Recensione Ex

Viaggio nella complicata tela sentimentale degli EX.

Recensione Ex
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San Valentino tra gli EX

È ben noto a molti che uno dei motori emotivi che da sempre fanno andare avanti la laboriosa macchina cinematografica è l’amore. E quale periodo migliore se non quello di San Valentino per portare sul grande schermo l’ennesimo profilarsi di baci, intrighi ed innamoramenti? E mentre le strade si riempiono di coppiette felici, più che mai innamorate e la grande macchina commerciale a forma di cuore si mette in moto per il suo mese più frenetico, Fausto Brizzi, noto al grande pubblico italiano per Notte prima degli esami, decide di porre una grande e marcata croce nera sui comportamenti della serotonina e di focalizzare l’attenzione sugli EX.

Un'intricata tela di sentimenti

Il film comincia esattamente dove notoriamente siamo abituati a vedere in sovraimpressione la folgorante scritta “the end”: un susseguirsi di vissero felici e contenti, coronati da matrimoni, promesse al cielo stellato ed effusioni varie. Ma gli anni passano e molti baci dopo le cose cominciano a cambiare. L’ormone dell’amore ha effetti limitati nel tempo e gli impulsi che spingono una giovane coppia a credere che tutto sia eterno, svaniscono inesorabilmente. Ci si ritrova così a sbirciare dentro le vite di sei coppie, i cui protagonisti divengono l’emblema del disfacimento dell’amore senza tempo, creando con le loro nuove relazioni un fitta rete di incroci e coincidenze dal dubbio destino.
Filippo (Vincenzo Salemme) e Caterina (Nancy Brilli) sono ormai prossimi al divorzio. Incompatibili per caratteri ed impegni combattono per l’affidamento dei figli, che però nessuno dei due vuole. Luca (Silvio Orlando) e Loredana (Carla Signoris) sono invece in piena guerra coniugale: da quando i loro due figli si sono trasferiti a vivere fuori casa, hanno cominciato a non ricordare più motivi validi per stare insieme, a non capire, a non ascoltare e ad attaccarsi in maniera drammatica e plateale, con urla, mobilia ridotta in frantumi ed inseguimenti coltello alla mano. Così Silvio deciderà di trasferirsi a vivere con il figlio, riassaporando i piaceri della sedicente vita da ventenne. Sergio (Claudio Bisio), divorziato ormai da anni, si ritrova all’improvviso a doversi prendere cura delle figlie adolescenti, a causa dell’improvvisa morte della ex moglie. Elisa (Claudia Gerini) è prossima alle nozze con Corrado (Gianmarco Tognazzi), ma il saldo rapporto verrà scosso dalla ricomparsa del suo ex storico, Lorenzo (Flavio Insinna), nei panni del sacerdote scelto per celebrare la cerimonia. Paolo (Fabio de Luigi), fidanzato con Monique, è minacciato da Davide (Alessandro Gassman), ex dell’affascinante francesina, che cercherà in ogni modo di far dividere la coppia, approfittando anche della sua posizione di membro della polizia. Ed infine ci sono Giulia (Cristiana Capotondi) e Marc (Malik Zidi): giovane coppia di innamorati che vivono insieme a Parigi, ma che saranno costretti ad intraprendere una complicata storia a distanza a causa del trasferimento di lei in Nuova Zelanda per motivi di lavoro.
Le molteplici strade dei diversi personaggi si incontreranno spesso in più punti, segnati da legami familiari o di amicizie, da frequentazione di stessi luoghi o semplicemente dal divincolarsi delle vicende e delle situazioni, creando una intricata tela di ragno sui sentimenti e su come essi modificano persone, atteggiamenti e vite.

Ridere del sentimento dell'amore

Dopo il grande successo raggiunto da Fausto Brizzi con Notte prima degli esami, il mondo del cinema italiano era ansioso di vedere cosa il regista avrebbe proposto per il suo terzo lavoro. Abbandonati ormai i banchi di scuola ed il divincolarsi degli amori adolescenziali di ieri ed oggi, EX si sposta nel mondo degli adulti, dove anche quando si parla di amore, i sentimenti sembrano passare in secondo piano. Il film segue lo schema già proposto dal cinema statunitense ed anglosassone (Love Actually), analizzando una stessa tematica attraverso la metamorfosi di storie concatenate tra loro per personaggi o situazioni. Il ritmo della narrazione è sempre abbastanza serrato, mai troppo lento, ma nemmeno troppo frenetico. Nel raccontare e montare le varie storie sembra quasi si voglia seguire la velocità con cui le palpitazioni umane reagirebbero alle svariate situazioni. Quando ci si perde nei ricordi tutto diventa lento, fotografico, illuminato dalle caratteristiche luci del Moulin Rouge o dal riverbero del sole sul mare della Nuova Zelanda (ricostruita idealmente a Cape Town, Sudafrica) contrastando con i momenti di lucidità e pazzia, che si muovono alla velocità di una luce stroboscopica di una discoteca e con la forza di una litigata rabbiosa. Un contrasto registico che non crea incongruenze stilistiche e anzi accompagna lo spettatore in maniera empatica e seducente.
EX si avvale anche di un’avvincente colonna sonora costruita con pezzi appartenenti al panorama della musica pop italiana ed internazionale, tra cui spiccano due brani composi appositamente per il film da Biagio Antonacci: Il cielo ha una porta sola ed Aprila. Simpatico è anche il cameo musicale del duo dei Jalisse, richiesti esplicitamente dal regista ed inseriti in maniera ironica e divertente all’interno del costrutto filmico.
Molti sono i momenti comici, sottolineati da battute a volte geniali e ben costruite rese tali anche dalle capacità mimico-recitative degli svariati interpreti, conosciuti ed apprezzati dal pubblico perché quasi tutti protagonisti del panorama audiovisivo italiano. Ma si tratta di una comicità mai forzata e mai ricercata attraverso mezzi esagerati e poco consoni alla sensibilità del tema trattato. Una sorta di contro-manifesto della comicità italiana, in cui spesso, per ridere dell’amore, si è ricorso a stratagemmi e situazioni dal sicuro impatto sul pubblico ma che hanno attribuito poi alla commedia italiana la nomea di film mediocri e mal costruiti.

Ex Il manuale cinematografico di Fausto Brizzi sugli EX, proposto anche il versione cartacea dallo stesso autore, non è certo un capolavoro e non ha nemmeno pretese di esserlo. Ma bisogna ammettere che è ben strutturato e costruito e che riesce contemporaneamente a far ridere e a commuovere, riunendo in sala un pubblico eterogeneo, garantito dalla vastità di attori e dalla loro differente presa generazionale. Un’opera piacevole e decisamente godibile, reiterazione di uno schema vincente ma che non sfiora mai il conformismo.

6.5

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