Recensione Ex Machina

Alex Garland, l'apprezzato sceneggiatore di Danny Boyle e dell'ultimo Dredd, esordisce alla regia con uno sci-fi umanista che mette in guardia sulla pericolosità dell'eccessiva rincorsa tecnologica.

Recensione Ex Machina
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Da Blade Runner in poi la fantascienza umanista giocata sui rapporti tra uomo e macchine ha assunto nuova forma. Forma che pervade anche l'esordio alla regia di Alex Garland, meglio conosciuto in passato come lo sceneggiatore di Danny Boyle (suoi gli script di The Beach, 28 giorni dopo e Sunshine, oltre che quello dell'ultimo Dredd). In un mondo contemporaneo in cui la tecnologia domina ed impera, spesso anche a nostra insaputa, Ex Machina getta le basi di un possibile, inquietante, futuro pur racchiudendo la storia (scritta dallo stesso novello regista) in un microcosmo con solo quattro personaggi presenti. Umani contro intelligenze artificiali, uomini contro donne, interpretati rispettivamente dal figlio d'arte Domnhall Gleeson e dall'Oscar Isaac di A proposito di Davis, e dalle giovani e belle Alicia Vikander e Sonoya Mizuno.

Uomini o dei

Caleb è un giovane programmatore che lavora per BlueBook, il motore di ricerca più usato al mondo. Il ragazzo viene scelto per visitare la base di ricerca del fondatore della compagnia, l'eccentrico e solitario Nathan, che vive recluso in una tecnologica struttura sui monti. Qui Caleb scopre a cosa sta lavorando lo scienziato: un avanzatissimo progetto di intelligenza artificiale che ha le fattezze di una bella ragazza, chiamata Ava. Il ragazzo trascorrerà sette giorni insieme a Nathan e sottoporrà Ava al test di Turing, per poter affermare con certezza l'infallibilità della I.A. Ma durante il suo soggiorno l'ospite scopre che il "padrone di casa" nasconde dei segreti e comincia inoltre a provare una sorta di platonica attrazione, apparentemente ricambiata, verso la ragazza-robot...

Rise of the machine

L'incipit narrativo di Ex Machina ricorda molto da vicino quello del quasi omonimo, e conterraneo, The Machine, uscito nel 2013. Ma tolte alcune similitudini a livello di trama, ben presto le atmosfere dei due titoli si distaccano: se infatti il bel film di Caradog W. James, pur pregno di una forza drammatica non indifferente, svoltava verso un avvincente e non banale svolta action nell'ultima parte, l'esordio di Garland mantiene per tutta la sua durata un forte taglio intimista e sommesso, capace di creare una sottile inquietudine etica. Una fantascienza che guarda alla scienza che guarda al sentimento; in una sorta di serpente dalle mille code che striscia nelle sfumature più umane, il regista opta per ritmi lenti e compassati che ben mettono in risalto le caratterizzazioni dei vari personaggi. Caleb è infatti un giovane insicuro ma acuto, mentre Nathan è sin troppo sicuro di sé e del suo potenziale: in mezzo a loro Ava, ragazza artificiale senza un passato e dall'incerto futuro, è l'ago di bilancia che metterà i due uomini l'uno contro l'altro. In una struttura hi-tech, isolata dal resto del mondo (le riprese sono state effettuate nelle foreste norvegesi) che fa da sempre sfondo ai più classici degli horror / sci-fi, si muovono così gelosie e passioni, ambizioni e crudeltà intessute su un contesto di tangibile pericolo derivante dall'inarrestabile sviluppo tecnologico. Con una fotografia avvolgente ed efficaci effetti speciali, il quartetto di interpreti si muove con disinvoltura, in particolare Alicia Vikander riesce a infondere la giusta, umana, ambiguità ad Ava, I.A. Prometeo di un possibile nuovo mondo, come suggerisce l'affascinante, ma non così inaspettato, epilogo.

Ex Machina Ex Machina è un esordio ambizioso che, pur osando fin oltre i suoi limiti, pone questioni interessanti (per quanto non nuove) sui pericoli dell'eccessivo sviluppo tecnologico. In una struttura isolata si pone così il destino di due uomini, opposti caratterialmente ma entrambi maghi dei computer, catturati ognuno a loro modo dal magnetismo di un'intelligenza artificiale mai così reale e ambigua, cui presta le dicotomiche fattezze la bella Alicia Vikander.

7

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