Recensione From Paris with love

Recensione dell'action-movie di Pierre Morel interpretato da John Travolta

Recensione From Paris with love
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Era nel 2004 che abbiamo avuto modo di vedere l'agilissimo Cyril Raffaelli nei panni dell'agente speciale Damien, incaricato dalle autorità di recuperare un ordigno nucleare rubato da una gang della banlieu 13 in una futuristica Parigi caratterizzata da un insormontabile muro atto a separare il centro della città dai quartieri periferici.
Era in B-13, primo lungometraggio registico per il direttore della fotografia Pierre Morel, tornato quattro anni dopo dietro la macchina da presa con Io vi troverò, interpretato da un feroce Liam Neeson in vena di recupero della figlia rapita, scritto e prodotto - come il suo esordio - dallo Spielberg d'oltralpe Luc Besson.
Non a caso, insieme a India Osborne, è ancora una volta il regista di Nikita a finanziare la terza fatica di Morel, firmandone anche il soggetto e ricorrendo allo stratagemma della coppia d'azione da buddy movie. Espediente sempre efficace, come testimoniato da titoli del calibro di Arma letale di Richard Donner, 48 ore di Walter Hill e il predecessore maccheronico Il trucido e lo sbirro di Umberto Lenzi.

A proposito di Wax

A proposito del look del suo personaggio Wax, John Travolta dice: “Credo sia il prodotto della collaborazione tra Pierre, Luc e me. Avevo appena finito le riprese di un film diretto da Tony Scott e interpretato da Denzel Washington, dal titolo Pelham 123-Ostaggi in metropolitana, dove avevo un look da duro, perciò ho pensato ‘Beh, lì ha funzionato, ma ora come potrei riuscire ad apparire diverso in questo film?’ E così abbiamo deciso di sbarazzarci del tutto dei capelli, di farmi crescere il pizzetto e di vestirmi in stile ‘soldato di fortuna’. Poi abbiamo dato un’occhiata a delle foto di personaggi con la pistola, la sciarpa, la giacca di pelle e i pantaloni da paracadutista: erano affascinanti ed era così strana quella dicotomia fatta di fascino e pistole”.

Parigi Travolta dall'azione!

Sulle strade di Parigi, infatti, impegnati non solo a sgominare un'imponente organizzazione criminale che traffica droga, ma anche a sventare un attentato terroristico, troviamo insieme James Reece e Charlie Wax, rispettivamente con le fattezze del Jonathan Rhys Meyers di Match point e del divo de La febbre del sabato sera John Travolta.
Metodico e ligio alle regole, il primo è un agente segreto che lavora sotto copertura come assistente dell'ambasciatore americano a Parigi, preso anche a prestare attenzione alla sua vita sentimentale con la fidanzata Carolina, interpretata dalla polacca Kasia Smutniak - nota dalle nostre parti soprattutto per essere stata compagna di Pietro Taricone del Grande Fratello.
Capo rasato e dai modi spiccioli e poco ortodossi, il secondo è invece un agente della Cia che, inviato nella capitale francese per fare da partner a James, preferisce un bazooka e un caricatore pieno di pallottole ai raffinati metodi di intelligence.
Preferenze che si rivelano ben presto non poco efficaci al fine di portare a termine la duplice missione della coppia, destinata a vedersela con cimici nascoste, violente gang orientali e sniffate di cocaina.

Wax, drugs and rock'n'roll!

A tal proposito, pur trattandosi di un dettaglio forse utile alla descrizione del personaggio, decisamente poco educativa appare la sequenza in cui Wax incita Reece a fare uso della pericolosa polverina bianca per poter rimanere svegli ed eccitati durante la tutt'altro che facile operazione.
Al di là di questo, la vicenda, che s'ispira sotto certi aspetti al bondiano Dalla Russia con amore già a partire dal titolo, pone al suo centro, come c'era da aspettarsi, il progressivo rapporto d'amore e odio tra i due protagonisti, di cui Travolta osserva: "Credo che all'inizio Wax cerchi di capire chi sia questo tizio e se rappresenti o meno un ostacolo. Nel fare questo, esprime continuamente dei giudizi su di lui, ma sa che Reece funge da contrappeso rispetto a quello che è il suo ruolo. Le sue armi sono le lingue, l'intelligenza ed è una persona saggia, e tutto questo bilancia il mio comportamento rude. Il mio compito è di aiutarlo a diventare più simile a me: devo prendere un tipo che ha del potenziale e devo trasformarlo in una persona un po' più rude. Ho un lavoro da svolgere ma devo anche accettarmi di che pasta sia fatto".
Quindi, è chiaro che, durante la visione, a tornare alla memoria siano anche le coppie-stereotipi viste in tanti action-movie di Hong Kong, dai quali, come quasi tutto il cinema d'azione prodotto dalla Europa corp. Di Besson, From Paris with love sembra attingere non poco.
Non a caso, tra ralenti e double gun fight (espressione usata per descrivere il personaggio che spara impugnando due pistole contemporaneamente), a mancare non è una sparatoria all'interno di un ristorante, proprio come nel mitico Hard-boiled di John Woo; mentre Charlie Wax trova anche il tempo di citare Pulp fiction nel momento in cui sfoggia un Royale con formaggio.
Quindi, se B-13 non fu altro che una variante di 1997: Fuga da New York di John Carpenter, costruita su un frenetico ritmo da videogame e principalmente volta ad esaltare le invidiabili doti atletiche del protagonista, e Io vi troverò un'altamente coinvolgente pellicola che guardava in maniera evidente al machismo reaganiano proto-Commando, questa terza fatica di Morel, ricca d'azione e spettacolarità, si presenta semplicemente nelle vesti di violento prodotto di genere ben fatto, con poche sorprese riservate dalla sceneggiatura e abbastanza conforme alle regole del filone. Violento prodotto di genere comunque al di sopra della media e che il regista confeziona dimostrando come sempre notevoli capacità tecniche; oltre a concedere il giusto spazio all'ironia ed a regalarci un adorabilmente rozzo Travolta in trasferta francese destinato a rimanere nelle nostre teste e nei nostri cuori.

From Paris With Love Scritto e prodotto, come i primi due, dallo Spielberg d’oltralpe Luc Besson, il terzo lungometraggio diretto dal direttore della fotografia Pierre Morel pone un atipicamente rozzo John Travolta accanto a un metodico Jonathan Rhys Meyers per regalare allo spettatore una nuova coppia d’azione. Tra inseguimenti, tante pallottole volanti ed evidente citazionismo dagli action-movie di Hong Kong, il risultato è un coinvolgente prodotto che soddisferà sicuramente i seguaci del filone (e non solo). Pur non aggiungendo nulla a quanto già detto dal regista - e dai suoi predecessori - fino ad oggi, ma lasciandoci tranquillamente continuare a pensare che i cineasti d’oltralpe siano tra i migliori sulla piazza per quanto riguarda le produzioni di genere d'inizio XXI secolo.

6.5

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