Grandi Bugie tra Amici, la recensione: Cap Ferret 9 anni dopo

9 anni dopo le Piccole Bugie tra Amici sono diventate Grandi, così le responsabilità, le paure, la voglia di riscatto.

Grandi Bugie tra Amici, la recensione: Cap Ferret 9 anni dopo
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Facciamo un salto nel tempo, torniamo al 2010. Il tragico incidente di Ludo, vero e proprio motore degli eventi di Piccole Bugie tra Amici, cambia per sempre non solo la vacanza di un affiatato gruppo di amici, solito ritrovarsi a Cap Ferret nella baita di uno di loro, anche tutti i loro equilibri e le loro esistenze. Alla fine di quella maledetta estate, nessuno sarà più uguale a prima, e buona parte del gruppo finirà per sfaldarsi completamente.
Lo dimostra il paesaggio desolato che ritroviamo 9 anni dopo in Grandi Bugie tra Amici, con l'immensa casa di Max pressoché abbandonata, vuota, con il solo e tormentato proprietario ad aggirarsi nel silenzio. Per lui sta arrivando un compleanno importante, quello dei 60 anni, alcuni importanti guai finanziari però lo tengono con l'acqua alla gola e c'è poco da festeggiare. Nei mesi precedenti ha infatti dovuto affrontare anche un complicato divorzio con la moglie Véro, la compagna di sempre, il tutto mentre gli amici di una vita sono ormai fantasmi, assenti colpevoli e ingiustificati. È insomma cambiato tutto, nella nuova commedia dolce-amara firmata Guillaume Canet.

Percorsi inversi

Per una buona fetta di pubblico, soprattutto francese, Piccole Bugie tra Amici ha segnato un solco alquanto profondo nell'anima, diventando la commedia simbolo di un'intera generazione allo sbando, incapace di prendersi fino in fondo le proprie responsabilità e coprendo - con bugie di dubbia fattura - timori e paure rispetto alla vita e al futuro. Le stesse paure che oggi tornano in Grandi Bugie tra Amici, non più sotto forma di idea ma materiali, tangibili. Ciò che abbiamo di fronte è infatti un campo di battaglia ridotto in macerie, persino l'amicizia (storico collante in grado di far superare qualsiasi preoccupazione) è ormai un ricordo lontano e ogni personaggio è costretto a fronteggiare una solitudine cosmica senza apparente via d'uscita.
Tutte le pedine della scacchiera sono certo cresciute, molte coppie sono scoppiate, altre si sono formate, sono inoltre venute al mondo nuove vite a cui badare, l'irresponsabilità è però - se vogliamo - anche aumentata, insieme a una confusione concettuale che ha creato ancora più caos nell'esistenza di ognuno.
Cap Ferret sarà ancora una volta l'occasione per stare tutti insieme e fare il punto sul "dove si è arrivati?", questa volta però il regista francese Guillaume Canet percorre un sentiero inverso, provando a chiedersi anche "dove vogliamo andare e in che modo?".
Nel 2010 si partiva felici e allegri per sfociare in un mare di pessimismo cosmico, questa volta sin dalle prime battute è tutto distrutto, non esiste più nulla, dunque l'unica via realmente possibile è quella di ricostruire tutto minuto dopo minuto, con coraggio e fatica.

Ritorno alla vita

La scrittura è fondamentalmente quella di sempre, dolce-amara con picchi di ironia sublimi, soprattutto se pensiamo ad alcuni personaggi-fantoccio creati appositamente per istigare sorrisi - nel pubblico come nei colleghi su schermo. Questa volta però la sceneggiatura mira ad essere più matura di un tempo, per riflettere il tutto nel carattere dei protagonisti, spesso "falliti consapevoli" che hanno però voglia di riscattarsi e rimettersi al mondo nel migliore dei modi - anche se a volte impiegano un po' di tempo a capirlo.
Proprio in queste aggiornate sfumature Grandi Bugie tra Amici diventa divertente e funzionale, magari non coeso come il primo capitolo ma comunque capace di portare anche lo spettatore a picco sul mare francese, lungo 135 minuti che scorrono via con estrema facilità. Gli equilibri da sistemare del resto sono molteplici, le crisi (vecchie e nuove) non mancano a condire il racconto, con l'aggiunta delle nuove generazioni da indirizzare - si smette dunque di pensare soltanto a se stessi per dedicarsi ai figli, o almeno ci si prova.
Il vero punto di forza della produzione però, lo stesso del primo atto, è il cast, che può ancora contare su interpreti eccellenti come François Cluzet, Marion Cotillard, Benoît Magimel, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte, che - fra gli altri - riescono a colorare nel modo corretto ogni pagina di sceneggiatura. Il loro talento non ha affatto risentito del passare degli anni, al contrario è cresciuto ulteriormente, e senza troppi dubbi possiamo affermare come senza di loro le Piccole e le Grandi Bugie tra Amici non avrebbero funzionato allo stesso modo.

Il loro umore gestisce il bello e il cattivo tempo della pellicola, deflagrando in un finale emozionante che guarda con fare malinconico (ma propositivo) al passato, ai bei tempi andati, non uno scrigno dei ricordi da abbandonare in qualche angolo remoto della mente ma un punto solido da cui ripartire, tutti insieme.
Grandi Bugie tra Amici ha infatti la forza di rimanere (con leggerezza, s'intende) fra i pensieri anche giorni dopo la visione, visto il nutrito roster di personaggi è facile che uno di loro sia più vicino al nostro essere, al nostro carattere, è possibile dunque che il film si tramuti in una vera e propria presa di coscienza della nostra vita mentre sediamo fra le poltrone del cinema, un valore aggiunto non da poco per una commedia che fa di tutto per discostarsi dalle altre - riuscendoci in più punti.
Certo chi ancora non ha visto il primo capitolo farà fatica a entrare nel meccanismo dell'opera, chi invece ha amato l'atto iniziale del 2010 tornerà nel modo più naturale possibile "a casa", a rivedere amici che in effetti non sentiva da tempo e che non sa se odiare per la loro assenza o amare incondizionatamente per il loro improvviso ritorno. Il destino saprà indicare la corretta via, un tempo smarrita.

Grandi Bugie tra Amici 9 anni dopo le Piccole Bugie tra Amici, Guillaume Canet ci riporta a Cap Ferret per raccontarci cos'è successo in tutto questo tempo ai compagni di allora, adesso quasi estranei. Ciò che abbiamo di fronte è un campo di battaglia ridotto in macerie, un'enorme casa da ricostruire mattone dopo mattone, perfetta metafora di una generazione che ha materializzato tutte le sue paure e fatica ancora a prendersi in toto le responsabilità dovute. Una scrittura leggera ma con forti venature drammatiche, un cast eccezionale (lo stesso di 9 anni fa) e alcuni momenti particolarmente emozionanti fanno scorrere i 135 minuti di Grandi Bugie tra Amici nel modo più naturale possibile, una tappa obbligata per chiunque abbia amato il primo atto del 2010.

6.5

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