End of a Gun, la recensione del film con Steven Seagal

Un ex agente della DEA ruba, con l'aiuto di una bella spogliarellista, due milioni di dollari ad un cartello della droga.

End of a Gun, la recensione del film con Steven Seagal
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In End of a Gun Decker è un ex agente della DEA, congedato senza pensione, stanziato a Parigi. Una sera l'uomo si trova a salvare dalle percosse la giovane spogliarellista Lisa e nel conseguente e successivo confronto a fuoco finisce ucciso l'assalitore, membro di un cartello della droga facente capo al potente boss texano conosciuto come Vargas. Lisa confessa al suo salvatore che il ragazzo ucciso aveva nascosto due milioni di dollari appartenenti all'organizzazione all'interno della propria vettura, somma che ora fa gola allo stesso Decker, intenzionato con l'aiuto della ragazza ad entrarne in possesso.
Sulla tracce del malloppo è però arrivato nella capitale francese anche lo spietato Gage, braccio destro di Vargas, pronto a tutto pur di mettere le mani sulle preziose valigette.

Soldi sporchi

Nona collaborazione tra il regista hawaiano Keoni Waxman e Steven Seagal, End of a Gun è l'ennesimo action-movie alimentare nella carriera del maestro di aikido, in caduta libera da quasi due decenni. Squadra che vince non si cambia e anche in quest'occasione ci troviamo di fronte ad una storia ambientata in Europa, con la capitale francese scelta quale teatro degli eventi: il Nostro naturalmente, sempre invincibile, limita le sequenze marziali in cui è impegnato con movenze sempre più lente affidandosi soprattutto all'uso di armi da fuoco e la classica sottotrama romantica, con la sexy spogliarellista interpretata dalla bella Jade Ewen, finisce per renderne ancora più ridicolo il personaggio. Villain di cartapesta (con il fantomatico mr. Vargas la cui presenza rimane un vero e proprio mistero narrativo anche dopo i titoli di coda), comprimari appena abbozzati e dinamiche interpersonali via via più improbabili, con tanto di (in)sospettabili tradimenti a cercare di variare il tipico canovaccio di genere, trascinano così stancamente i novanta minuti di visione.
A poco servono gli split screen che precedono la resa dei conti finale per impreziosire una regia anonima e senza guizzi che, tra una violenza all'acqua di rose e dialoghi ad effetto, non offre nulla di nuovo per lasciare il segno in un filone che, particolarmente nelle sue mille diramazioni direct to video a basso budget come in questo caso, sembra davvero non avere più nulla da raccontare anche al pubblico di riferimento.

End of a Gun Steven Seagal interpreta da diversi anni sempre lo stesso personaggio, incupito nelle ultime produzioni da qualche ombra narrativa provante a renderlo più oscuro e tormentato: in End of a Gun è infatti un ex poliziotto prossimo a rubare un'ingente somma di denaro ad un gruppo di trafficanti. Peccato che queste forzate soluzioni di sceneggiatura si perdano in un'ambientazione limitata e in una storia altrettanto derivativa, con risvolti più che inverosimili, e la gestione della componente action sia priva di sussulti stilistici di sorta, lasciando che i novanta minuti di visione procedano per inerzia fino al prevedibile epilogo. Il film andrà in onda stasera, sabato 20 gennaio, alle 21.15 su RETE4 in prima visione tv.

4

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