Hai Phuong è una madre single che vive in un piccolo villaggio vietnamita, lavorando come esattrice dei debiti per mantenere la figlia piccola. La donna è un'ex-gangster disconosciuta dalla sua famiglia, praticante delle arti marziali da generazioni, dopo l'inizio della sua relazione con un criminale.
Quando è rimasta incinta ha deciso di abbandonare Saigon per crescere in tranquillità la futura bambina, ma anche nelle zone di campagna si è attirata l'astio dei concittadini per via dell'impiego come strozzina, nel quale non esita a usare le sue abilità fisiche e atletiche per avere la meglio su coloro che dovessero rifiutare il pagamento.
La stessa figlia, Mai, odia che la madre sia costretta a campare in questo modo e litiga più volte con lei per tentare di farle cambiare idea. Un giorno la piccola viene accusata ingiustamente di furto al mercato locale e, mentre Hai Phuong si trova a discutere animatamente con la folla, si allontana, finendo nelle grinfie di due rapitori che dopo un lungo inseguimento riescono a fuggire per Saigon. In Furie la protagonista non ha altra scelta se non quella di cercare il primo passaggio per la metropoli per salvare Mai e fare al contempo i conti con il suo oscuro passato.
La furia umana

Il Vovinam è un'arte marziale vietnamita il cui principio è "armonia tra forza e agilità": sul grande schermo è poco conosciuta al pubblico occidentale, anche per via delle rare produzioni cinematografiche autoctone che hanno avuto successo al di fuori dello stato asiatico. Una buona occasione per scoprirla ci è ora data da questo Furie, uscito in patria all'inizio di quest'anno e ora disponibile nel catalogo filmico di Netflix come originale. Al centro della vicenda troviamo per l'appunto una giovane madre single che tenta di salvare la figlia rapita, affrontando gli scagnozzi agli ordini dei trafficanti di bambini grazie alle sue incredibili capacità atletiche.
Una protagonista femminile quindi, come già visto in altre occasioni e con ottimi risultati nel thailandese Chocolate - La furia (2008) e nel più recente, coreano, L'assassina - The Villainess (2017), che con l'aiuto di un coriaceo investigatore della polizia locale farà di tutto per salvare la piccola dalle grinfie di criminali senza scrupoli. A dispetto di una trama base lineare, i novanta minuti di visione sono pervasi da efficaci istinti melanconici e melodrammatici che rendono questa missione di salvezza ricca di pathos.
Corsa contro il tempo
Dopo la prima parte, che ci introduce ai personaggi principali, arriviamo all'evento clou che scatenerà poi la furia animale della Nostra, alle prese con esaltanti sequenze d'azione che sfruttano abilmente i relativi contesti ambientali. Dai primi scontri nel mercato del piccolo villaggio all'inseguimento sul fiume, fino all'arrivo nell'edificio di proprietà dei gangster e i ridotti spazi del treno nella resa dei conti finale, Furie gestisce con una grintosa fluidità le varie dinamiche marziali, con rallenty di supporto a rendere ancora più avvincenti le varie acrobazie. Con qualche sporadico sussulto ironico, come quando vengono citati i film americani, e una tensione costante (memore per assonanze di quella di un cult come The Man from Nowhere) sulle sorti della bambina rapita, il regista Le-Van Kiet aggiorna ed evolve quanto fatto col precedente The Rich Woman (2016), dalla sceneggiatura molto simile, e trova il corretto equilibrio tra le varie anime, cogliendo inoltre al meglio il fascino del paesino di campagna prima, di una frenetica Saigon notturna poi, tra luci al neon e centinaia di motorini che invadono le strade di una metropoli divisa tra povertà e progresso.
A donare ulteriore fascino all'insieme ci pensa la carismatica performance di Veronica Ngo, star nazionale che aveva avuto anche un piccolo ruolo nel divisivo Star Wars - Gli ultimi Jedi (2017) nonché nel cast del sequel Crouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny (2016) e del fantastico Bright (2017), alle prese con una prova fisica di primo piano e con una notevole intensità espressiva, tra sguardi colmi di tristezza o pieni di rabbia a seconda dell'occasione.