Mio Fratello, Mia Sorella Recensione: Alessandro Preziosi è su Netflix

Netflix e Mediaset firmano una collaborazione nel film di Roberto Cappucci: Mio Fratello, Mia Sorella con Alessandro Preziosi e Claudia Pandolfi.

Mio Fratello, Mia Sorella Recensione: Alessandro Preziosi è su Netflix
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Gli investimenti di Netflix sulle produzioni italiane si fanno sempre più ingente e cercano di abbracciare un pubblico ancora più vasto. Il successo di titoli come Baby (qui la nostra recensione di Baby 3) o di Suburra (ed eccovi la nostra recensione di Suburra 3) lasciano ben intendere quanto il colosso streaming faccia bene a puntare sul nostro Paese, d'altronde.

Con Mio Fratello, Mia Sorella, lungometraggio in uscita sulla piattaforma l'8 ottobre, Netflix abbraccia un altro genere e un altro tipo di audience, con una produzione in collaborazione con Mediaset e svariati volti noti della fiction nostrana. Un'opera, quella del regista Roberto Capucci, che racconta un tema prezioso e lo declina in un formato forse non troppo congeniale al pubblico di Netflix, per quanto la pellicola mostri anche degli spunti interessanti.

La vita di due fratelli

Mio Fratello, Mia Sorella inizia con un funerale. Quello del padre di Nik e Tesla, un celebre e rinomato professore appassionato di fisica e ingegneria, al punto da dare ai suoi stessi figli nomi ispirati ad uno degli inventori più celebri della storia (Nikola Tesla, appunto). L'uomo ha lasciato una preziosa eredità ai due fratelli, che tuttavia non si parlano né si vedono da vent'anni.

Il ritorno di Nik (Alessandro Preziosi) a Roma, dopo una vita passata a girare il mondo lavorando come surfista, scuote profondamente la vita di sua sorella Tesla (Claudia Pandolfi), donna divorziata, frustrata e infelice, intrappolata in una gabbia di apprensione nei confronti di suo figlio Sebastiano, un ragazzo con un talento notevole per il violoncello ma affetto da schizofrenia.

I due protagonisti scoprono loro malgrado, alla lettura del testamento, che il defunto genitore non ha lasciato loro soldi, ma soltanto la casa in cui vive attualmente Tesla, con una sola richiesta come ultimo desiderio: che i due odiati fratelli vivano sotto lo stesso tetto per almeno un anno, nel tentativo di recuperare il legame perduto e tornare ad essere una famiglia unita.

La vita sregolata di Nik, donnaiolo e menefreghista, entra sin da subito in contrasto con la routine ossessiva di sua sorella, la quale teme che l'influenza del suo scapestrato parente possa peggiorare la malattia di Sebastiano. E invece sarà proprio in questa convivenza forzata, e tanto rigettata, che l'intero nucleo riscoprirà il valore dell'essere una famiglia, e per alcuni personaggi di questo racconto inizierà un percorso che gli farà capire come tornare davvero a vivere per superare vecchi drammi sepolti sotto un ventennio di silenzi.

Operazione riuscita?

Lo diciamo sin da subito, "Mio Fratello, Mia Sorella" potrebbe non essere un titolo adatto ad ogni fruitore della piattaforma streaming. L'opera co-prodotta da Netflix e Mediaset parla un linguaggio molto vicino alla fiction generalista nostrana, e per questo inciampa in più di qualche occasione in alcuni stereotipi tipici di un classico dramma all'italiana.

Non di meno, crediamo che alcuni spunti della sceneggiatura prendano direzioni un po' troppo eccessive, e che certe vicende accadano più per situazionismo che in virtù di una reale coerenza narrativa, pur confezionando un paio di colpi di scena abbastanza apprezzabili nell'ultimo atto. Ciononostante il film trasmette con efficacia un incoraggiante messaggio familiare e racconta un tema tanto delicato quanto prezioso come la schizofrenia, incanalando nella storyline del giovane Sebastiano alcuni momenti di giusta e sentità sensibilità.

Merito dell'interpretazione istrionica e pregevole di Francesco Cavallo, un giovane talento casertano (classe 1997) al suo doppio debutto cinematografico in questo 2021 che lo vede protagonista sia in Mio Fratello, Mia Sorella sia ne La Scuola Cattolica (a tal proposito, in queste ore fa polemica la censura de La Scuola Cattolica). Le doti recitative sono da elogiare per gran parte di un ottimo cast, equamente diviso tra veterani del cinema di genere nel nostro Paese - mattatori assoluti sia Preziosi sia la Pandolfi, in tal senso - e diversi volti della nuova generazione: su tutti, Ludovica De Martino nel ruolo di Carolina, primogenita di Tesla e sorella di Sebastiano.

Mio Fratello, Mia Sorella è insomma un film con buone idee sul piano emotivo e drammaturgico, con sequenze piuttosto intense, ma qualche ingenuità sul fronte della sceneggiatura. Un'opera che si regge anche grazie alla regia solida di Cappucci, bravo sia nel valorizzare i volti dei suoi iconici protagonisti sia nell'esaltare la varietà scenografica, dalle strade e i vicoli di Roma ai paesaggi marittimi delle coste laziali.

Mio Fratello, Mia Sorella Mio Fratello, Mia Sorella è un classico dramma all'italiana che inciampa in qualche ingenuità di sceneggiatura, ma affronta con delicatezza il tema della schizofrenia e poggia sulla recitazione sentita ed emotiva dei suoi protagonisti. Un film pensato per un pubblico più che generalista, che forse non troverà nell'audience più "geek" di Netflix il suo principale bacino d'utenza. Ciononostante, merita una chance.

6.5

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