Recensione Evangelion 3.0: You Can (Not) Redo

Rebuild of Evangelion entra nel vivo con un grandioso film, sequel diretto (e completamente inedito) del precedente 2.0

Recensione Evangelion 3.0: You Can (Not) Redo
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Secondo la tradizione delle arti nipponiche ogni idea si compone attorno a 3 movimenti, detti Jo-ha-kyū. Inizio, accelerazione e conclusione dominano tanto la cerimonia del the quanto i componimenti haiku, senza scordare il teatro drammatico ed il kendo.
Il monumentale progetto voluto da Hideaki Anno e messo a punto dallo studio d'animazione Khara noto con il magnificente epiteto di Rebuild of Evangelion si articola secondo questo movimento in 3 atti, spezzando però la conclusione in due differenti film. Ma sopratutto virando già dal secondo film per tematiche e svolgimento dei fatti rispetto alla serie animata.
Assistendo all'Evangelion Night, la maratona delle prime due pellicole proiettata nei cinema italiani il 4 Settembre scorso, in parte eravamo usciti scottati da questo stravolgimento, annebbiati dai differenti ruoli giocati dai singoli personaggi e dalla dinamica di innesco del Third Impact. Al tempo stesso eravamo affascinati dai parallelismi con la serie animata, dai contenuti religiosi dell'Anno-pensiero, dalla psicologia degli eroi di questo racconto che solo a uno sguardo distratto mette in scena esclusivamente combattimenti tra mecha.
E ora che abbiamo visto Evangelion 3.0 You can (not) redo in anteprima italiana? E' cambiato qualcosa nel nostro minuto cervellino ora che abbiamo potuto ammirare una porzione aggiuntiva dell'affresco complessivo?
Effettivamente il nostro giudizio è assai più positivo rispetto ad Evangelion 2.0, merito di un plot maggiormente chiaro e di una sensibile virata rispetto alla serie animata, ma anche un superamento totale del raffazzonato The End of Evangelion.
Un coraggioso salto temporale, le cui conseguenze potrete saggiarle in prima persona il 25 Settembre quando Nexo Digital distribuirà in Italia per la prima volta Evangelion 3.0!

N.B.: nel seguente paragrafo sono presenti dei minimi spoiler sull'incipit del film, noti a chiunque abbia letto la sinossi ufficiale o visionato il trailer. Chi, ad ogni modo, volesse evitarli, può passare al paragrafo "vincolati al destino".

Peccato originale

14 anni dopo. Asuka e Mari, la pilota intrusa e paternalistica di Evangelion 2.0, sono in missione attorno all'orbita terrestre per recuperare il sarcofago all'interno del quale la NERV aveva sigillato Shinji Ikari. Il pilota di Eva aveva agito d'impulso per salvare Rei Ayanami, condannando però la Terra alla catastrofe del Third Impact!
Ecco perchè Asuka, ma anche il colonnello Misato Katsuragi guardano con sospetto il third children, anzi lo minacciano di morte qualora tentasse di sedersi nuovamente nel cockpit di un Evangelion. La bella Misato si è nel frattempo staccata dalla NERV, dirigendo il nucleo bellico della WILLE e dichiarando guerra a tutti gli Eva dall'avveniristico ponte di comando dell'incrociatore volante Wunder. Silenziosa e risoluta, Misato non è più la ragazza solare di un tempo, ma un essere umano temprato dalla disciplina marziale che ha in mente solamente una parola: "deicidio".
Inasprito dal clima d'odio nei suoi confronti, Shinji abbandona la WILLE e ritorna al vecchio quartier generale della NERV, ormai ridotto a un cumulo di macerie (dalle quali si può tuttavia vedere oltre il Geofront un cielo azzurrissimo o, di notte, una pioggia di stelle!). Qui reincontrerà il padre Gendo Ikari, una rediviva Rei Ayanami e Kaworu Nagisa, il suo prossimo compagno alla guida dell'Evangelion 13.
Senza svelare ulteriori particolari della trama di Evangelion 3.0, vi basterà sapere che si tratta di avvenimenti totalmente inediti, mai considerati da qualsiasi altro prodotto legato ad Evangelion. Nel finale ci sono alcuni parallelismi con The End of Evangelion, ma gli eventi prenderanno una piega se possibile ancora più catastrofica.

