Recensione Fuga dal Pianeta Terra

Con qualche anno di ritardo arriva in Italia il film d'animazione di Cal Brunker, che dopo aver lavorato a Cattivissimo Me ha deciso di lasciare Illumination Entertainment e si è lanciato in un'avventura per salvare la Terra

Recensione Fuga dal Pianeta Terra
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Sembra che Walt Disney Pictures abbia tracciato un solco decisamente profondo nell'animazione contemporanea, non tanto per i toni o per il senso stesso dell'animazione, ma soprattutto per i temi affrontati. Se Frozen ha ristabilito i canoni dell'amore come sentimento, ponendo l'accento su quello fraterno e non più quello che intercorre nel sentimento uomo-donna, Fuga dal pianeta Terra sembra voler continuare su questa strada, sottolineando che il rapporto che intercorre tra fratelli è sempre più importante di quello che si può rintracciare in un estraneo che entra nel nostro cuore all'improvviso.

GLI ALIENI DEGLI ALIENI

Le tematiche insomma sono decisamente già note, sono tutte digerite e conosciute: non c'è qualcuno che ancora attende di essere erudito riguardo tale situazione, perché da un lato l'ha fatto Frozen, ma in passato ci avevano provato, con scarso successo, anche altre produzioni dell'animazione. Lo spunto da cui partire è quindi poco profondo, ma almeno fornisce una chiave diversa di assistere alla vita aliena. Scorch Supernova, il nostro protagonista, è un esploratore spaziale, il più celebre del pianeta Baab: Scorch è chiamato a un'importante missione, che ci mette già a conoscenza del suo essere impavido. Deve salvare alcuni neonati del suo pianeta. Alle sue spalle c'è Gary, suo fratello, che gli fa da guida da remoto, indicandogli la strada giusta da percorrere. Un giorno, però, la BASA - l'equivalente della NASA del loro pianeta - intercetta una richiesta d'aiuto che proviene dal Pianeta Oscuro, da quel limite della galassia al quale nessuno deve mai avvicinarsi, perché nessuno è mai andato fin lì per poi poterlo raccontare: nessuno si deve mai avvicinare alla Terra.

Il ribaltamento narrativo ci mette, quindi, nella posizione di rappresentare gli esseri effettivamente temuti e non il contrario: esasperando il concetto che chiunque è lo straniero di qualcun altro, anche in questo caso noi siamo gli alieni di tutti gli altri abitanti della Galassia. La prospettiva messa in piedi da Cal Brunker è lodevole e affascinante, ponendo noi stessi nella condizione di essere temuti perché crudeli e nefandi, capaci di indecenze che stanno praticamente distruggendo le vite aliene al di fuori della Terra, sfruttando con poca parsimonia la sconosciuta Area 51, obiettivo della vicenda. Il film, però, pecca tantissimo nell'avere una personalità propria, perché sembra voler attingere a tutta quella che è la produzione Dreamworks ed emularne altrettante: i protagonisti sembrano dei discendenti di Megamind, le vicende richiamano alla mente Planet 51, i mostri alieni sembrano tutti usciti da Monster vs Aliens... e non solo: le tute gialle che vestono gli inservienti sono un chiarissimo riferimento a Monster & Co.. Insomma, tutto suona come un già visto, un citazionismo esasperato che non vogliamo confondere con una spudorata copia di altri franchise di grande successo. L'animazione, però, dovrebbe permettere di creare da zero, di attingere totalmente alla fantasia e alla novità, offrendo qualcosa che possa stupire e ricreare un concetto già noto, e in questo Brunker fallisce completamente, non potendo offrire effettivamente qualcosa di accattivante e che possa rimanere impresso nel cuore dello spettatore.
Lo stesso topos del viaggio, che doveva essere effettivamente l'ago della bilancia per tenere in sella l'intera avventura, tanto da essere spiattellato nel titolo, sembra sparire una volta raggiunto il pianeta Terra. Tutta la vicenda è claustrofobica, è rinchiusa negli interni dell'Area 51, con buona pace di chi sperava di poter rintracciare nella produzione di Brunker un lavoro minuzioso nel riprodurre gli spazi, nel dare ampio raggio d'azione alla regia, pronta a espandersi verso gli orizzonti ignoti di quel Pianeta Oscuro che gli alieni temono e che stanno per raggiungere. Non c'è prospettiva, non c'è varietà, non c'è alcun tipo di tentativo per diventare speciali, per sorprendere e convincere. E la stessa critica è da affidare alla sceneggiatura, che risulta essere scialba e che si lascia andare a battute di poco conto per tenere sveglia la platea. Non riusciamo nemmeno a immaginare come tale soluzione nei dialoghi possa impreziosire l'esperienza dei più piccoli, ai quali è richiesta una minima conoscenza della fantascienza moderna: da un lato la puerile ignoranza, dall'altra la matura indifferenza, nel mezzo un prodotto che potrà tenere impegnati per qualche ora nel pomeriggio, ma che poi non lascerà nulla, nessuno strascico, se non qualche domanda e qualche "perché?".

Fuga dal Pianeta Terra Fuga dal Pianeta Terra è un modo maldestro di provare a dire la propria nel mondo dell'animazione, soprattutto dopo essersi trovato a lavorare su grandi produzioni come Cattivissimo Me. Con una regia soffocante, una sceneggiatura poco illuminata e un prodotto che non si esalta per tematiche e promesse, il film difficilmente potrà coinvolgere i più piccoli con un'avventura così scialba e indubbiamente non soddisferà i palati fini, che con l'animazione possono raggiungere ben altre vette, ambire a ben altri risultati.

5

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