Glory Road - Vincere cambia tutto, la recensione del film sportivo

Il film di James Gartner ripercorre l'epica impresa sportiva che ha visto protagonista la squadra dei Miners, formata prevalentemente da afroamericani.

Glory Road - Vincere cambia tutto, la recensione del film sportivo
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Il cinema, soprattutto americano, ha sempre celebrato le imprese sportive entrate nella storia delle relative discipline e spesso ha "approfittato" della concomitanza tra queste e la questione razziale in tempi di grandi cambiamenti sociali nella realtà d'Oltreoceano. Proprio come nel più recente, ambientato nel mondo del baseball, 42 - La vera storia di una leggenda americana (2013), anche questo film di sette anni precedente sfrutta il miracolo agonistico realmente compiuto dalla squadra di basket universitaria dei Texas Western Miners per raccontare una storia capace di disintegrare ogni pregiudizio e aprire nuove frontiere per la popolazione afroamericana.

Glory Road - Vincere cambia tutto ha inizio a metà degli anni '60 nella cittadina texana di El Paso. Il college locale assume come coach della squadra di pallacanestro l'allenatore Don Haskins, ai tempi reduce da esperienze nel settore femminile, ma ha un budget ristretto per reclutare nuovi talenti da inserire nel team. Il coach allora opta per una scelta rivoluzionaria, ossia ingaggiare giocatori per la maggior parte di colore ma dotati di grande talento.
L'inizio non è dei più semplici, tra le "occhiatacce" dai piani alti e da parte di alcune frange di tifosi e il tentativo di insegnare il rigore e la disciplina a questi ragazzi provenienti da realtà disagiate, ma con il passare delle settimane Haskins riesce a creare una sintonia di gruppo tra gli elementi bianchi e neri e a ottenere un filotto di convincenti vittorie che proiettano i Miners sulle pagine dei giornali nazionali. Alla fama e all'entusiasmo della comunità afroamericana si accompagna però un crescente razzismo da parte di chi non accetta di vedere una formazione a trazione prevalentemente "black" sull'orlo del trionfo.

Black & White

Il film prende per gran parte ispirazione dalla biografia dello stesso Haskins, pubblicata nel 2005 e diventata un best-seller negli States, concentrandosi ovviamente sul periodo inerente al coaching coi Miners. La narrazione si divide così in un doppio sguardo che racconta il privato sia dell'allenatore e della di lui moglie, vittime di lettere minatorie da parte di suprematisti bianchi e di una generale snobberia da parte di colleghi e superiori (queste in parte oggetto di controversia nella parte di finzione, a cominciare dal presunto razzismo, inventato di sana pianta, del trainer rivale Adolph Rupp), che quello dei giocatori afroamericani, tutti dotati di grandi abilità fisiche ma bisognosi di un percorso di maturazione per diventare un team vincente, lasciando in secondo piano i compagni bianchi (comunque in minoranza).

Glory Road - Vincere cambia tutto conosce bene le regole del genere e le adopera tutte con una furba efficacia, riuscendo a far convivere il contesto sociale e melodrammatico con un sano ambiente agonistico, questo protagonista dei momenti più avvincenti nelle sequenze sul campo da basket, realizzate con una certa attinenza a quelle dell'incontro reale.
Tra frasi a effetto costruite ad hoc per sottolineare l'importanza del messaggio, una colonna sonora avvincente quanto basta che recupera atmosfere d'epoca, filmati di repertorio che mostrano gli avvenimenti cardine di quegli anni e una sana retorica di genere, le due ore svolgono facilmente il compito di intrattenimento a prova di grande pubblico, sia per ciò che concerne la parte ludica che quella contenutistica.
L'epilogo trionfante offre inoltre modo di informare il pubblico sul futuro destino degli atleti protagonisti, così come le interviste ad alcune di questi mostrate in concomitanza con i titoli di coda. Un post-scriptum classico per un film che proprio nella sua aderenza ai canoni del filone pareggia i suoi relativi pro e contro all'insegna di una visione che si tiene lontana dai rischi nella sua rassicurante messa in scena.

Glory Road - Vincere cambia tutto Ogni cosa va come previsto e, d'altronde, non può andare diversamente, poiché la storia raccontata in Glory Road - Vincere cambia tutto è quella che ha visto realmente protagonista il team di basket dei Texas Western Miners, formato prevalentemente da giocatori di colore negli States degli anni '60. James Gartner, alla sua unica prova dietro la macchina da presa, firma un sano film sportivo che mescola dramma e agonismo come tanti suoi illustri predecessori e successori, seguendo una formula tanto classica quanto scevra da sussulti di sorta. Le due ore di visione offrono un intrattenimento coerente, contenente al suo interno un messaggio da non sottovalutare ora come allora, che pur al netto di un'immediata retorica e di parziali libertà narrative sa come conquistare l'interesse del relativo target di riferimento, che sia appassionato di pallacanestro o meno. Il film andrà in onda sabato 9 novembre alle 21.10 su PARAMOUNT NETWORK.

6.5

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