Vincolati al destino

Come accade ogni volta che assistiamo ad una puntata/film di Evangelion, al termine della visione la nostra mente spicca il volo e si creano tra le sinapsi infiniti collegamenti. Vi avvisiamo sin da ora che la parte iniziale e la conclusione sono adeguatamente complicate, tant'è che ci auguriamo di trovare i legittimi chiarimenti nel capitolo finale. Aldilà dei due estremi, la parte centrale di Evangelion 3.0 appare decisamente meno pesante rispetto ad Eva 2.0, assai più scorrevole e solo raramente boriosa nelle rappresentazioni simboliche.
La psicologia di Shinji e la sua vicenda personale occupano anche qui una posizione centrale, mostrando una pluralità di stati d'animo e una determinazione assente in passato. Migliora notevolmente anche l'empatia tra protagonista e spettatore, poichè entrambi in principio non comprendono nulla di quello che accade intorno: la loro memoria risale alla conclusione di Evangelion 2.0, non hanno alcuna idea di cosa sia successo dopo il Third Impact, né quale destino l'umanità (o quel che ne è rimasto...) abbia scontato.
L'importanza di Shinji va purtroppo a scapito di molti altri personaggi, pesantemente sacrificati in nome della chiarezza della narrazione e della brevità del lungometraggio (96 minuti contro i 108 del film precedente). Avremmo preferito che le motivazioni di Asuka nel lasciare anch'essa la NERV fossero state spiegate, che si capisse esattamente il ruolo di Mari nella vicenda (ricordate l'ingresso repentino nel 2.0? E le promesse di Anno circa un ruolo meglio definito nel terzo episodio? Ebbene tutte deluse!), ma sopratutto Misato il cui ruolo assume tinte distopiche e meditabonde, annacquate da un inesplicabile silenzio. Invece, lo spettatore conosce maggiori dettagli sul background di Rei Ayanami, in parte anticipati a suo tempo dalla serie animata, dalle conseguenze drammatiche per Shinji!

Evangelion 3.0 rappresenta un intenso passo avanti sul fronte tecnico dopo le meraviglie del secondo capitolo. La Computer Grafica è ormai un tool di animazione perfettamente padroneggiato dallo Studio Khara, che supera abbondantemente per modelli 3D qualsiasi altra produzione nipponica (Capitan Harlock permettendo). Dovreste vedere attraverso quali fantasmagoriche prospettive è inquadrato il ponte di comando della Wunder, l'aereo-nave di Misato, e con quale perizia tipica di un branco di otaku siano gestiti i meccanismi che la fanno muovere e ruotare su se stessa. In realtà lo sapete già, visto che Anno e soci dedicarono sin dall'inizio una grande cura nella resa tecnologica degli Evangelion!
Di contro, però, abbiamo notato in più punti un tratto dozzinale nei disegni a matita, sopratutto i personaggi le cui linee sono perlopiù banali ed i frame d'animazione in numero decisamente minore. Su questo ci è impossibile chiudere un occhio, visto il livello tecnico raggiunto nel campo dell'animazione classica con i precedenti film ed episodi televisivi.
Evangelion 3.0 riporta in auge l'importanza del montaggio sonoro, dopo che Evangelion 1.0 e 2.0 lo avevano un po' trascurato. Il concetto dello Jo-ha-kyū diventa a questo punto preponderante visto il progressivo avvicinamento anche alla conclusione di Rebuild of Evangelion, mentre le intriganti sessioni al pianoforte tra Shinji e Kaworu ricordano l'abbozzato quartetto d'archi di Death/Rebirth. Il richiamo alla musica classica viene ulteriormente sottolineato dall'Inno alla Gioia suonato nelle scene finali e l'ending non cantata e nuovamente accompagnata dal piano.
Nella sala cinematografica il comparto audio guadagna moltissimo, specie quando più voci si sovrappongono tra loro come ad esempio durante le missioni operative degli Eva, l'intero sistema di casse avvolge lo spettatore nel turbinio acustico a supporto dell'orgia grafica. Circa il doppiaggio italiano dobbiamo segnalare il cambiamento della voce di Misato (Rachele Paolelli anziché la storica Stella Musy), ora più matura e meno energica, ma come scrivevamo in precedenza tale personaggio parla talmente poco che è quasi inutile discutere in merito alle scelta della nuova doppiatrice.

Evangelion 3.0: You Can (Not) Redo A quasi vent'anni dal suo debutto Neon Genesis Evangelion non smette di far parlare di sé e di entusiasmare i moltissimi fan. Con Evangelion 3.0 You can (not) redo il progetto Rebuild of Evangelion entra nel vivo, smarcandosi totalmente dalla serie animata in termini di sceneggiatura, anticipando una conclusione che si spera riannoderà tutti i fili del discorso. Anno lavora con maggior chiarezza del solito sulla psicologia di Shinji, sulle sue responsabilità circa il Third Impact, la sua punizione, così come la sua possibile redenzione. In lui si consuma un dramma, esteso all'intero genere umano, mentre le due corporazioni rivali (la NERV e la WILLE) perseguono obiettivi antitetici, entrambi afferenti con la rinascita, la sfida al divino ed il "perfezionamento dell'uomo". Certo, nemmeno a questo giro siamo risparmiati da scene d'azione e scontri tra Evangelion ineccepibili sotto il profilo tecnico, eppure confusionari nella presentazione degli scontri e nelle motivazione che spingono i singoli piloti. Tuttavia rispetto ad Evangelion 2.0 la scritta finale Continua non è anticipata da immagini casuali o situazioni lasciate in sospeso, così come è seguita da una scenetta post-titoli di coda che vi permetterà di rifiatare e in qualche maniera vi farà sentire a casa. Archiviato Evangelion 3.0 (prenotate i vostri posti al cinema, perchè sarà proiettato solo il 25 Settembre!), cresce l'attesa per il quarto capitolo che dovrebbe segnare una nuova conclusione della vicenda, speriamo meno ermetica e registicamente astrusa di The End of Evangelion! E speriamo di non dover attendere altri 3 anni!

8

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