Recensione G.I. Joe: La nascita dei Cobra

La trasposizione cinematografica delle avventure dei combat-toys.

Recensione G.I. Joe: La nascita dei Cobra
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E' un dato di fatto: lo sfruttamento di idee non originali è oramai la prassi a Hollywood, che da diversi anni ci propone pellicole tratte da romanzi, fumetti, videogiochi e quant'altro.
Avendo letteralmente depredato il settore romanziero e vista anche la scarsità di supereroi fumettistici rimasti le cui gesta non siano ancora state filmate, produttori e registi si stanno ora buttando a pesce sul prolifico mercato dei giocattoli.
Transformers è stato un vero apripista del genere, un successo incredibile che ha fatto la fortuna di tutti coloro che hanno preso parte al progetto.
Hasbro (ditta produttrice dei famosi modellini) e Lorenzo di Bonaventura (produttore della controparte cinematografica della serie), dopo una gestazione lunghissima -iniziata ancor prima di cominciare a girare, insieme a Michael Bay, la prima guerra fra autobot e decepticons- ci propongono ora questo G.I. JOE: La nascita dei Cobra, ispirato alla fortunata e longevissima serie di action figure militari-spionistiche che ebbe negli anni '80 il culmine della sua celebrità.

Knowing is half the battle

Chissà se David Breger, mentre disegnava le prime strisce di G.I.JOE quasi settant'anni fa, poteva immaginare che l'eredità del suo super soldato avrebbe avuto così tanto seguito.
Nato come fumetto di propaganda americana narrante le avventure di un soldato di un'unità speciale, G.I.JOE infatti si evolse, negli anni '60, nella prima serie di “bambole” specificatamente destinata ad un pubblico maschile, dando vita ad un nuovo filone nell'industria del giocattolo. Action Man, Big Jim, He-Man e tutte le moderne Action Figures non sono altro che evoluzioni del concept originale, che negli anni '80 venne perfezionato con la riduzione della 'taglia' dei modellini e la contemporanea miglioria nella realizzazione dei particolari degli stessi, che cominciarono a venire dotati di accessori, meccanismi e veicoli particolari.
E dall'idea del singolo soldato ultra-attrezzato realizzato in mille versioni diverse, si arrivò così alla creazione di una vera e propria squadra di super-soldati, ognuno specializzato in qualcosa e caratterizzato non solo fisicamente ma anche caratterialmente. Ma un eroe non può esistere senza dei nemici da sconfiggere: ed ecco così venire alla luce anche i malvagi terroristi dell'organizzazione Cobra.
Le avventure dei G.I.JOE raggiunsero, come abbiamo detto, il massimo della loro popolarità negli anni '80, anche grazie agli albi a fumetti (in gran parte Marvel) e alle serie animate, che molti trentenni di oggi ricorderanno con nostalgia.
Negli ultimi anni, il successo del brand si era un po' affievolito, complice anche la minor popolarità all'estero della serie rispetto ad altre linee di giocattoli come ad esempio i mitici Transformers della Hasbro stessa.
C'è da scommettere, tuttavia, che il film porterà sicuramente nuovi giovani fan a questo franchise.

Where others fail, they don't.

Siamo qualche lustro nel futuro. Il progresso tecnologico fa passi da gigante, ma la vita di tutti i giorni non è poi così dissimile da quella degli inizi del secolo, anche e soprattutto nei suoi aspetti più drammatici. Nuovi e vecchi conflitti armati vengono portati avanti nelle zone più 'calde' del mondo, e a guadagnarci, come sempre, sono solo i fabbricanti di armi. Tra questi, il più sagace, scaltro e potente è senza dubbio James McCullen (Christopher Eccleston), ventiquattresimo successore di una famiglia da sempre votata alla guerra e al commercio di strumenti di morte. Approfittando di fondi NATO devoluti alla ricerca, e grazie al contorto genio del cosiddetto Doctor (Joseph Gordon-Levitt), McCullen riesce a brevettare una rivoluzionaria nano-tecnologia dalle svariate applicazioni, da quelle mediche a quelle militari.
Quando le prime testate nanotecnologiche subiscono un tentativo di furto da parte di un gruppo di terroristi guidati dalla letale Baronessa (Sienna Miller), il pericolo alla pace e allo status quo mondiale diventa troppo grande per essere affrontato dalle normali forze dell'esercito. E' qui che entrano in gioco i G.I.JOE, un corpo speciale para-militare internazionale e segreto destinato alla lotta contro il terrorismo.
Il loro addestramento, le loro competenze e le loro avveniristiche dotazioni militari ne fanno i numeri uno: dove gli altri falliscono, loro risolvono senza indugio.

