Recensione Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza

Amore, giustizia, uguaglianza: questi i temi principali di Freeheld, il film, tratto da una storia vera, liberamente tratto dall'omonimo documentario già vincitore di tantissimi premi.

Recensione Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza
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Nel mondo cinematografico ci sono dei temi che bastano da soli a descrivere il tema generale del progetto. Per esempio, se si parla di omofobia o di malattie terminali, è molto probabile che il film prenda una piega compassionevole, estremamente emotiva, fortemente drammatica e molto vicina al patetico. Si tratta di argomenti caldi, di quelli che sono sempre al centro dell'attenzione, che richiamano il pubblico su ogni tipo di comunicazione mediatica. Bene, Freeheld affronta entrambi questi temi, in uno stesso film, affidando la sceneggiatura a Ron Nyswaner (Philadelphia) e le interpretazioni principali a Julianne Moore (reduce dal premio Oscar per Still Alice) ed Ellen Page: scelte forti e ben studiate per dare a questa storia, già raccontata nell'omonimo cortometraggio documentario di Cynthia Wade, tutta la potenza necessaria per colpire lo spettatore dritto al cuore (o ai dotti lacrimali).
Freeheld narra la storia d'amore tra Laurel Hester (Julianne Moore) e Stacie Andree (Ellen Page) e della battaglia che condussero per ottenere giustizia. Laurel è una stimata detective della Contea di Ocean County e, nel corso della sua carriera, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Tutti sanno del suo lavoro, ma nessuno è a conoscenza della sua vita privata, che Laurel tende a mantenere nascosta, fino a quando non conosce Stacie e se ne innamora perdutamente. Quando Laurel scopre di avere un cancro, decide di assicurarsi che la sua sudata pensione vada alla sua compagna. Peccato che i funzionari della Contea (detti Freeholders) non abbiano nessuna intenzione di riconoscerle questo diritto: comincia così la sua duplice battaglia, contro la malattia e contro lo Stato che non vuole riconoscerle la stessa giustizia che, attraverso il lavoro in polizia, lei ha difeso per tutta la vita.

Diritti e giustizia

Qualcuno forse si chiederà: ha ancora senso mandare ora al cinema un film come Freeheld? Dopotutto il 26 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto a tutti gli americani, anche alle coppie omosessuali, il diritto di contrarre matrimonio. Quella stessa mattina, il presidente Obama ha tenuto un discorso alla nazione: "I progressi in questo percorso avvengono spesso attraverso piccoli incrementi, a volte facendo due passi avanti e uno indietro, grazie allo sforzo persistente dei cittadini che si dedicano". La vicenda di Laurel Hester è da considerarsi proprio uno di questi piccoli incrementi, una di quelle storie che ha avuto inizio come una semplice questione di amore e di identità personale e che, nel 2005, è diventata un punto cardine nella crescente lotta per la giustizia, l'uguaglianza e la parità di diritti. Lo sceneggiatore Ron Nyswaner è convinto che, ora più che mai, questo film sia molto importante: "Ci sono stati alcuni progressi significativi nell'ambito dei diritti dei LGBT e dei diritti sul matrimonio e questa storia è ancora più tempestiva proprio per questo motivo. Come esseri umani, tendiamo ancora a individuare modi per dividerci in gruppi e di essere sempre in guerra per questioni di politica, razza e sessualità. Ciò che mi auguro è che questo film consente alle persone di comprendere la realtà emotiva e psicologica di persone normale coinvolte in queste questioni. Spero che parli al cuore della gente, infondendo il desiderio di giustizia". Quello che è certo è che un film come Freeheld, soprattutto in un Paese come il nostro, può essere un ottimo modo per riaccendere i riflettori su una questione costantemente in discussione, ma non ancora risolta. E nonostante gli scontati presupposti per la costruzione di un dramma sentimentale dagli altrettanto scontati riflessi emotivi, il regista Peter Sollett riesce a portare sullo schermo una storia perfettamente bilanciata, dove tutto viene messo in mostra senza calcare troppo la mano. Lo spettatore viene lasciato libero di formarsi una propria opinione e di reagire alla narrazione con i suoi tempi, senza forzature imposte dalla narrazione. Freeheld è un film forte e deciso, ma onesto, meno scontato e patetico di quello che sarebbe potuto essere: merito anche delle interpretazioni di Julianne Moore, Ellen Page e Michael Shannon, che riescono a rendere i loro personaggi credibili e umani nel più semplice dei modi.

Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza Va da sé che, a seconda della personalità e delle inclinazioni personali dello spettatore, Freeheld verrà recepito in modo diverso: quello che però va oggettivamente riconosciuto al film è il modo in cui racconta questa storia di amore e giustizia senza calcare troppo la mano sui tratti più emotivi e patetici. Quella che si vuole mostrare è la lotta per la giustizia di una persona che ha sempre avuto fede nel suo Paese e nei meccanismi che lo regolano, a prescindere dalle sue inclinazioni sessuali e dal suo stato di salute. Particolari che ovviamente vengono sfruttati quando necessario, ma in modo bilanciato e mai troppo invasivo. Freeheld racconta in modo dignitoso la sua storia, senza troppi eccessi... neanche di originalità o stile.

6.5

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