Fractured, la recensione del film originale Netflix

Un uomo accompagna la figlia ferita e la moglie in ospedale, dopo qualche ora le due spariscono nel nulla e nessuno ricorda di averle viste.

Fractured, la recensione del film originale Netflix
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Ray Monroe è in macchina con la moglie Joanne e la figlia Pery, di ritorno da una visita ai suoceri non conclusasi nel migliore dei modi. Proprio la riunione familiare con i genitori della donna ha causato l'ennesima discussione nella coppia, nell'ultimo periodo in forte crisi. Durante la sosta a una stazione di servizio, mentre Joanne è andata nel bagno della struttura per cercare la cipria della bambina, Pery viene minacciata da un cane rabbioso e Ray interviene prontamente, non evitando però la caduta della piccola in un fosso attiguo.

In Fractured la caduta ha provocato una probabile frattura al braccio e Ray, in compagnia di una preoccupatissima Joanne, fa di tutto per arrivare il prima possibile all'ospedale locale, rischiando anche numerosi incidenti nel percorso. Giunti a destinazione, l'uomo inizia le varie procedure per far ricoverare la bambina ma nota come l'attesa sia più lunga del previsto e le domande a lui poste sembrino non finire mai, andando a scavare anche in un tragico evento del suo passato.
Quando Pery viene finalmente ammessa per la visita e conseguente operazione, il protagonista entra in un nuovo incubo: qualche ora dopo infatti, alla richiesta di aggiornamenti medici, nessuno dei dottori e infermieri sostiene di ricordare sua moglie e sua figlia, e Ray dovrà lottare con ogni forza per potersi ricongiungere ai propri cari.

L'uomo senza senno

Il cinema di Brad Anderson nasconde spesso le proprie carte narrative per poi dispiegarsi in plot twist che ribaltano continuamente il gioco identitario dei suoi protagonisti: basti pensare alle evoluzioni di trama di film cult come Session 9 (2001) e L'uomo senza sonno (2004) nei quali i colpi di scena erano elementi fondanti del racconto.
E proprio con il titolo con protagonista Christian Bale questo suo nuovo lavoro ha molto in comune nel descrivere la discesa all'inferno di un padre di famiglia che tenta in ogni modo di scoprire la verità su quanto accaduto alla moglie e la figlia, misteriosamente scomparse all'interno di un ospedale in cui nessuno degli impiegati ha ricordi di loro.

Una trama che omaggia anche un altro grande classico come Frantic (1988) di Roman Polanski, nel quale il personaggio di Harrison Ford si trovava a lottare contro tutto e tutti pur di ritrovare la compagna svanita nel nulla: il percorso vissuto dal Ray di Sam Worthington (in una delle prove più efficaci della carriera recente) è alquanto similare, almeno nella prima parte, salvo poi spostarsi su coordinate più affini all'horror psicologico nella seconda metà.

Niente è quello che sembra

Se la sceneggiatura acquista fascino proprio nel turbolento scorrere degli eventi, sempre più imprevedibile, è altrettanto palese notare come certe forzature indirizzino la vicenda verso il finale voluto, con risvolti non sempre coerenti con quanto vista in precedenza che devono essere "perdonati" dallo spettatore per godere appieno dell'insieme nel suo complesso. L'atmosfera ambigua e sospesa, che nella progressiva escalation finale si srotola in flashback e illuminanti, amare rivelazioni, è ampiamente irrobustita dalla plumbea fotografia, con cieli tersi e scorci notturni negli esterni che fanno da adeguato contraltare ai freddi interni ospedalieri, che potenzialmente nascondono inquietanti segreti.

Fractured (nuova esclusiva del catalogo di Netflix) è apprezzabile nel suo equilibrato mix tra toni introspettivi e drammatici e grazie a una solida tensione di genere, con dinamiche action che caratterizzano alcuni dei passaggi salienti della storia e mantengono sempre sul "chi va là", riuscendo in questo a tenere alta la soglia dell'attenzione per tutto il corso dei cento minuti di visione, fino a un epilogo crudo e crudele che si mostra come chiosa ideale di una pellicola imperfetta ma godibile.

Fractured Brad Anderson non si smentisce e ci trascina ancora una volta in un incubo a occhi aperti nel raccontare la vicenda di un padre che, dopo aver accompagnato la figlia in ospedale per una sospetta frattura al braccio, "scopre" che la bambina e la moglie sono svanite nel nulla e che nessuno si ricorda di loro. Così come in Frantic (1988) il protagonista pensa di essere al centro di una cospirazione e fa di tutto per ritrovare i propri cari, salvo affrontare nel corso dei sempre più ingarbugliati eventi una serie di situazioni che mettono sempre più a rischio la propria sanità mentale. Fractured avvince e convince nella tensiva messa in scena, in coeso equilibrio tra tensione psicologica e dinamiche di genere, ma per farlo deve obbligatoriamente concedersi diverse forzature in fase di sceneggiatura, tra indizi e plot twist che ribaltano continuamente le carte in tavola in maniera non sempre naturale e verosimile. Ma se si chiude un occhio su suddette imperfezioni, i cento minuti di visione sanno offrire un sano intrattenimento a tema privo di momenti di stanca.

6.5

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