l nuovo film targato PlayStation Productions si allontana da avventure esotiche e combattimenti spettacolari (recuperare la nostra recensione di Uncharted con Tom Holland) e si concentra su un'altra IP storica di Sony, che però mette in campo toni e atmosfere completamente diversi: Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile è sì una trasposizione del celebre videogioco racing, ma narra una vera e propria epopea realmente accaduta. Quella di un giovane giocatore di GT che, inseguendo il proprio sogno, è riuscito a diventare un vero pilota. Un progetto che porta una firma prestigiosa dietro la macchina da presa, quella di Neill Blomkamp, ma anche un cast di prim'ordine guidato da Orlando Bloom e David Harbour, in una pellicola che intrattiene il giusto ed emozionerà i fan più sfegatati di Gran Turismo.
Dallo schermo al tracciato
Quella di Gran Turismo è una storia di ascesa che ricostruisce le vicende legate a Jann Mardenborough, un giovane appassionato di GT e un asso dell'eSport che nel 2011 - dopo essersi aggiudicato un posto battendo record su record online - vinse la GT Academy, garantendosi un contratto con la Nissan come pilota professionista.
Il film racconta tutto il suo percorso di gloria, partendo dalla sua grande passione consumata tra le mura della sua cameretta a Cardiff e dal rapporto conflittuale con il padre, l'ex calciatore Steve Mardenborough, che desiderava per il figlio un futuro sui campi da gioco. Ma quando Danny Moore (marketing executive di Nissan) per risollevare le sorti della scuderia ha l'intuizione di ingaggiare giovani astri nascenti del racing simulato per trasformarli in piloti professionisti, la vita di Jaan cambia totalmente: entra nella GT Academy e, tra difficoltà, scetticismi e durissime prove fisiche, riesce infine a coronare il suo sogno sotto la guida dell'ex pro Jack Salter (David Harbour). Purtroppo da qui la strada è tutta in salita: le prime gare, le sconfitte, gli infortuni e i terribili incidenti si abbattono su di lui come un uragano, ma Jaan (Archie Madekwe) non si perde mai d'animo e trova la forza per centrare i suoi obiettivi nonostante le avversità.
Il film di Gran Turismo presenta dunque una struttura narrativa classica incentrata sul "cammino dell'eroe", ma in ambito sportivo e agonistico: dal pregiudizio verso quello che viene considerato nient'altro che un passatempo allo scintillante mondo delle corse, non senza inciampi e cadute apparentemente insormontabili che plasmano il carattere del protagonista. In questo, anzi, la pellicola appare persino un po' troppo stucchevole e banale, sfruttando il fattore emotivo - ma anche reali fatti di cronaca, come il famoso incidente al Nurburgring che coinvolse proprio Mardenborough - per costruire i vari drammi che porteranno poi il campione all'inevitabile e telefonato riscatto, fino ad arrivare alla gloria finale.

Nulla di terribile, sia chiaro, perché alla fine il titolo funziona e il messaggio di base arriva chiaro e limpido sia agli spettatori più giovani sia agli appassionati di GT. In tal senso, il film soddisferà soprattutto i fan di Gran Turismo, tra citazioni piuttosto esplicite ai videogiochi della serie - tutto il primo atto, d'altronde, mostra le innumerevole partite simulative pad alla mano - e ovviamente una ricostruzione fedele, accurata e spettacolare delle gare su circuito.
Una regia efficace?
La regia di Blomkamp, a tal proposito, gioca sicuramente un ruolo fondamentale per quanto concerne l'impatto scenico del film. Ben lontano dalla sua comfort zone distopica e fantascientifica, l'autore di District 9 fa indubbiamente del suo meglio per portare in scena le adrenaliniche gare di GT. Il risultato non eguaglia alcuni dei suoi migliori congeneri cinematografici e non raggiunge particolari vette autoriali, ma fa quel che deve confezionando una messinscena spettacolare e gradevole. Al centro di tutto ci sono sempre e comunque le auto, protagoniste delle inquadrature e delle sequenze più impattanti e audaci, con qualche innesto di CGI utile ad arricchire alcune scene di gara con parecchi easter egg a tema Gran Turismo.

Dall'interfaccia storica della serie videoludica ad altre interessanti soluzioni visive che rendono il lungometraggio di Blomkamp un vero e proprio omaggio non solo alle corse ma soprattutto al franchise di Polyphony Digital. E quindi, nel complesso, Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile può dirsi un'operazione riuscita, trascinata soprattutto dai volti principali - Orlando Bloom e David Harbour danno grande carisma a due personaggi abbastanza stereotipati - e impreziosita da una buona cornice visiva. Una pellicola, per natura, meno "pop" rispetto ad Uncharted, dedicata perlopiù ai fan ma comunque godibile e trascinante, tra attori noti e messaggi universali.