Finch Recensione, su Apple TV+ lo stravagante sci-fi con Tom Hanks

Miguel Sapochnik dirige un gradevole racconto d'ambientazione post-apocalittica, sospeso tra toni leggeri e sfumature più drammatiche.

Finch Recensione, su Apple TV+ lo stravagante sci-fi con Tom Hanks
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Come sopravvivere ad un'apocalisse con la sola compagnia di simpatico cagnolone e di un robottino di piccole dimensioni? Semplice, costruendo un androide ad altezza d'uomo, dotato di intelligenza e acculturato tramite l'innesto forzato di nozioni contenute all'interno di diversi libri di testo e romanzi. E magari in grado di "sognare pecore elettriche".

Questo è quanto pensa Finch, un geniale inventore che non ha contatti con altri esseri umani e si trova ogni giorno a lottare per la sopravvivenza in un mondo devastato, dove le tempeste solari hanno reso la superficie terrestre per gran parte invivibile, con temperature insostenibili e violente tempeste di sabbia che sconquassano quanto rimasto delle grandi città. Il protagonista, a bordo di un camper adattato per gestire tali condizioni climatiche, si muove insieme al robottino Dewey in cerca di provviste e oggetti potenzialmente utili in supermercati e negozi devastati, e ha scelto come base una struttura sicura e isolata, dove lo aspetta il suo amato cane Goodyear.

Proprio per proteggere l'animale nel caso gli succedesse qualcosa, Finch costruisce un androide nel quale ha scaricato informazioni provenienti da volumi che parlano di diversi argomenti, sia testi tecnici che classici della letteratura come Il Piccolo Principe. E quando una super tempesta è prossima ad avvicinarsi, i quattro sono costretti ad abbandonare quel rifugio sicuro e a mettersi in viaggio con destinazione San Francisco. Le premesse per il classico titolo di genere ci sono tutte, ma Finch, il film con Tom Hanks su Apple TV+, non sembra intenzionato ad accontentare tutti.

Cambio di approccio

Se nei primi minuti pare di assistere ad una sorta di versione terrena del The Martian (2015) di Ridley Scott e altrove emergono invece influenze dal sottostimato Humandroid (2015) di Neill Blomkamp (qui la nostra recensione di Humandroid), Finch con il procedere dei minuti ricerca una strada inedita più virata al cinema on the road, con il viaggio intrapreso dall'improbabile poker di protagonisti che si ammanta di tonalità via via sempre più malinconiche e introspettive.

L'anima fantascientifica e apocalittica che caratterizza la parte iniziale lascia così spazio ad una marcata componente umana, scelta solo apparentemente paradossale data la presenza come assoluta co-star dell'androide, ribattezzato Jeff: questi infatti diventa sempre più vivo e dotato di emozioni con lo scorrere degli eventi e si rivelerà determinante nelle svolte finali, e dolceamare, del racconto.

Parzialmente ingannevole ma non per questo meno meritevole nel suo cambio di approccio, con solo qualche appunto da fare su un'eccessiva retorica che rischia di rendere stucchevole l'ultima mezzora di visione. Chi si attendeva un prodotto tipicamente di genere potrebbe a questo punto rimanere in parte deluso, soprattutto dopo le incoraggianti premesse iniziali che sembravano puntare a tutt'altro film.

L'ultimo uomo sulla terra

D'altronde un volto rasserenante come quello di Tom Hanks, alla sua prima incursione nella sci-fi dai tempi di Cloud Atlas, non poteva che prendere parte ad una produzione altrettanto rassicurante: basti pensare che nei giorni scorsi, tanto per non smentire il suo carattere affabile, Tom Hanks ha sorpreso una coppia durante il loro matrimonio a Santa Monica.

Sia chiaro, questo non è assolutamente un male ma rischia di spiazzare potenzialmente lo spettatore, soprattutto dopo quell'inizio che faceva presagire ben altro, complici anche gli efficaci effetti speciali nella creazione di violente tempeste di sabbia e tornado. In certi passaggi si respira anche una notevole dose di ironia, in particolar modo nella gestione del neonato personaggio robotico, al centro di gag che giocano proprio sul suo "percorso di formazione" e che lo portano a crescere e a sviluppare una specie di coscienza.

Allo stesso modo sono pregne di tenerezza le numerose sequenze in cui Finch o Jeff interagiscono con la figura canina, vero e proprio terzo incomodo che in diverse occasioni ruba la scena ai suoi compagni d'avventura. Tra riferimenti alle leggi della robotica, qui interpretate in maniera libertina almeno in determinate svolte prese dalla sceneggiatura, e citazioni ad autori cardine della fantascienza, la storia si carica di omaggi sparsi a varie opere precedenti - da qualsiasi media - e rischia per questo di apparire parzialmente derivativa, con colpi di scena intuibili e una tensione più drammatica che di vera e propria suspense. Le sequenze di pura azione, se così si possono definire, sono poche o nulle e l'intero costrutto si affida alla missione intrapresa dai Nostri, con Tom Hanks pronto a tutto pur di realizzare il suo scopo nonostante impedimenti apparentemente insormontabili.

Finch è un film sul collasso del mondo e dei valori, con flashback e racconti di quanto accaduto nel recente passato a manifestare i sintomi di un'umanità ormai assuefatta alla violenza, dove l'interesse personale calpesta i più saldi e nobili valori umani e sopravvivere è la sola cosa che conta. Difficile vederci un vero e proprio riferimento all'attuale situazione politica d'Oltreoceano, in quanto il tema alla base è risaputo, visto e rivisto, e non aggiunge nulla di relativamente nuovo alla mitologia del genere.

Nelle sue quasi due ore di visione l'intrattenimento è semplice e genuino, quindi gradevole, ma si respira un'effettiva mancanza di personalità che possa renderlo un moderno cult. Miguel Sapochnik, regista di alcuni degli episodi più memorabili di Game of Thrones, pone la sua firma con mano dolce ma altrettanto facile, nel tentativo - riuscito - di conquistare il grande pubblico di famiglie ma deludendo forse chi si sarebbe atteso altro.

Finch Difficile dire dove finisca la fantascienza e inizi il viaggio on the road di facile consumo in questo atipico racconto d'ambientazione post-apocalittica, che vede per protagonisti un inedito poker, poi trio, di personaggi. Dall'uomo al robottino, dal cane all'androide dotato di intelligenza ed emozioni, Finch parte nel migliore dei modi strizzando l'occhio agli appassionati con la rappresentazione di questo mondo allo sfascio, ma finisce poi per prendere una via più leggera, prima sospesa su una sana ironia e poi su sfumature più drammatiche e retoriche che, soprattutto nell'ultima parte, prendono fin troppo il sopravvento depotenziando la fase tensiva e di genere dell'operazione, già prima comunque limitata rispetto alle attese. Un film semplice, da prendere come una visione piacevole ma mai in grado di lasciare effettivamente il segno, nonostante un Tom Hanks che ce la mette davvero tutta quale unica figura umana a solcare lo schermo. Il film è disponibile nel catalogo di Apple TV+.

6.5

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