FirstBorn, la recensione dell'horror britannico disponibile su Netflix Recensione

Una bambina vittima di una maledizione del mondo spiritico è al centro di FirstBorn, horror diretto da Nirpal Bhogal.

FirstBorn, la recensione dell'horror britannico disponibile su Netflix Recensione
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Ha come elemento scatenante della vicenda una bambina, come già sottolinea il titolo (letteralmente tradotto "il primogenito"), FirstBorn, horror che si inserisce nell'immenso sottofilone di film con piccoli pargoli vittime di maledizioni. Il secondo film di Nirpal Bhogal, battente bandiera britannica, inizia con la giovane coppia formata da James e dalla bella Charlie che scopre di essere in attesa di un bebé. La piccola Thea nasce in piena salute ma dal suo arrivo la casa dei due sposini è vittima di inquietanti fenomeni: quando Charlie viene aggredita in piena notte da un'entità sconosciuta, il marito decide di contattare suo padre (con cui non ha rapporti da molti anni), noto occultista. Questi sostiene che la bambina è vittima di una maledizione e che solo tramite alcuni rituali giornalieri potrà vivere un'esistenza normale.

Il dono

Niente di nuovo sotto il sole in quest'horror di routine, stanco reiterarsi di stereotipi che non riesce a risultare mai del tutto convincente ed originale. FirstBorn, disponibile su Netflix, è un titolo realizzato con dovizia ma privo di qualsiasi personalità, tanto che anche l'escalation nella seconda metà di visione, con inquietanti creature mostruose a fare la loro comparsa (realizzate comunque con efficaci make-up ed effetti speciali), non suscita mai un sussulto indirizzando la struttura narrativa su ovvietà di sorta. Un appartamento, due genitori scettici, un paio di personaggi che nascondono segreti e una bambina elemento catalizzante di fenomeni spiritici: una ricetta cucinata più e più volte e qui priva di speziature che avrebbero potuto valere il tempo della visione. Bhogal dimostra discreto mestiere in fase registica, con una manciata di sequenze stilisticamente interessanti, ma è proprio la paura la grande e ingiustificata assente, tra colpi di scena improbabili ed un epilogo quanto mai scontato. E nonostante le discrete performance dell'eterogeneo cast la carica empatica viene meno a causa di una sceneggiatura che non si premura di caratterizzare i personaggi con la giusta dose introspettiva, sprecando le interessanti potenzialità introspettive di cui questi erano portatori in un crogiolo di forzature e inverosimiglianze dove il reale spaventa più del sovrannaturale.

FirstBorn Non ci prova neanche a raccontare qualcosa di nuovo FirstBorn, horror che si adagia lemme lemme sul canovaccio da bignami di genere. Non basta perciò una comunque discreta messa in scena a nasconderne le povertà narrative e l'assenza di tensione. Nonostante una discreta cura nella gestione e nella rappresentazione delle presenze paranormali, queste sono talmente scontate da non suscitare la minima paura, rendendo la visione solo un semplice +1, esclusivamente per i più strenui onnivori del filone.

5

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