Dalla plastica alla celluloide

La storia di The rise of the Cobra segue a grandi linee l'idea originale delle vecchie serie televisive, svecchiandola per renderla più attuale e avvincente. Dello smisurato roster di personaggi creato in quarant'anni e curato e sviluppato dallo sceneggiatore Larry Hama, il regista Stephen Sommers e lo sceneggiatore Stuart Beattie, insieme al loro studio creativo, hanno selezionato e scelto un ristretto numero di carismatici character per la trasposizione sul grande schermo.
La scelta è ricaduta, per la maggior parte, sui quelli più popolari di entrambe le fazioni, ma non mancano anche alcune sorprese.
Immancabili, tra le fila dei buoni, il capitano Duke (Channing Tatum) e il Generale Hawk (Dennis Quaid), così come la rossa mozzafiato Scarlet (Rachel Nichols) e il silenzioso e micidiale ninja Snake Eyes (Ray Park). Promozione eccellente per Ripcord (Marlon Wayans), personaggio non principale nelle vecchie serie, qui in primo piano in più di un'occasione. Chiudono le fila dei JOE l'esperto di comunicazioni Breaker (Saïd Taghmaoui), l'assaltatore Heavy Duty (Adewale Akinnuoye-Agbaje) e la segretaria del Generale, Cover Girl (Karolína Kurková).
Il film propone inoltre un simpatico cameo di Brendan Fraser -grande amico del regista e protagonista dei primi due suoi grandi successi, La Mummia I e II- nella parte del Sergente Stone.
I ranghi dei Cobra sono decisamente più ristretti, così come nella serie animata, ma non per questo meno ricchi di personaggi ben caratterizzati: dall'infallibile ninja Storm Shadow (Lee Byung-hun) alla spietata Baronessa (Sienna Miller), passando dal trasformista Zartan (Arnold Vosloo) e dall'insano Doctor. Oltre a McCullen (che altri non è che la prima identità di colui che nella serie originale si fa chiamare Destro) farà la sua apparizione lo spaventoso Cobra Commander, da cui prenderà il nome l'organizzazione criminale.

