C'era una truffa a Hollywood Recensione: un film dal cast formidabile

Robert De Niro, Tommy Lee Jones e Morgan Freeman sono protagonisti di una commedia ambientata nel mondo del cinema.

C'era una truffa a Hollywood Recensione: un film dal cast formidabile
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Indubbiamente l'adattamento italiano del titolo scimmiotta volutamente quello dell'ultimo film di Quentin Tarantino, ossia C'era una volta a Hollywood (2019) - potete tuffarvi nel 1969 con la nostra recensione di C'era una volta a Hollywood - e catalizza l'attenzione sulla dinamica principale della storia. Certamente l'originale The Comeback Trail era più suggestivo, ma sarebbe stato sicuramente più arduo per il pubblico italiano, soprattutto nella forma tradotta.

Dettagli di poco conto per un progetto come C'era una truffa a Hollywood, che già possedeva le carte in tavola per attirare il grande pubblico, a cominciare dalla presenza nel cast di tre premi Oscar, nonché vecchie glorie di Hollywood del calibro di Robert De Niro, Tommy Lee Jones e Morgan Freeman, ognuno alle prese con un ruolo di diverso peso all'interno di un racconto ambientato proprio lì nella mecca del cinema. La sceneggiatura, che altro non è che la rivisitazione dell'omonimo, misconosciuto, titolo del 1982 diretto da Harry Hurwitz, ci accompagna infatti nelle fasi produttive di una pellicola, con tutte le conseguenze tragicomiche del caso.

C'era una truffa a Hollywood: gli ultimi fuochi

In seguito al fallimento del suo ultimo film, osteggiato dalle comunità religiose, il produttore cinematografico Max Barber ha contratto un grosso debito con il boss afroamericano Reggie Fontaine, che rivuole indietro al più presto possibile i suoi soldi. Su spinta del nipote e collaboratore, Max pensa di vendere inizialmente uno script che teneva in cantiere da anni, che gli verrebbe pagato a peso d'oro dal presidente di un'importante compagnia, ma non riesce a staccarsi definitivamente da quelle pagine e decide di trovare un altro metodo per sistemare la situazione col gangster prima che sia troppo tardi.

La sua idea è quella di realizzare una nuova pellicola che segnerebbe il ritorno sul grande schermo di Duke Montana, ormai anziana star del cinema western da tempo ritiratosi in solitudine in un ospizio e con intendi suicidi. L'attore accetta il ruolo, ignaro che Barber intenda farlo uccidere sul set per intascare la cospicua assicurazione che gli sarebbe garantita in caso del decesso del protagonista. Ma non tutto andrà come previsto...

Vecchio e nuovo

In C'era una truffa a Hollywood si respira un omaggio costante a quell'Hollywood classica, continuamente citata in gag e dialoghi: tra i tanti titoli che vengono ripresi nelle battute più divertenti segnaliamo capolavori del calibro di Viale del tramonto (1950) e Lo strangolatore di Boston (1968). Ma anche idoli del cinema come il duca John Wayne vengono ripetutamente omaggiati, e non poteva essere altrimenti visto che il film da girare è proprio di quelli ambientati nel vecchio west.

C'era una truffa a Hollywood a tratti rischia di bearsi eccessivamente di questo manicheo rimando alle origini, ma sa comunque come trovare alcune soluzioni divertenti per intrattenere il grande pubblico sino ai titoli di coda. Buona parte del merito è senza dubbio dovuta alle tre star principali (anche se la parte di Freeman è minore rispetto a quella dei due altrettanto navigati colleghi), che si divertono alle prese con personaggi piacevolmente sopra le righe, accompagnati da un gradevole cast di supporto che vanta anche la presenza di Emile Hirsch e Zach Braff.

Senza eccellere, i cento minuti di visione svolgono il loro compito di semplice e rapido intrattenimento senza lasciare il segno, ma senza neanche annoiare, con tanto di finto trailer ad hoc del blasfemo film Killer Nuns, parodia all'acqua di rose - ma sexy al punto giusto - degli scult grindhouse che si mostra nei titoli di coda. E che non ci dispiacerebbe veder girata per davvero...

C'era una truffa a Hollywood Tre navigate ma sempre carismatiche star del calibro di Robert De Niro, Tommy Lee Jones e Morgan Freeman sono al centro di un film ambientato proprio nelle logiche produttive del cinema, con un perfido produttore che per saldare un debito con un boss intende eliminare la star protagonista del suo nuovo progetto. C'era una truffa a Hollywood, remake dell'omonimo titolo dei primi anni Ottanta, è una commedia ingenua e a tratti prevedibile ma non priva di momenti spassosi, garantiti soprattutto dal sopracitato cast che sembra divertirsi al punto giusto in ruoli relativamente centrati per le rispettive personalità. George Gallo, più abile come sceneggiatore che come regista, dirige senza infamia e senza lode una classica pellicola che intrattiene a sufficienza, senza alti né bassi.

6

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