Recensione Elephant White

Djimon Hounsou e Kevin Bacon inediti d'azione

Recensione Elephant White
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Quello di Prachya Pinkaew è un nome che, con ogni probabilità, non dirà nulla alla maggior parte degli spettatori dello stivale tricolore che si recano al cinema più o meno abitualmente.
Ma a tutti coloro che seguono quella fetta di celluloide costituita da prodotti basati su esili script volti in maniera esclusiva a fare da pretesto per permettere al palestrato eroe di turno di sfoggiare i propri bicipiti e scagliarsi contro l'immancabile manciata di cattivoni, il regista thailandese classe 1962 dovrebbe richiamare alla memoria Ong-Bak - Nato per combattere, il lungometraggio tramite cui, nel 2003 (da noi nell'estate 2004), si fece conoscere al grande pubblico l'agilissimo Tony Jaa.
Lo stesso Tony Jaa che, prima di dirigere cinque anni dopo - insieme a Panna Rittikrai - proprio il sequel Ong-Bak 2 - La nascita del dragone, abbiamo rivisto nel meno riuscito The protector - La legge del Muay Thay, del 2005, sempre sotto la regia di Pinkaew, autore anche del Chocolate con protagonista Yanin Vismitananda, campionessa di taekwondo.
Girato in inglese, Elephant white è il suo primo film di produzione americana (tra l'altro, uno dei produttori esecutivi è l'Avi Lerner cui si devono sia John Rambo che un'infinità di b-movie con animali assassini), mai uscito nelle sale italiane e che, quindi, giunge nel nostro paese direttamente su supporto digitale, lanciato da 01 distribution.

Il dvd

Al centro della vicenda, il killer professionista Curtie Church, il quale, con le fattezze del Djimon Hounsou di Blood diamond - Diamanti di sangue e Never back down - Mai arrendersi, si trova in Thailandia e viene pagato per decimare una gang criminale che opera nell'ambito della prostituzione minorile, ingaggiato da un padre disperato per sua figlia, finita nelle mani dei malviventi, drogata e costretta a svolgere il mestiere più antico del mondo.
Quindi, assente nel cast il citato Jaa, stavolta non si punta su un protagonista dalle sorprendenti doti atletiche, ma, complice l'aiuto dell'intrallazzatore locale Jimmy l'inglese, commerciante in armi e informazioni, lo si equipaggia nella giusta maniera per renderlo responsabile di una notevole semina di cadaveri.
E, anche se qui poco sfruttato, è il sempre grande Kevin"Footloose"Bacon a vestire i panni di quest'ultimo, al servizio di uno script a firma del Kevin Bernhardt che qualcuno ricorderà anche per essere stato interprete del terzo Hellraiser e dell'erotico di metà anni Ottanta Il calore sotto la pelle, diretto dal francese Gérard Kikoïne.
Uno script che, nel corso dei circa 86 minuti di visione, finisce per privilegiare non poco l'azione, seppur la messa in scena dell'insieme tenda a rispecchiare più il look delle operazioni destinate al piccolo schermo che a quello grande.
Ma, trattandosi di un inedito cinematografico, è un aspetto su cui si può tranquillamente sorvolare per lasciarsi rapire da un violento racconto su celluloide senza infamia e senza lode che, non peggio di tanti altri simili, riserva perfino un inaspettato risvolto soprannaturale.
Nota: sebbene sulla fascetta non sia riportato, il disco include il trailer del film quale contenuto speciale.

Elephant White Dal regista thailandese Prachya Pinkaew, autore di Ong-Bak - Nato per combattere (2003) e The protector - La legge del Muay Thay (2005), un action-movie riguardante il traffico umano della prostituzione che ha per protagonisti l’attore di colore Djimon Hounsou, visto in The island (2005) e Constantine (2005), e il grande Kevin Bacon, capace di spaziare da titoli da Oscar del calibro di Mystic river (2003) a produzioni decisamente più “commerciali” (si pensi solo a Super o X-Men - L’inizio). Un’operazione ricca d’azione e violenza che non spinge a gridare al capolavoro, ma che si lascia tranquillamente guardare, tra abbondanza di eliminazioni tramite armi da fuoco e squallidi ambienti notturni.

6

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