Recensione Esterno Sera

I mali del sud incarnati nell'allegoria di una tragica Alba

Recensione Esterno Sera
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In una famiglia della periferia campana la ventenne Alba vive una vita tutta sua, fatta di folli corse notturne a rischio vita, frequentazioni frustranti con l'altro sesso ed estrema solitudine tra le mura di casa, dove ignora l'esistenza di madre e fratelli e rifiuta (con tutta sé stessa) quella del padre. Come un'ombra nella notte la vita di Alba (a dispetto del nome che porta) è una distesa infinità di tenebra, dove perfino il brivido della morte esercita più attrattiva della vita. Ma l'arrivo di Fabrizio, cugino che vive a Milano e che la ragazza non vede da dieci anni, è destinato a risvegliare Alba dalla sua ostinata solitudine, avvolgendola con un calore e un affetto che la ragazza sembra non aver vissuto mai, per qualche misterioso motivo esiliata ed estromessa dal calore del nucleo famigliare. Ma l'arrivo di Fabrizio segnerà anche (nella vita di Alba) il momento topico di una serie di rivelazioni estremamente profonde e dolorose. Illusione e disillusione toccheranno dunque il loro apice all'unisono mostrando tutti i limiti di un cosmo famigliare che spesso protegge ma ancora più spesso uccide. Sarà il segreto celato tra i volti di un'omertà famigliare (eppure quasi criminale) a spiegare poi lo squilibrio primigenio e la caduta libera verso il fondo della sensuale e sempre più fragile Alba.

Barbara Rossi Prudente, già sceneggiatrice e regista di numerosi cortometraggi, debutta alla regia di un lungometraggio con Esterno Sera, un film che trasforma il sud in un'oscurità informe, tratteggiandone con apprezzabile originalità tutti i limiti sociali e culturali. Nell'immagine inafferrabile e decadente della protagonista Alba la regista racchiude tutto il senso di una fondamentale incapacità di elaborare gli errori e i dolori e i lutti del ‘clan famiglia'. L'allegoria portata in scena dalla Rossi Prudente è quella di un mondo animalesco e pericolosamente istintivo che si nasconde dietro la ‘presunta apparenza', ed infatti Alba non è altro che una sorta di animale ferito che affronta la vita e la società intera con rabbia e paura indomite, per poi rintanarsi nel calore dell'unica persona che la farà sentire al sicuro. L'impostazione che ricalca da vicino la cupezza della tragedia greca segue il film dalla prima all'ultima inquadratura, attraversando il buio perenne di un esterno sera che tende all'infinito. Un film che ha un suo stile e che trova nel retaggio teatrale del cast il quid di una recitazione drammaturgica molto forte, a partire dalla stessa Alba, totalmente sguinzagliata nel suo squilibrio dalla intensa interpretazione di Valentina Vacca (che recita al fianco del reale fratello Emilio Vacca). Dunque un film coraggioso che non ha paura di rappresentare la ‘dannazione' di un intero contesto sociale senza mezzi termini. Eppure, nonostante le migliori intenzioni, non tutto funziona come dovrebbe, soprattutto per via di quella catarsi per troppo tempo cercata e rimandata, eppure già dalle prime battute facilmente intuibile. Il processo di dilatazione diventa dunque il motivo di un eccessivo insistere sul vagabondaggio di Alba, mentre le sue azioni e reazioni si fanno scena dopo scena sempre più intuibili. Così facendo il filo drammaturgico legato al senso del segreto, quasi si spezza rendendo gran parte dell'arco narrativo un lungo indugiare nelle stesse ‘torbide' atmosfere. Peccato davvero perché se la sceneggiatura (vincitrice peraltro del Premio Franco Solinas) avesse giocato meno esclusivamente sulla protagonista e sulla chiave del film e più costruttivamente ad amalgamare tutte le dinamiche, il coraggio e lo stile che fanno capolino dall'opera avrebbero di sicuro potuto fare la differenza.

Esterno Sera Barbara Rossi Prudente (casertana sceneggiatrice e regista di cortometraggi) realizza il suo primo lungometraggio Esterno Sera, un film che indaga il senso di appartenenza e non appartenenza famigliare in un profondo sud che fa del detto “i panni sporchi si lavano in casa propria” il suo principale valore fondante. Se da un punto stilistico la regista (anche grazie a un cast molto intenso di attori d’estrazione teatrale) si getta senza riserve nel buco nero esistenziale della protagonista Alba, è dal punto di vista narrativo che il film mostra i suoi maggiori punti deboli. Resta comunque un occhio molto originale con cui si guarda al sud e alla sua pericolosa fede nelle ‘apparenze’, un occhio da cui trapelano al tempo stesso un grande amore e un grande odio per le debolezze della propria terra.

6

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