Recensione Gentlemen Broncos

Jared Hess in un viaggio ai confini dello sci-fi

Recensione Gentlemen Broncos
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Accattivatosi le simpatie degli amanti del genere comico-demenziale con sfumature surreali grazie a Napoleon Dynamite (del 2005) e Super Nacho (dell'anno seguente), l'americano Jared Hess firma, sempre in coppia con la moglie Jerusha Hess (connubio artistico giunto al suo terzo film), una nuova rielaborazione della classica parabola dello sfigato negletto che cerca la sua rivalsa in un mondo di usurpatori e disadattati. Tra gag dell'assurdo, incursioni nello spazio surreale e sottili attacchi alle aberrazioni morali, preparatevi a un viaggio folle nelle psicosi visionarie di una feconda mente creativa.

Nel regno dei Signori del Lievito

Benjamin Purvis (Michael Angarano) è un ragazzino introverso con una passione per la scrittura, che vive isolato tra le mura di casa, in compagnia di una madre (Judith) oltremodo stravagante, che si divide tra l'attività di ‘stilista' di improbabili ed eccentriche vestaglie e la dedizione per il suo geniale figlioletto, creatore di folli storie di fantascienza in cui la donna vede dei potenziali capolavori. Per dare al figlio la possibilità di far conoscere il suo talento al mondo, lo iscriverà al Cletus fanta-festival, una convention di letteratura fantasy durante la quale avrà luogo un seminario di scrittura creativa tenuto da Ronald Chevalier, celebre autore di libri sci-fi, per il quale Benjamin ha una vera e propria venerazione. Partecipare al festival darà inoltre modo all'autore del racconto migliore, selezionato dalla giuria di cui fa parte anche lo stesso Chevalier, di vedere il proprio scritto pubblicato. Ma quando il racconto di Benjamin finirà nelle mani di Chevalier, che si trova in una fase di stallo creativo e rischia di essere silurato dalla casa editrice che lo pubblica, questi deciderà di dargli una risistemata e farlo passare per il suo ultimo romanzo. Mentre il libro, che intanto è stato trasformato da i Signori del Lievito in Brutus e Balzaak per la regola dei suffissi di Chevalier secondo cui ogni buon persoanggio di romanzo che si rispetti deve finire per anous o similari), promette di diventare un nuovo best seller e far risalire allo scrittore la china del successo, Benjamin ha scelleratamente affidato il suo manoscritto a uno dei registi più prolifici e incompetenti in circolazione, che sta snaturando il suo capelluto protagonista Brutus, in un effeminato idiota da baraccone. Quando il libro di Chevalier approderà in un mare di copie sugli scaffali di ogni libreria, a Benjamin basterà leggere poche righe per capire che il suo idolo, lo ha depredato della sua opera, per farne il suo nuovo gioiello letterario...

Wind of change

Il film degli Hess parte alla grande con una delle sequenze più accattivanti dell'intero film, i titoli di testa scanditi da un susseguirsi di copertine vintage di libri sci-fi sulle note di In the Year 2525. Di lì comincia un viaggio alla volta di mondi via via sempre più surreali: da quello di Benjamin e sua madre (due alieni in terra), a quello di Bronco e compagni (alieni su di un pianeta alieno), che s'intrecciano a creare un vero senso di straniamento dalla realtà. Immerso in una trama stilistica a tratti comica a tratti più vacua, Gentlemen Broncos conferma la stravaganza creativa degli Hess, così come anche una certa loro propensione a narrare le traversie del perdente senza via di scampo, come espressione di una creatività sopra le righe (perfettamente incarnata dai racconti stranianti di Benjamin e dalle vestaglie assolutamente prive di un comune senso del gusto di sua madre). L'andamento del film è piuttosto altalenante, tra momenti di grande ilarità e trovate ridondanti dal gusto ricercatamente trash (come l'uso inflazionato di vomito e deiezioni di vario genere) che tendono alla lunga a fiaccare il ritmo che, nonostante ciò, riprende sempre quota in extremis grazie all'ottima rosa di attori: il semi-sconosciuto Michael Angarano, perfetto nei panni del loser per antonomasia, affiancato dall'eccentrico personaggio della madre, che pur nella sua esasperata naïveté, rivelerà infine un'inaspettata lungimiranza. A fare da contraltare ai buoni sentimenti incarnati dal duo madre-figlio, uno Jemaine Clement sornione, che rende benissimo l'aura mefistofelica del suo tronfio Chevalier, perennemente munito di un auricolare molto cool che non avrà mai modo di usare. A dare man forte al nutrito cast, anche l'esilarante prova di Sam Rockwell nei panni dell'eroe transessuale Bronco. Infine, quale contrappunto musicale, ricorre un'ottima colonna sonora dalle melodie vintage che annovera la già citata In the Year 2525, Wind of change degli Scorpions, ma anche Black Sabbath e Cher.

Stile Hess

La penetrante e malinconica rappresentazione dei ‘miserabili' trova ampio sfogo nel mondo surreale e catartico generato dalla mente di Jared Hess, che riempie la sua tavolozza dei colori più bizzarri, seguendo gli accostamenti più inconsueti, e dando al suo outsider se non un modo di riscattarsi nel mondo, almeno una chance di rivendicare le proprie idee, per mediocri o brillanti che siano. Realizzare, pur rimanendo ai margini della società, quei ‘sogni raggiungibili' che per Judith (la madre di Benjamin) sono veder sfilare le sue sgraziate creazioni di moda, o veder pubblicati gli strambi racconti di suo figlio. La parabola di discesa che si conclude con una raccapricciante scena di ‘bacio al vomito', virerà sulle note della indovinatissima Wind of change, segnando un parziale cambio del vento che porterà l'antieroe a veleggiare verso la sua rivalsa, seppur limitata, nei confronti del suo usurpatore. Tenendo conto della tempra visionaria su cui poggia il film, e del mastice comico che ne tiene insieme i pezzi, il risultato è un film che pur non convincendo in tutte le sue parti risulta comunque apprezzabile, con alcune vette comiche e alcuni bassi piuttosto trash. Un lavoro che farà senza dubbio felici gli aficionados, non senza sollevare qualche perplessità o moto di sbigottimento negli altri: perché infine siamo di fronte a un genere che si ama o si odia.

Gentlemen Broncos Giunti al loro terzo lungometraggio insieme, dopo Napoleon Dynamite e Super Nacho, i coniugi Jared e Jerusha Hess confermano ancora una volta quelle che sono le prerogative del loro modo di fare cinema. Follia, alienazione, potere visionario e grande solidarietà nei confronti dei perdenti senza speranza, sono i temi che animano Gentlemen Broncos. A controbilanciare il ritmo altalenante e le trovate comiche non sempre originali, interviene un ottimo cast in grado di colmare i vuoti narrativi, per un film che tra spunti originali e qualche ingenuità si lascia vedere riuscendo a strappare più di una risata.

6.5

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