Where others fail, Sommers doesn't

Nonostante una fase di pre-produzione lunghissima, il film è stato realizzato nel brevissimo arco di tre mesi, durante il quale tutta la troupe è stata costretta ad un vero tour de force, considerando anche il fatto che gli oggetti di scena e i costumi sono stati realizzati interamente da zero, e che il film è stato girato in diverse località del globo: Francia, Norvegia, Repubblica Ceca e Nord America.
Sommers, abituato a pellicole d'azione e avventura realizzate a ritmi forsennati (basta citare, per tutti, i primi due The Mummy e Van Helsing) si è, in questa occasione, superato: nulla è lasciato al caso e la pianificazione di ogni singolo minuto della pellicola è evidente, così come la chiara intenzione di non sfigurare col collega-rivale Michael Bay, che ha portato al successo Transformers con la sua celebre formula dell'estremizzazione del pop-corn movie.
Il cosiddetto “Stile Sommers”, invece, è più pacato e organizzato, ma non per questo meno incline alla spettacolarizzazione.
Viene infatti da chiedersi cosa sarebbe riuscito a fare il buon Stephen se avesse avuto a disposizione un budget superiore: le scene d'azione sono infatti mozzafiato e in tipico stile cartoon, con un uso molto razionale e ben compenetrato della computer grafica, coadiuvato da un montaggio molto preciso in questi frangenti. Sebbene non utilizzi una tecnologia estremamente innovativa come quella realizzata dalla Industrial Light & Magic per i due Transformers, gli effetti grafici fanno ben più del loro dovere (pur mostrando i loro limiti intrinseci) e non possono che soddisfare il pubblico. Scena esemplare quella dell'inseguimento tra le strade di Parigi, che vale da sola il prezzo del biglietto perché è proprio quello che ci si aspetta da un film del genere: azione rocambolesca, distruzione, sottile ironia. Senza perdere d'occhio, tuttavia, la comprensibilità della scena e il contesto della trama.
E qui arriviamo ad un altro punto a favore di G.I.JOE sul quale era difficile azzardare pronostici (o perlomeno pronostici positivi). La paura e il rischio che la pellicola si riducesse ad un mero e retorico filmaccio 'spaccatutto', con i 'soliti' militari a stelle e strisce che cacciano via a pedate i terroristi cattivi, era decisamente dietro l'angolo. Pericolo scongiurato: sceneggiatori e regista hanno saggiamente deciso per un orientamento più da film di spionaggio denso di retroscena geo-politici e personali, che quello di un film di guerra ipernazionalista. Questa assenza di retorica stupisce nel film dedicato alle imprese dei soldati americani per eccellenza: certo, il ruolo e la posizione dei 'buoni' è fortemente marcato rispetto a quello dei 'cattivi', ma non mancano interessanti zone d'ombra che si spera Sommers continuerà ad esplorare nei seguiti.

Yo, JOE!

Analizzando infine il cast degli interpreti, non si può non rimanere complessivamente soddisfatti dal loro operato.
Non ci sono molti grandi nomi, se si eccettuano Dennis Quaid e Ray Park (che tutti ricordano nei panni di Darth Maul ne La minaccia Fantasma).
Tatum -recentemente visto in Fighting- sembra nato per recitare nei panni di Duke, e altrettanto convincenti risultano tutti i JOE, in particolare la bellissima Rachel Nichols, che si dimostra una Scarlett perfetta.
C'è da dire, però, che la scena viene letteralmente 'rubata' dai carismatici membri del Cobra: scelta dello stesso Sommers (aiutato certo dalla bravura della Miller, di Byung-hun, di Eccleston e di Gordon-Lewitt), deciso a mostrarci dei villain affascinanti in tutta la loro ambiguità e deviata moralità. Lo script di Beattie si prende delle piccole libertà riguardo a un paio di personaggi, ma riesce, grazie a questo, a creare delle figure complete e interessanti: McCullen e Storm Shadow in primis. Un plauso va anzi a Byung-hun, star coreana sconosciuta dalle nostre parti ma che riesce a rubare la scena a Park, nella sfida fra ninja, con grande savoir faire.
E' un peccato solo che i personaggi del Doctor e della Baronessa soffrano invece di un affrettato sviluppo finale: certe rivelazioni e risoluzioni sarebbero forse risultate migliori se affrontate con più calma.

G.I.Joe: La Nascita dei Cobra Tenendo conto dell'obiettivo principale della pellicola, ovvero il puro divertimento di grandi (che venti, trent'anni fa giocavano con le action figure dei JOE e a cui sembra rivolta gran parte dell'attenzione di Sommers) e piccoli (che possono ora riscoprirli), La nascita del Cobra raggiunge perfettamente il suo obiettivo, con perizia e una discreta attenzione ai particolari. Non è certamente un film perfetto, e l'equilibrio di alcune componenti viene a volte a mancare: ma i soldati di Sommers svolgono il loro compito onestamente e in maniera molto superiore alle aspettative, ed è un vero piacere vederli in azione. Ora però, Stephen, permettici di pretendere un secondo capitolo ancora più maestoso, e volto a limare i difetti di questa prima pellicola, d'accordo?

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