Recensione Fur

La vita di una grande fotografa, tra realtà e fantasia

Recensione Fur
Articolo a cura di

Diane Arbus

Diane Arbus (New York 14 marzo 1923, 26 luglio 1971) può essere sicuramente considerata come una delle più importanti fotografe moderne. Le sue capacità, nonché la sua visione dell'universo, che attraverso i suoi scatti riusciva a trasferire al pubblico, hanno lasciato una profonda traccia nell'immaginario collettivo. Con il tempo aveva sempre più rifiutato la fotografia commerciale, così banale, statica, falsa e illusoria con cui era stata a contatto fino agli anni ‘50. Affascinata dal mondo reale più crudele, concentrò tutta la sua arte intorno agli outsider, i nani, i giganti, le prostitute, i travestiti, nonché tutte quelle situazioni, quei personaggi che la gente non aveva mai avuto modo di vedere. Questa sua fotografia, questo suo modo di interpretazione, così forte e allo stesso tempo così vero, e il suo approccio "voyeuristico", volto alla caccia dei cosiddetti soggetti freak, come li chiamava lei, non li sminuiva affatto, come avrebbe potuto avvenire facilmente, tuttaltro: le sue comparse si trovano nel loro ambiente naturale, apparentemente a proprio agio, dando invece allo spettatore un profondo senso di stomachevole malessere e fastidio.

Al di là della biografia

Quando la fantasia e l'immaginazione cominciano a duettare con la realtà e i fatti storici, i risultati possono essere imprevedibili. Eppure attraverso il grande schermo sono stati raccontati vita, morte e miracoli di decine e decine di colossi: Ray Charles, Jimmy Hendrix, Truman Capote, Johnny Cash, Ghandi, Mozart, Alì... Tutte queste pellicole si sono sempre sforzate, pur chiaramente aggiungendo quel tocco di favola in più che le ha rese "cinema", di rimanere il più possibile fedeli ai fatti originali. Fur invece, sin dal titolo, si dichiara fuori dalla biografia reale, tentando di mischiare e amalgamare tra loro l'ideale con il vero, l'immaginario con il reale, dando vita ad un sinolo così forte, ma allo stesso tempo così credibile da rendere irriconoscibili le due essenze.

Diane Arbus (Nicole Kidman), figlia di autorevoli pellicciai newyorkesi e moglie di Allan, importante fotografo commerciale di grande esperienza, è infelice: la sua vita trascorre noiosa tra le faccende domestiche, badando distrattamente alle figlie o aiutando il marito durante i suoi scatti. Fino a quando all'interno del suo palazzo viene a vivere una strana figura, misteriosa ed enigmatica, che subito inizia a incuriosirla. E' Lionel (Robert Downey Jr.), il parrucchiere del piano di sopra, schiavo di un'orribile malattia che lo ha reso simile ad un leone. La nascita dell'amicizia tra i due porterà la donna a conoscere un mondo opposto a quello che aveva sempre visto e avvertito, il mondo degli outsider appunto, di cui sempre più si innamorerà ed eternamente consacrerà nelle sue immortali fotografie.

Genesi ed evoluzione

Fur ha avuto una difficile genesi cinematografica. Nessuna delle foto che Diane Arbus, quella vera, realizzò furono concesse in licenza per la produzione del film, forse a causa della poca convinzione degli editori fotografici o per una mera diffidenza nei confronti della sceneggiatura. Shainberg era innamorato delle foto della Arbus e non poteva cedere al pensiero di dover abbandonare questo sudato progetto. Ciò che ne è derivato è, forse, anche meglio di quello che sarebbe potuto essere un semplice profilo biografico. E' un dramma ermetico, profondo, intriso di erotismo, di passione travolgente e intensa. Condito spesso con quel tocco di comicità, di sottile ironia e sarcasmo di cui alla fine ogni film ha bisogno per alleggerire e sbloccare un po' il racconto. Si spinge al di là della semplice narrazione biografica, supera i limiti del concretismo, foraggiando un'immaginazione ideale, una specie di aura arcana ed eterea che contorna il personaggio di Diane. Lento, quasi frustrante, con dialoghi che appaiono inutili confrontati alle immagini, si trasforma mano a mano in un thriller psicologico, sfiorando i limiti dell'horror. Geniale, enigmatico e dannatamente inquietante. E Nicole Kidman ne incarna perfettamente il personaggio, la sua sensibile personalità, il suo carattere solido ed infuocato. Splendida e perfetta.

Fur: Un Ritratto Immaginario Di Diane Arbus Nonostante una carriera cinematografica non proprio opulenta, Shainberg è riuscito a convogliare ottimamente ogni singolo aspetto all’interno del film. Fur potrebbe anche apparire grigio e opprimente, ma è bello pensare che sotto quel velo mistico di sfacelo si nasconda, per molti, un vero tocco di genio. E in inglese è tutto più vero.

8

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