Recensione Fraulein - Fiaba d'inverno

L'esordiente Caterina Carone propone un Christian De Sica lontano dagli schemi del cinepanettone attraverso Fraulein - Fiaba d'inverno, commedia surreale dall'ambientazione desolata.

Recensione Fraulein - Fiaba d'inverno
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C'era una volta Christian De Sica, l'inconfondibile attore comico romano che, figlio dell'indimenticabile maestro del Neorealismo Vittorio, a partire dai primi anni Ottanta si è trasformato nel re della risata vacanziera natalizia da grande schermo.
Lontano da casa De Laurentiis e sotto la regia della Caterina Carone autrice nel 2010 del documentario Valentina Postika in attesa di partire, per la quale Fräulein - Fiaba d'inverno rappresenta il primo lungometraggio di finzione, lo troviamo nuovamente nei panni di un uomo in trasferta, ma tutt'altro che immerso in contesti da divertimento popolare a suon di turpiloquio e situazioni molto poco eleganti al servizio di personaggi piuttosto disgustosi e misogini.
Infatti, nei panni dello smarrito e infantile Walter Bonelli, piomba improvvisamente - e con la pretesa di soggiornarvi - nell'albergo ormai chiuso da tre anni gestito dalla solitaria Regina, quarantacinque anni e che, appunto, è proprio quel che si dice una Fräulein: niente marito e figli, carattere all'apparenza forte, un po' acida, un po' sarcastica e che fa di tutto per nascondere la propria femminilità.

Regina... della tempesta

La Regina cui concede anima e corpo la Lucia Mascino di Piccola patria e che, residente nel posto insieme alla gallina bianca Marilyn, dal portamento aristocratico, trascorre le giornate prestando assistenza ad alcuni anziani locali e condividendo la partita settimanale a Scala quaranta con le amiche storiche Hanna e Nina, ovvero Therese Hämer e Irina Wrona.
Oltre che ascoltando audiocassette di meditazione guidata che, come pure la presenza di un televisore combo videoregistratore, conferiscono un affascinante effetto vintage (da fiaba d'inverno, come il titolo stesso suggerisce) ai circa novantatré minuti di visione, turbati dall'arrivo di una imponente tempesta solare destinata a provocare sbalzi di corrente e blackout.
Un evento naturale e concreto che, però, intende anche apparire in qualità di allegoria relativa alla tempesta emotiva che si scatena nella auto-emarginata donna dopo che il citato Walter irrompe prepotentemente nella sua esistenza.
Un Walter che non manca di strappare sorrisi e che, in realtà in possesso di un personale segreto, Mr. Cinepanettone incarna magnificamente sfoggiando anche le sue impareggiabili doti canore in una interpretazione della sempreverde Spaghetti a Detroit di Fred Bongusto.
Contornato da un cast di apprezzabili colleghi comprendenti un Max Mazzotta bizzarro come di consueto; man mano che il tutto si evolve lentamente... rivelandosi una non eccelsa ma particolarmente gradevole commedia dai toni surreali incentrata su uno scontro destinato a trasformarsi nell'incontro tra due persone segnate dalla vita, congelate nelle rispettive inquietudini e schiacciate dalla solitudine.

Fraulein - Fiaba d'inverno Da un lato il racconto di un paese immaginato e di confine su cui incombe la minaccia di un fenomeno naturale straordinario, dall’altro una storia di ritrovamento di se stessi e di riconciliazione del mondo attraverso lo scontro-incontro tra i due protagonisti con le fattezze degli ottimi Christian De Sica e Lucia Mascino. Tappa professionale atipica per il Signore dei cinepanettoni, nonché primo lungometraggio di finzione diretto dalla giovane Caterina Carone, proveniente dai documentari e amante dei lavori di Tim Burton, Fräulein - Fiaba d’inverno è, in sintesi, tutto questo. Un esperimento insolito per la celluloide tricolore d’inizio terzo millennio, che, confezionato guardando in maniera evidente al cosiddetto cinema d’autore, manifesta i connotati di una commedia dai toni vagamente fantasy che si rivolge comunque al grande pubblico... lasciandosi apprezzare senza grossi entusiasmi.

6

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