Greyhound, la recensione del film AppleTV+ con Tom Hanks

Interpretato e sceneggiato dall'attore Premio Oscar, il film di Aaron Schneider è un war movie in cui linguaggio e strategia militare la fanno da padroni.

Greyhound, la recensione del film AppleTV+ con Tom Hanks
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Era dai tempi de L'amore all'improvviso - Larry Crowne che Tom Hanks non sceneggiava un film da lui diretto o interpretato, e a distanza di nove anni ha scelto di rispolverare la sua penna cinematografica per Greyhound, war movie basato sul romanzo The Good Shepherd di Cecil Scott Forester. La storia è vera ed è ambientata nei primi giorni del coinvolgimento degli Stati Uniti d'America nella Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo in mare aperto, nell'Oceano Atlantico, dove la USS Keepling comandata da Ernest Krause ha il compito di scortare e proteggere un convoglio composto da 37 navi trasporto. È il primo comando di Krause, promosso da ufficiale a comandante proprio nei giorni della vigilia della discesa in campo degli USA. Un uomo di profonda fede che cerca di combattere i suoi demoni interiori legati alla guerra e alla violenza nello svolgimento delle sue funzioni.

Durante il viaggio, la UUS Keepling - nome in codice Greyhound, che dà il titolo al film - capta con il rader la presenza di qualcosa sotto la superficie dell'acqua. Si tratta di un micidiale U-Boot tedesco, categoria di sottomarini che durante la Seconda Guerra Mondiale causò non pochi problemi alla marina degli americani e degli alleati. In testa al convoglio, come un cane pastore scelto per proteggere un gregge dai lupi, il cacciatorpediniere Greyhound deve sbarazzarsi dei nemici in solitaria, a cinquanta ore di distanza dall'aiuto aereo, combattendo giorno e notte.

Strategia e suspanse

Scritto, prodotto e interpretato da Tom Hanks, questo interessante e atipico war movie in alto mare è uno dei titoli di genere che più di molti altri mette da parte lo spicciolo patriottismo ormai caricaturale e ricco di cliché delle grandi produzioni americane, dedicando praticamente tutti e 90 i minuti di durata allo sviluppo coscienzioso di una strategia tattica e militare, creando una suspance incredibile. La prima mezz'ora, in particolare, è un crescendo sensazionale di tensione che passa da un momento di estremo equilibrio tonale allo sconvolgimento totale dell'atmosfera dopo l'avvistamento del primo U-Boot nemico.
La scena si carica d'energia e gli uomini della Greyhound si mettono in riga, pronti all'azione guidati da Krause, protagonista davvero centrale nell'opera, ruolo che lo stesso Hanks si è cucito drammaturgicamente addosso tenendo conto di ogni sua misura interpretativa ed espressiva. Non sbaglia niente, infatti, e anche nella scrittura si avverte un'ottima ricerca storica e militare, soprattutto in relazione alla terminologia tecnica della marina e alle tattiche adoperate dai cacciatorpedinieri contro il pericolo nascosto dei sottomarini tedeschi. Non c'è davvero nulla in Greyhound che non gridi strategia e tecnica, dal continuo susseguirsi dei vari dati registrati da radar e sonar alle misure d'approccio contro gli U-Boot, dai comandi in codice al forsennato ritmo degli aggiornamenti in tempo reale.

È un film estremamente ragionato su di un linguaggio cinematografico che punta al dramma passando sia per lo scontro diretto che per quello indiretto, quello narrato dai ripetuti "XO, bear 086, 091, 12 miles" e dagli sguardi spaventati dei membri dell'equipaggio, organi vitali di quel pastore addestrato eppure impaurito che deve stanare il lupo prima che azzanni a morte il suo gregge. E il capo U-Boot ha infatti un nome emblematico: Grey Wolf, il lupo grigio, talmente arrogante da giocare anche psicologicamente con Krause e i suoi uomini inviandogli dei messaggi di morte, ululando, turbando un'atmosfera già molto tesa.

Greyhound è un Caccia a Ottobre Rosso che mette da parte la complessità dell'intreccio narrativo per sviluppare al massimo delle sue potenzialità un discorso cinematografico interamente dedicato alla tattica. Non si muove di un millimetro da questa concezione, che cura e approfondisce con estrema competenza. Tutto si articola in veloci scambi di battute sotto forma di ordini e successive risposte, sempre più o meno all'interno della cabina di comando della USS Keepling.

Qui è tutto ragionato in modo semplice, in termini scenografici, mentre gli esterni sono ricreati in una discreta CGI che simula efficacemente il mare e tutti i suoi effetti particellari e ricrea in modo convincente anche gli U-Boot. È come assistere a una lunga partita di battaglia navale con un focus preciso sulla strategia della parte per cui tifiamo, che a volte prova anche a spiegarci - pure indirettamente - quella nemica.

In alcuni momenti sa essere anche spettacolare senza troppo stupire, ma è soprattutto nei suoi tecnicismi, nella gestione della tensione e nella passione messa da Hanks nell'interpretazione e nella scrittura che Greyhound dà il suo massimo. Proprio per questo, la regia di Aaron Schneider è più accessoria che altro, non avendo idee che possano dirsi stilisticamente ricche di carattere e personalità. Si limita a seguire il discorso filologico impostato dalla sceneggiatura di Hanks, mettendo in scena una ricostruzione in digitale non entusiasmante ma comunque consistente che lascia il giusto spazio di manovra alla dialettica del comando e a quella della battaglia. Non sarebbe stato affatto male vederlo sul grande schermo, ma anche su AppleTV+ fa la sua bella figura.

Greyhound Greyhound scritto, prodotto e interpretato da Tom Hanks è un war movie a suo modo atipico interessato soprattutto a un discorso di strategia militare. Mette da parte i cliché del patriottismo nazionale per dedicare i suoi 90 minuti di durata a un coscienzioso ed energico sviluppo tecnico-tattico della Battaglia Navale tra cacciatorpediniere e U-Boot, senza mai allontanarsi di un millimetro da questo ragionamento cinematografico. Si compone di battute veloci fatte di ordini, risposte, messaggi in codice e giochi psicologici del nemico, con una tensione quasi sempre in crescendo insieme a una ricostruzione in CGI del campo di scontro in mare aperto molto efficace. È un Caccia a ottobre rosso che abbandona i complessi orpelli del thriller e sfrutta con intensità e metodo precisi materiali di genere, raccontando la guerra in alto mare nel dettaglio. Un pastore addestrato in difesa del suo gregge contro un lupo affamato e assetato di sangue: una sfida da non perdere.

7

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