Recensione Evil Things - Cose Cattive

Luca Argentero produce un horror italiano ma che s'ispira fortemente alle produzioni internazionali di genere

Recensione Evil Things - Cose Cattive
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Quattro presunti vincitori di un concorso riservato alle ‘cose più cattive' che la rete possa metter in condivisione, sono gli adolescenti protagonisti di Evil Things - Cose Cattive (film prodotto dalla Inside di Luca Argentero e Myriam Catania) che tenta di aprire il cinema italiano al genere horror. Un tentativo audace eppure non troppo riuscito quello di studiare a livello antropologico e sociologico l'immenso mondo della rete e delle sue (anche brutali) potenzialità. L'idea è infatti quella di un blog (realmente esistito - e monitorato - nella fase di preparazione del film) che esorti tutti i suoi frequentatori a sfruttare l'ingegno per dare vita alla creatività più degenere, quella che poggia sulle frustrazioni, sulle fragilità e sulla drammatica voglia di protagonismo proprie dell'uomo. Un mondo (soprattutto quello che associa la rete al mondo dei giovani) spesso sfruttato come cartina di tornasole per portare alla luce e sublimare l'insana brutalità/malvagità che alberga e prolifera specie nelle esistenze più fragili, o non ancora sufficientemente strutturate (proprio come, appunto, quelle adolescenziali). A questo quadro si associa la realtà coeva della velocità di diffusione e condivisione delle idee tipica delle odierne tecnologie, a rappresentare ‘la tenia' di un male che può alimentarsi e propagarsi a velocità incontrollabile. Il carisma di una mente disturbata protesa istintivamente al male, diventa così il fuoco di un disagio che trova la sua massima amplificazione nel desiderio di successo, mentre un ipotetico blog diventa il luogo virtuale attorno a cui ragazzi da ogni parte del mondo tendono a convogliare la loro creatività più ‘malefica'.

Cose (quanto) cattive?

Cose Cattive (va riconosciuto) rappresenta un audace tentativo italiano di percorrere le strade di genere solitamente non battute nel nostro (fin troppo) omogeneo panorama cinematografico. Di contro, però, si tratta di un'opera che pesca a man bassa in tutto il campionario di titoli e narrazioni che già hanno (e molto più approfonditamente) attraversato il genere horror. Dalla drammaturgia di Saw (in assoluto il titolo più influente nel tessuto narrativo di Cose Cattive), passando per il richiamo estetico della trilogia Millennium (la brava protagonista Marta Gastini è una fin troppo chiara rivisitazione di Lisbeth Salander), e attingendo ideologicamente al filone di adolescenza quale sinonimo di crudeltà legato a opere a impianto psicologicamente horror come Cruel Intentions, Cose Cattive non imbocca mai una propria strada narrativa, rimanendo invece impantanato in tutta una serie di rimandi e citazioni che rendono l'opera una sorta di revival di genere. Un'opera che infine risulta debole non tanto per la forma (tutto sommato e in certi frangenti anche accattivante), quanto per l'effetto di déjà vu e di rimpasto non sempre ordinato che viene fatto dei contenuti. Psicosi religiosa, malattia psichica, morbosità dell'occhio della rete e la capacità di insinuarsi e cavalcare il disagio esistenziale tipica dei social network, sono tutti spunti non sufficientemente analizzati che convergono verso una ‘disamina del germe dell'orrore' già abbondantemente vista e sperimentata. Poteva bastare appoggiarsi più solidamente (e continuativamente) alla dinamica che lega i due pilastri del film, ovvero il maestro del male alla sua più temibile discepola, espressione di un'esistenza che non temendo la morte e trascendendo la sofferenza del quotidiano, è l'unica davvero capace di non piegarsi al crescendo di tortura psicologica e fisica che è centro narrativo del film. Meno contaminazione avrebbe reso il film sicuramente più originale e (anche se non innovativo) quantomeno fedele alla sua intenzione di audacia.

Evil Things - Cose Cattive Simone Gandolfo (attore nella serie TV R.I.S. Roma - Delitti imperfetti) debutta alla regia con l’horror Evil Things - Cose Cattive, prodotto dalla Inside di Luca Argentero (qui alla sua prima volta in veste di produttore). Il film, girato nelle campagna torinese in inglese e poi doppiato in italiano, è un’opera senza infamia ma senza lode, che scorre (con poca inventiva) nel solco delle idee e delle rappresentazioni di genere più note. Così impregnato di elementi ampiamente sfruttati nel genere, Cose Cattive non riesce dunque a calamitare su di sé un’attenzione che vada oltre il rimando e la rivisitazione di un qualcosa di già visto. Il film, distribuito on demand a partire dal 30 gennaio in una sola copia, entrerà in un iter distributivo che partendo da Asti seguirà poi altre numerose tappe italiane per finire a Rimini nelle arene estive.

5.5

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