horror Disney+ nasce dai social ma non spaventa
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È da tempo che la medialità viene presa di mira per diventare incubo che ci mostra quanto siamo tutti interconnessi, pur sentendoci spesso estremamente scollegati dal circondario comune e sociale. Internet e le relative app sono diventate parte integrante di un tessuto umano non più separabile dal mondo della tecnologia, dove il metaverso si rivela un concetto quanto mai reale, pur non fatto più di persone in carne e d'ossa. Rispetto però a soli dieci anni fa, la conoscenza e l'utilizzo dei social media sono visibilmente cambiati, destando sempre una certa diffidenza pur mettendo questo continuo sentore di pericolo di pari passo con uno studio del mezzo e dei nuovi rapporti digitali diventati di più facile comprensione.

Il cinema ha da subito sfruttato l'occasione di indagare un luogo misterioso come la rete, come con la paura del telefono che ha scioccato e spaventato il Novecento (il quale si chiude non a caso con Scream), e ha trovato nel web un nuovo nemico invisibile a cui appellarsi per scuotere le coscienze, ma ancor più le paure. La prospettiva con Grimcutty, tra i film di ottobre 2022 su Disney+, cambia però ancora una volta, partendo da una dimensione in cui i device e le loro funzioni fanno parte normalmente della quotidianità della gente. Un mostrare più le conseguenze di elementi destinati, sfortunatamente, a diventare virali, per una febbre della condivisione che influenza gli utenti e si riflette con ferocia nella vita di tutti i giorni, quella che nella pellicola di John Ross viene rappresentata dal rapporto tra i genitori e i loro figli.

Non aprire quel link

Il Grimcutty che dà titolo al film horror non è altro che un'inedita e spaventosa challenge in cui finiscono per rimanere vittime dei giovanissimi ragazzi di una periferia americana. Una sfida lanciata da un essere terrificante, il quale sembrerebbe plagiare attraverso lo schermo tutti coloro che si imbattono nel suo link. Un video che, all'apparenza, nessuno ha davvero visto, eppure ha scombussolato a tal punto gli abitanti del quartiere della protagonista Asha (Sara Wolfkind) da scatenare un'isteria di massa.

Quella che finisce per colpire in particolare i genitori, terrorizzati al punto da compiere le più assurde trovate pur di tenere i loro figli al sicuro. Grimcutty è il ribaltamento del solito pericolo derivante dalla rete. Il film assume un'angolazione estremamente interessante da approfondire, che non riguarda più l'uso sconsiderato e incosciente di internet, bensì il suo essere ancora una componente terza che tende a intromettersi nei rapporti tra giovani e i loro genitori, ponendo la lente di ingrandimento sulla sfiducia che sono gli adulti a alimentare nei confronti dei social media. Un vero e proprio gap che porta padri e madri a credere che i loro figli decidano di tagliarsi e farsi del male a causa di storie che, purtroppo, sono effettivamente avvenute nella realtà. Ma che l'opera decide di porre secondo lo sguardo delle nuove generazioni, cresciute seguendo la scia dello sviluppo tecnologico e, perciò, rapportandosi al web in maniera ben più competente e conscia rispetto a quella degli adulti.

Il Babadook dell'era di internet

Una maturità digitale su cui Grimcutty punta, che gioca sfruttando illusioni e allucinazioni, portando i personaggi ad una distorsione della realtà che fa apparire i ragazzini colpevoli di attentare alla propria salute, quando è invece un autentico mostro a inseguirli e attaccarli. Il far ribollire la convinzione dell'influenza negativa che hanno i social, facendo della paranoia, in questo caso dei genitori, il veleno con cui nutrire la brama di sangue e morte della creatura inquietante che vaga nell'opera. Una variante digitale del Babadook di Jennifer Kent, in una versione assai meno autoriale e improntata sull'era di internet, che fa di quei genitori tanto in ansia per i propri figli la loro stessa fonte di distruzione - per rinfrescarvi la memoria, ecco la nostra recensione di Babadook.

Grimcutty è un assassino malefico che tende ad angosciare con insistenza al principio della pellicola, ma la cui presenza finisce per risultare meno d'impatto col proseguire del film. Anche per una fattura che lo rende più plasticoso e evidentemente posticcio nelle scene finali, a differenza dell'angoscia che suscita negli spettatori col suo muoversi nell'ombra all'inizio.

Un prodotto dell'orrore che preferisce rimanere più commerciale e lasciare in superficie quel legame genitori-figli che, se indagato con maggiore introspezione, avrebbe potuto rendere l'opera specchio contemporaneo delle dinamiche familiari negli anni del boom digitale. Una challenge non superata appieno da Grimcutty, ma che potrebbe aprire ad altri, e magari sempre mostruosi tentativi horror.

Grimcutty Grimcutty è l'horror su Disney+ che prende nuovamente in considerazione i social media, mettendoli però in un'altra prospettiva. Quella di un'isteria di massa che dilaga tra i genitori, coloro che molto spesso non comprendono o si spaventano per i progressi dell'era digitale, in cui invece i loro figli sono totalmente immersi. Un'ansia generale che alimenta il mostro dell'opera, per un film che rimane però in una sfera commerciale, spaventando sempre meno con l'avvicinarsi all'epilogo.

5.5

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