La furia di un uomo Recensione: Guy Ritchie fa di nuovo centro su Amazon

Il nuovo thriller d'azione diretto dall'autore di Sherlock Holmes e The Gentleman sbarca su Amazon Prime Video con ottimi risultati.

La furia di un uomo Recensione: Guy Ritchie fa di nuovo centro su Amazon
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Dio creò Jason Statham, lo diede a Guy Ritchie e azione fu. Alle origini, in realtà, guardando a Lock and Stock e poi a Snatch, il protagonista dei primi due straordinari film dell'autore di Sherlock Holmes e RocknRolla non era in effetti un man of action, quanto un criminale delle amate street londinesi dell'ex-marito di Madonna, un pesce piccolo in un gigantesco mare di guai. La sua carriera ha cominciato a trasformarsi molto presto, comunque, passando dalle commedie thriller d'autore all'azione più pura con The One di James Wong e soprattutto grazie a The Transporter di Louis Leterrier. Sono dunque arrivati Crank, Death Race, I Mercenari nel fantastico ruolo di Christmas e poi l'entrata a gamba tesa nel franchise di Fast & Furious, che gli ha permesso la consacrazione più mainstream nel genere.

Un interprete che mena le mani, Statham, oggi più di ieri, e che anche uno dei suoi più cari amici nonché stimato autore cult ha scelto a distanza di ben sedici anni dall'ultima collaborazione insieme (in Revolver del 2005 per l'esattezza) di richiamare in servizio attivo nel suo nuovo film distribuito da Prime Video, La furia di un uomo - Wrath of Man, un titolo che è tutto un programma (trovate qui le nuove uscite Amazon di gennaio 2022). Il risultato è una pellicola avvincente che fa tesoro dell'esperienza pregressa del Ritchie "di strada" per elaborare una virile e poderosa vendetta in quel di Los Angeles, con un protagonista elegante, rabbioso ma controllato.

Un blindato per punirli

La storia del film segue la vicenda di Patrick "H" Hill (Jason Statham), un uomo freddo, solitario e misterioso che comincia un nuovo lavoro per una società di furgoni blindati che trasporta grandi somme di denaro in giro per la Città degli Angeli. La routine del protagonista viene spezzata quando il furgone in cui si trova subisce un attacco da parte di alcuni rapinatori, che però H mette fuori gioco fin troppo facilmente, come una vera macchina assassina, senza sconti né pietà. Cosa nasconde il personaggio di Statham? Qual è il suo vero obiettivo? Chi è Patrick Hill?

Remake del film francese Le Convoyeur del 2004, il take made in USA ritchiano sulla storia imbastita da Nicholas Boukhrief cambia effettivamente poco o nulla le carte in tavola dell'intreccio sostanziale del racconto, migliorando però non di poco l'esperienza violenta e visiva del progetto, in cui è meno presente il tocco autoriale del regista ma risulta vivido e pulsante il suo amore per il thriller. Ne La furia di un uomo la strada inglese lascia spazio a quella americana, trasportando semplicemente oltreoceano l'ambientazione preferita del filmmaker, che qui mette soprattutto del suo nel valore cinematografico del montaggio e nella struttura narrativa, ampliando il ruolo del protagonista e rendendolo un badass a tutti gli effetti, stoico e solo desideroso di portare a termine il proprio compito. Statham è la scelta perfetta per una parte simile, ed è chiaro come Ritchie non abbia avuto alcun dubbio sul casting dell'amico, che infatti restituisce al personaggio un'aura di rabbia, fascino e mistero imperturbabile, finché l'autore non sceglie di sguinzagliarlo senza remore contro i suoi nemici.

Un film riuscito?

L'impalcatura del racconto è ben costruita, così come la suddivisione in capitoli e il lento svelarsi dell'intreccio, in cui è avvisabile la mano di Ritchie soprattutto in due snodi centrali della storia, ricalibrati dal regista inglese per adattarsi cinematograficamente al meglio alle nuove esigenze narrative del remake, ben più elaborate dell'originale ma pur sempre ossequiose della traccia iniziale.

Ritchie lo rende suo senza però trasparire troppo nella transizione, quasi non riuscisse a trasformarlo completamente a sua immagine, come se non lo sentisse del tutto proprio - e in effetti è il suo primo remake in assoluto. Paragonandolo al suo precedente lavoro, ad esempio, dove è chiara l'esasperazione ricercata e desiderata della sua firma (ne parliamo meglio nella nostra recensione di The Gentlemen), La furia di un uomo in questo senso è un distacco formale dalla matrice ideale di Ritchie, anche se il cineasta tenta e riesce con il suo talento a farlo apparire riconoscibile, denso, sfacciato e chiassoso come piace a lui e come piace poi a noi.

Tra sparatorie e inseguimenti, plot twist e flashback di una certa importanza, il film scorre piacevolmente regalando al pubblico due ore d'intenso thriller d'azione, con un cast di co-protagonisti azzeccato (su tutti Scott Eastwood e Holt McCallany) e toni e tempi giusti, con alcuni dialoghi da manuale di cinema cult e diverse soluzioni allettanti per palati più disparati. Insomma, l'ennesimo centro di Ritchie.

Wrath of Man Un thriller d'azione denso, sfacciato e intenso, La furia di un uomo di Guy Ritchie, quarta collaborazione cinematografica tra l'autore di The Gentlemen e l'interprete feticcio di inizio carriera. Rispetto a Snatch e Lock and Stock qui siamo trasportati nelle street di Los Angeles, in una storia di vendetta ricca di colpi di scena e impietosa violenza, con un Jason Statham freddo e solitario, perfetto nei panni del protagonista. La mano di Ritchie si avverte in alcune scelte narrative diverse rispetto al film originale del 2004, specie relative al montaggio e al ruolo effettivo del personaggio principale, ma è come se non riuscisse a sentire il titolo del tutto proprio, arrivando però grazie al suo talento a renderlo comunque un action iperbolico, ben strutturato e riconoscibile. Praticamente un'altra vittoria.

7

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