Game Over, Man!, la recensione del film originale Netflix

Un trio di inservienti pronto a presentare una rivoluzionaria idea videoludica è l'ultima speranza per un gruppo di VIP presi in ostaggio da uomini armati.

Game Over, Man!, la recensione del film originale Netflix
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Alex, Darren e Joel, amici da lungo tempo, lavorano come inservienti di un'esclusiva struttura alberghiera. Il loro sogno è quello di fare il grande salto verso il successo e, tra i tanti progetti partoriti nel corso degli anni, vi è una tuta tecnologica controllata tramite mezzo videoludico ribattezzata Skintendo Joysuit. Quando l'hotel è pronto a esser luogo di un esclusivo party organizzato da un famoso cantante rap, i Nostri tentano di proporre all'artista la loro idea, sperando di ottenere un possibile finanziamento. In Game Over, Man! la notte della festa non è destinata a procedere come previsto e un gruppo di uomini armati, dopo aver disattivato telefoni e internet, prende in ostaggio i numerosi VIP presenti al fine di ottenere una cospicua somma di denaro come riscatto. Alex, Darren e Joel si riveleranno l'unica speranza di salvezza per gli invitati.

Senza freni

Prodotta tra gli altri da Seth Rogen ed Evan Goldberg e sceneggiata dal trio di attori protagonisti, membri del gruppo Mail Order Comedy insieme al regista Kyle Newacheck, questa action comedy originale Netflix preme l'acceleratore su un'ironia grottesca e volutamente sopra le righe in un susseguirsi di gag sempre più sporche e politicamente scorrette in cui neanche dei teneri cuccioli vengono salvati dalla farsesca scia di sangue permeante i cento minuti di visione. Game Over, Man! non va per il sottile e opta per un accumulo di situazioni via via sempre più estreme, con tanto di sequenze splatter (peni evirati, affettatrici usate come armi per eliminare i cattivi, esecuzioni a sangue freddo in serie) a speziare una struttura ampiamente trash oriented che si fa caleidoscopio irrefrenabile di citazioni e rimandi, verbali e non, a classici del piccolo e del grande schermo. Da Moonlight (2016) e La La Land (2016), passando per Willy il principe di Bel Air , Mamma, ho perso l'aereo (1990) e Trappola di cristallo (1988), citazioni e comparsate si sprecano, come quelle di diversi membri di Jackass (tra cui Steve-O) o star della musica come Shaggy, senza dimenticare quella di William B. Davis, storico interprete dell'uomo che fuma in X-Files. L'operazione messa in campo è indubbiamente sgangherata ma non è priva di momenti divertenti nella sua vibrante demenzialità che non risparmia niente e nessuno, in un gioco al massacro del buon gusto senza esclusione di colpi.

Game Over, Man! L'esasperata stupidità demenziale di Game Over, Man! ne è al contempo il miglior pregio e il peggior difetto. Essa è capace di caratterizzare cento minuti di visione dove una comicità irriverente e urlata si coniuga a istinti più grotteschi e quasi splatter nella resa dei conti tra i tre giovani inservienti e il gruppo di uomini armati che ha preso in ostaggio un nutrito stuolo di VIP. Un divertimento di grana grossa che a volte colpisce nel segno e altrove fallisce miseramente nel suo ininterrotto susseguirsi di gag e battute, che corrodono inesorabilmente il politicamente corretto in un tour de force ricco di citazioni e omaggi al mondo cinematografico, televisivo e videoludico.

6

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