Recensione Giochi d'estate

Rolando Colla racconta una storia estiva dal sapore autobiografico

Recensione Giochi d'estate
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Senza alcun dubbio, il titolo richiama immediatamente alla memoria l'omonimo lungometraggio che, firmato nel lontano 1984 dal compianto Bruno Cortini, si riallacciava al filone cinematografico vacanziero lanciato da Carlo Vanzina tramite Sapore di mare per raccontare feste, gite in barca, storie d'amore e gelosie di un gruppo di ragazzi - tra i quali Massimo Ciavarro, Natasha Hovey e Mauro Di Francesco - sulla Costa Smeralda.
Produzione italo-svizzera, però, il film di Rolando Colla - autore, tra l'altro, di Oltre il confine con Anna Galiena - si svolge sì nella stagione della spensieratezza e del divertimento, ma che non sembra rivelarsi tale per i suoi protagonisti.
Infatti, in mezzo a capanni abbandonati e immensi campi di mais, da un lato seguiamo le scorribande di un gruppo di ragazzini al cui interno troviamo Nic (Armando Condolucci), che dice di non provare nessun dolore qualsiasi cosa gli venga fatta, e Marie (Fiorella Campanella), di Ginevra e sofferente perché non ha mai conosciuto il padre e sua madre (Roberta Fossile) non vuole parlargliene, dall'altro i burrascosi rapporti tra i genitori del primo (Alessia Barela e Antonio Merone), destinati spesso a sfociare in violenza da parte del marito sulla moglie.

Le età dell'innocenza

Quella violenza portatrice di non poco dolore e che i piccoli, invece, vivono parallelamente in maniera più o meno innocente nei propri giochi, man mano che il loro periodo di vacanza non fatica ad assumere gli allegorici connotati di un processo di crescita non troppo distante, in fin dei conti, dal cuore del kinghiano Stand by me - Ricordo di un'estate.
Processo di crescita che Colla, complice una certa abbondanza di riprese eseguite tramite camera a mano, racconta attraverso un look generale piuttosto vicino a quello che caratterizza tanti vecchi filmini vacanzieri familiari.
Un aspetto che non può fare a meno di accentuare il realismo della drammatica situazione portata sullo schermo; mentre i circa cento minuti di visione appaiono impreziositi da una avvolgente atmosfera che riesce a fare della desolazione il suo ingrediente vincente, in mezzo ai canti delle cicale e alla ristrettezza di personaggi - tra cui anche la zia di Marie, interpretata da Monica Cervini - posti in scena durante la vicenda.
E provvede anche la colonna sonora di Bernd Schurer ad accompagnare un elaborato non eccelso, ma girato con notevole professionalità e capace di funzionare a dovere soprattutto nei suoi intenti di sensibilizzazione dello spettatore... complice oltretutto una recitazione nel complesso convincente.

Giochi d'estate “Solitamente, nei film si racconta l’infanzia in maniera romantica, mentre a me interessava portarla sullo schermo come periodo non romantico, perché se nasci e cresci in particolari contesti familiari non lo è affatto”. Parole di Rolando Colla, regista di Una vita alla rovescia (1998) e L’altra metà (2007), che, ispirandosi proprio ad alcuni fatti legati alla sua infanzia, racconta attraverso lenti ritmi di narrazione e lodevole tecnica una storia estiva divisa tra la crescita di alcuni ragazzini e le violenze subite dalla madre di uno di loro da parte del marito (un ottimo Antonio Merone, nell’ambito di un cast diretto con professionalità). Non a caso, la non disprezzabile pellicola, presentata fuori concorso presso la sessantottesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stata scelta dal Nuovo Cinema Aquila di Roma per una speciale anteprima tenutasi il 25 Novembre, ovvero la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

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