Recensione Gnomeo e Giulietta

La più antica delle faide stavolta è scoppiata nel vostro giardino!

Recensione Gnomeo e Giulietta
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Alzi la mano chi non ha mai visto una rivisitazione della più celebre delle tragedie shakespeariane. Ormai il cinema ci ha proposto la storia degli innamoratissimi, e ugualmente sfortunatissimi, Romeo e Giulietta in tutti i modi, i colori, i generi cinematografici e i tempi storici. Animati, in carne e ossa, con le armature postmoderne o tulle svolazzanti, abbiamo quasi perso di vista le loro fattezze sceniche originali e abbiamo ricreato nella nostra testa una variante del tutto personale dei due tristemente noti eroi dell'amore. Non stupisce quindi che, anche nel 2011, la faida secolare tra Montecchi e Capuleti sia ancora una volta portata sul grande schermo, stavolta affidata però a degli interpreti d'eccezione, così fuori dalle righe da essere capaci, nel loro gessoso piccolo, di modificare le sorti di un destino segnato sin dal 1500.

Verona Road

"Due famiglie, di eguale dignità, nella bella Verona, dove la scena è collocata, piombano per rancori antichi in una nuova discordia, che insozza le mani dei cittadini col loro stesso sangue". Verona Road, strada tranquilla del residenziale Stratford-Upon-Avon (non a caso il luogo che ha dato i natali allo stesso William Shakespeare), palcoscenico di atroci rivalità ambientali e verbali tra due vicini: il signor Capulet e la signora Montague, il cui fanatismo per il giardinaggio non ha eguali. I loro giardini sono praticamente delle colonie in esposizione di gnomi da giardino che, quando gli umani non sono nei paraggi, hanno preso la bizzarra abitudine di assumere gli stessi comportamenti negativi e irosi dei rispettivi proprietari. La faida ha assunto una natura ancora più personale tra gli gnomi che, solo per il semplice fatto di indossare cappelli dai differenti colori, rosso e blu, vivono vittima di profondi pregiudizi che molti di loro nemmeno comprendono, ma che conducono a continue sfide, battibecchi e gare di velocità in sella a enormi macchine metalliche... chiamate tagliaerba! Eppure, al di là della palizzata, le cose stanno per cambiare e i rispettivi figli dei capi dei due giardini, il blu Gnomeo e la rossa Giulietta, stanno scoprendo la forza dell'amore...

Umani, ma non troppo

Raccontare la trama di Gnomeo & Giulietta risulterebbe oltremodo noioso e piuttosto ridondante, essendo una riproduzione in scala gnomesca di quella che è la storia d'amore più nota, scopiazzata e raccontata di tutti i tempi. La novità del progetto, portato sullo schermo da Kelly Asbury, già regista di Shrek 2, sta nell'affidare la narrazione a dei personaggi del tutto fuori dagli schemi classici, capaci, con la loro sola presenza scenica, di alterare i normali equilibri della tragedia e trasformarli in qualcosa di squisitamente irriverente. I suoi gnomi da giardino sono esteticamente teneri e pupazzosi, così come vuole la tradizione dei loro avi, caratterizzati da espressioni gioviali e cappelli a punta, eppure riescono a essere pieni di umani difetti proprio come i loro padroni. Gnomeo, Giulietta e tutti i loro amici del giardino, appaiono nel loro complesso come una rappresentazione, volutamente esagerata, dei caratteristici difetti dell'essere umano, costantemente in competizione con il prossimo, che ci siano o meno i giusti presupposti per esserlo. I Rossi e i Blu si odiano indistintamente ed è questo sentimento a dare un senso alle loro vite, per definizione pacifiche e soleggiate, e a muovere i cardini della tormentata storia d'amore tra i due protagonisti. Il loro continuo muoversi, senza aver paura della propria natura argillosa, in un esplodere di colori accecanti e acrobazie stereoscopiche, dimostra quanto ormai oggi le tecniche CGI siano avanzate, tanto da fare sana concorrenza persino all'eccellenza Pixar. I personaggi di Gnomeo & Giulietta riescono a risultare umanamente ed emotivamente credibili pur mantenendo le loro fattezze plasticose da oggetto inanimato, creando così un mix piacevole, capace di incantare soprattutto il pubblico più giovane, a cui è chiaramente rivolto, senza perdere la propria credibilità e il proprio appeal anche sui più grandi.

