Recensione Enrico V

Olivier e Shakespeare nel loro primo grande capolavoro cinematografico

Recensione Enrico V
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Prima di Kenneth Branagh, vi era Laurence Olivier. Certo in tanti hanno attinto dalle opere shakespeariane e realizzato piccoli o grandi capolavori, ma nessuno come e quanto i due registi/attori britannici. Branagh si può considerare l'unico vero e grande erede di Olivier, considerato il più grande attore di teatro del mondo: per rendersene conto basta solo visionare il "remake" di Enrico V, pieno e carico di rimandi all'originale che è oggetto di questa recensione.
Correva l'anno 1944, e Olivier fece il suo esordio alla regia, con il primo capitolo della sua trilogia shakespeariana (con Amleto e Riccardo III, dell' Otello sarà solo interprete), girato durante la seconda guerra mondiale sotto i bombardamenti tedeschi, e perciò di enorme importanza metaforica, vista anche l'epica storia narrata.

Al Globe Theather di Londra, nel 1603, vede atto una rappresentazione dell'Enrico V di Shakespeare. Una compagnia teatrale attraverso la fantasia riesce a "trasportare" il pubblico (rigorosamente in costume d'epoca) in luoghi lontani e maestose battaglie. La storia, ambientata nel 1415 durante la Guerra dei Cent'Anni, narra della disputa tra Enrico V (Laurence Olivier), re d'Inghilterra, e il Delfino di Francia, che vedrà la scesa in guerra del sovrano inglese. L'invasione del suolo francese, con le prime schermaglie, ci mostrano la figura di un regnante umano e coraggioso, primo a scendere sul campo di battaglia insieme ai suoi soldati. Non mancano nemmeno storie parallele di soldati semplici, non proprio stinchi di santo, che mostrano tutta la brutalità di una guerra non voluta da loro. Quando il teatro si trasforma in cinema...

Enrico V non è un film facile: sicuramente poco adatto a chi non è abituato ai tempi lenti e verbali del mondo teatrale. La recitazione, la cura per ogni singola scena, derivano in fatti dal mondo "cugino", e si rivelerà ben poco adatto agli amanti degli scoppiettanti blockbuster odierni. Chi invece vuole vedere alla prova grandi attori, splendide scenografie, la cura per ogni minimo dettaglio, qui raggiungerà l'estasi. L'inizio è spiazzante: i primi due capitoli del poema shakespeariano vengono infatti completamente recitati sul palco del teatro, con tanto di pubblico intorno sghignazzante. Ma ecco che con la partenza di Enrico per la Francia, l'azione si sposta all'aperto, e grazie alle vie dell'immaginazione, ci ritroviamo sulle coste francesi, su enormi navi cariche di soldati pronti a sbarcare. Il passaggio dalla finzione teatrale agli sconfinati paesaggi della Francia è di grande suggestione, con svariati rimandi pittorici, tanto che in più di una situazione pare di assistere a dipinti in movimento. Le stesse, splendide scene girate in esterno, hanno sempre delle soluzioni grafiche che le rendono volutamente "finte", con castelli e mura realizzate come un fascinoso e morbido affresco rinascimentale. La battaglia finale di Azencourt, in cui l'esercito di Enrico V, soverchiato nel numero, dà coraggiosamente battaglia alle armate francesi, di oltre 60.000 uomini, è realizzata magnificamente, con centinaia di comparse e una grande fotografia, importantissima per tutta la durata del film. Infatti senza di essa, senza gli splendidi giochi di luci ed ombre, molta dell'atmosfera sarebbe andata persa. Chiarissimo esempio è la scena notturna, nel quale il re inglese, travestito con un mantello, si muove per il suo accampamento e dialoga più o meno amabilmente con i suoi soldati, per scoprire cosa essi pensano di lui. Senza un perfetto uso dell'oscurità, si sarebbe perso molto del significato intrinseco della suddetta situazione. Altro fattore fondamentale è sicuramente la colonna sonora, sempre carica di grande pathos, che a suon di trombe e strumenti d'epoca, immerge ancor più in quel contesto di forte epica. Così come i cori, cantati da un gruppo di giovani fanciulli, come si vedrà nell'epilogo. Grande nota di merito ai costumi, che insieme alla scenografia sono il vero fiore d'occhiello della pellicola. Una ricerca quasi spasmodica della perfezione, con un eleganza e una precisione degli abiti, sgargianti in mille colori, che non lascia indifferenti. I dialoghi naturalmente, sono presi pari passo dall'opera letteraria, e quindi uniscono solennità e astuzia narrativa nel migliore dei modi. Infine lui, Olivier, vero centro e fulcro di tutto il film: gli altri attori, per quanto di ottima qualità, rimangono comunque in ombra rispetto alla gigantesca interpretazione dell'attore inglese, per cui l'Academy gli conferisce addirittura un premio speciale. Merito anche di una regia sobria e sopra le righe allo stesso tempo, capace di coniugare sfarzo e semplicità, di non osare mai oltre il necessario, regalando una delle più belle opere derivate dal Bardo d'Inghilterra. Il film fu inoltre candidato ad altri 4 premi Oscar, quale miglior film, miglior attore per Olivier, colonna sonora per film drammatico e scenografia per film a colori.

Edizione Dvd

Il DVD è disponibile per la Linea Classic di EXA cinema. Prima di passare al commento, si deve innanzitutto premettere che la pellicola è del 1944 e perciò non può avere una qualità tecnica elevatissima.Il video, presente nel formato 4:3 a schermo pieno, risente inevitabilmente i segni del tempo, con una frequente grana, che però alla fine non inficia troppo la qualità visiva, pur non esente da difetti. L'audio, presente purtroppo solo nella versione italiana (il master originale sarebbe stato una succosa e gradita aggiunta), in Dolby Digital 1.0 - Mono, presenta qualche fruscio di fondo, ma alla fine soprattutto per ciò che concerne la solennità delle musiche, è più che accettabile. Sottotitoli assenti.Peccato per la totale mancanza di extra, ma va anche considerato il prezzo di vendita relativamente esiguo.Ordinabile sul sito http://www.exacinema.it/

Enrico V Una delle più belle commistioni tra cinema e teatro di tutti i tempi. D'altronde l'accoppiata Shakespeare - Olivier è stata una delle più riuscite del secolo scorso, ed Enrico V, primo atto del loro fruttuoso sodalizio, ne è il miglior esempio. Un'opera solenne, visivamente splendida, recitata divinamente, che deve tanto al mondo teatrale, ma non si dimentica dello spettacolo che può offrire il cinema, fondendo i due mondi in un ibrido di rara bellezza. Pura poesia epica. Si ringrazia EXA Cinema, nella persona di Francesca Matteucci, per il materiale fornito

7.5

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