Rinnega il tuo accento...

"Gnomeo, Gnomeo, perché sei tu Gnomeo?" O meglio, perché parli tu così Gnomeo? L'eccellente lavoro svolto sull'animazione e la simpatica semplificazione della narrazione storica, intrisa di sketch divertenti e dall'appiglio grossolano, vengono letteralmente mandati in frantumi dalla scelta, tutta nostrana, di caratterizzare gli gnomi con i diversi dialetti italiani. I Rossi diventano così un calderone di passionali siciliani, calabresi, napoletani, contrapposti ai più discreti Blu, organizzati emiliani, piemontesi, toscani. Che il punto di congiunzione sia un fenicottero rosa che parla romano diventa, a questo punto, una scelta scontata e inevitabile. Una decisione del tutto discutibile, soprattutto se si pensa che, nella versione originale, a dare voce ai protagonisti del film sono accorsi James McAvory e Emily Blunt, accompagnati da personalità come Ozzy Osbourne, Dolly Parton e Maggie Smith, impeccabili nel loro dare agli gnomi inflessioni vocali differenti senza scadere nel grottesco. L'eccessivo ricorso al dialetto, e all'ilarità che inevitabilmente questo suscita, in alcuni casi riesce addirittura a danneggiare la pellicola, rendendola difficilmente comprensibile proprio a quel pubblico, giovane e ingenuo, per cui è stato studiato. Fortunatamente a riportare armonia uditiva alla pellicola ci pensa Sir Elton John (in questo caso anche produttore esecutivo del film), le cui canzoni, dalle più celebri a quelle appositamente composte per l'occasione insieme al suo collaboratore di lunga data Bernie Taupin, fungono da filo conduttore e collante delle avventure degli gnomi. La natura pop e un po' kitsch degli gnomi da giardino ha ispirato uno score colorato, energico che richiama vecchie fatiscenze, amalgamando rock classico a un grande sound orchestrale, perfetto per raccontare questo strambo tipo di fiaba. "La storia viene raccontata attraverso la musica", spiega Asbury, "perciò si sentono cenni ai brani di Elton John che sono stati amalgamati con questa nuova e dinamica colonna sonora. Queste due sensibilità si fondono insieme. Si sente un po' di musica da banda, un po' di musica orchestrale... e il risultato raggiunto è alquanto astuto. Lo humour è ancor più divertente e il dramma ancor più drammatico ed è proprio questo che dovrebbe fare una buona colonna sonora". Ed è proprio questo quello che fa, regalando momenti assolutamente frenetici e divertenti, accostandoli ad altri esageratamente stucchevoli e marcati, che si alternano a formare un contrappunto sonoro inesorabilmente eccessivo ma gustosamente piacevole.

Gnomeo e Giulietta Se ci fosse una maniera per attenuare l'eccessivo uso dei modi di dire dialettali e delle differenti, ed esageratamente marcate, inflessioni che gli gnomi del film utilizzano per comunicare tra loro, Gnomeo & Giulietta sarebbe un prodotto squisitamente confezionato per un pubblico giovane e reattivo, pronto ad assaporare una versione ingenua e rivisitata della più classica e inflazionata delle storie d'amore. Nonostante i suoi difetti uditivi, la pellicola rimane comunque un buon esemplare di animazione e una buona prova di sperimentazione, resa più piacevole da una colonna sonora ricca di sfumature e richiami al passato. E se tutto ciò non bastasse, ci pensa la versione gnomesca di Elton John a mettere tutti d'accordo!

5.5

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