El Camino - Breaking Bad, recensione del film disponibile su Netflix

Vince Gilligan scrive e dirige un film raccordo di eccelsa fattura, che mostra i segni del passato sulla pelle di un Jesse Pinkman in cerca di libertà.

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A un anno dal suo annuncio ufficiale e dopo un giro di produzione segretissimo, è arrivato finalmente su Netflix l'atteso El Camino: A Breaking Bad Movie, film sequel della straordinaria serie AMC scritto e diretto dal suo stesso creatore, Vince Gilligan. La storia riprende esattamente da dove si era interrotta nel 2013, abbandonando sul pavimento del laboratorio dello Zio Jack il corpo esanime di Walter White (Bryan Cranston) e spostando il focus su Jesse Pinkman, salvato poco prima di morire dal compagno e ora in fuga a bordo di una Chevrolet El Camino, verso l'agognata libertà.

Come spiegato dallo stesso Gilligan, il film nasce dall'esigenza di spiegare coerentemente e definitivamente il destino di Jesse, dato per scontato dall'autore nel momento della messa in scena, con il personaggio in lacrime che guida verso un futuro eventualmente più sereno, sicuramente meno movimentato.
Erano questi i pensieri di Gilligan, sei anni fa, gli stessi che nel tempo sono drasticamente mutati perché sospesi nell'incertezza di aver dato o meno a Jesse quella "conclusione migliore" che sperava per lui. Ecco allora arrivare El Camino: un film di raccordo con il passato dedicato interamente ai fan della serie e un saluto appassionato al mondo di Breaking Bad, ai tanti personaggi che hanno popolato lo show e anche alla città di Albuquerque. E sì, El Camino è un progetto breakingbadiano e magnifico proprio come immaginavamo.
[ATTENZIONE, SPOILER MINORI A SEGUIRE]

Albuqurque break

Ci riaffacciamo su Jesse e sui torridi e immensi spazi desertici che circondano il New Mexico con un flashback, ripiombando poi immediatamente a bordo della El Camino. Le lacrime del 2013 non fanno in tempo a sgorgare dagli occhi di Aaron Paul che subito all'orizzonte si intravedono i lampeggianti della polizia, che costringono Jesse a nascondersi. Inizia così quello che potrebbe essere definito un film d'evasione in cui il carcere - metaforicamente parlando - è l'intera città di Albuquerque e dove il nostro protagonista è il solo sospettato, ricercato e dunque braccato senza sosta dalle forze dell'ordine.
Jesse deve trovare un posto sicuro dove riflettere e capire come abbandonare la città e lasciarsi alle spalle i lunghi mesi di prigionia, i soprusi, le cicatrici e tutta la sofferenza accumulata dopo la fatidica decisione di collaborare con Walter per cucinare metanfetamina.

La droga, i cartelli e i boss sono ormai lontani: El Camino declina infatti più in piccolo e in modo soppesato l'universo narrativo e concettuale di Breaking Bad, lavorando sulla forza del ricordo e facendo leva al contempo su tensione e colpi di scena ugualmente intuitivi.
Si divide in due macro-parti ben distinte: la ricerca del denaro per fuggire e il modo per farlo. Attraverso questi due compiti necessari quanto complessi, il brillante acume mai spentosi di Gilligan riesce a inserire contesti, volti e situazioni che fanno vibrare forti le corde emotive dei fan della serie, riaccendendo quella passione sopita nel tempo ma ancora lì, persistente, forte come non mai.

Impossibile restare impassibili davanti a certi sguardi tra Skinny Pete e Jesse ("Sei il mio eroe, fratello", dice il primo al secondo), non introiettare certi dialoghi e momenti che rendono El Camino quasi uno degli episodi più lunghi e sontuosi di Breaking Bad.
Commozione, sorpresa ed entusiasmo sono ottimi compagni di viaggio di questo lungometraggio esteticamente immacolato, tecnicamente impeccabile, che attraverso la messa in salvo di Jesse si riallaccia alle tematiche dello show e all'impatto che protagonisti maggiori o minori hanno avuto sulla vita di Pinkman, da Mike a Walt fino al sociopatico Todd (un Jesse Plemons sempre grandioso), quest'ultimo tra i carcerieri di Jesse e paradossalmente chiave di volta per la sua libertà.

Dove vuole l'Universo?

L'idea di un road trip macchiato da forti elementi crime che ci eravamo fatti guardando il trailer di El Camino: A Breaking Bad Movie è completamente franata dopo i primi minuti di visione. Il film è in qualche modo un viaggio ed è certamente una fuga: il primo in senso astratto, il secondo in modo più che concreto. Aaron Paul si muove infatti ancora una volta agilmente e a suo agio (finalmente, dopo che Hollywood lo ha bastonato per Need For Speed e alcune scelte sbagliate) nei panni di Jesse, passando quasi in revisione luoghi del suo passato e dei trascorsi della serie alla ricerca di un modo per evadere dalla sua stessa vita, andare lontano senza guardarsi più indietro.

Inserito in questo quadro-contesto, Gilligan lascia vivere al personaggio un'ultima e inaspettata avventura che dal dramma tocca sensibilità tragicomiche, si sposta sul genere e guarda al western e ovviamente al crime, confezionando un prodotto che racchiude al suo interno tutta la potenza visiva, emozionale e tematica di Breaking Bad.

È un ritorno che vuole essere un addio, El Camino: di quelli carichi di commozione, di nostalgia, poetici, arditi, perfetti. Ha tutto ciò che doveva avere e anche di più, questo sequel di due ore voluto a tutti i costi dall'autore, soprattutto chiarisce proprio come voleva il destino di Jesse e chiarifica l'insofferenza del defunto Mr. White alla sua grigia e spenta esistenza, il suo affetto per quell'ex studente divenuto quasi un figlio - e questo sin dall'inizio, come a sottolineare la scontatezza del suo ultimo sacrificio per donare vita e futuro all'amico.
Gilligan non lascia proprio nulla in sospeso, neanche le lacrime su di un viso sconvolto da sentimenti ormai dirompenti, lasciando spazio a riflessioni e sorrisi, ad amarezza e malinconia condite da qualche pensiero felice (pochi ma unici), fino a scegliere di consegnare finalmente in mano a Jesse il volante della sua esistenza, Dio del suo stesso universo.

El Camino: Il film di Breaking Bad Rispondendo a un'impellente esigenza artistica di consegnare al Jesse Pinkman di Aaron Paul un destino positivo, come immaginava sei anni fa in chiusura di Breaking Bad, con El Camino il brillante Vince Gilligan consegna ai fan della serie AMC un film d'evasione e di raccordo confezionato con un'estetica e una tecnica impeccabili. È un sequel a tutti gli effetti e quella conclusione che l'autore voleva a tutti i costi, El Camino, che si rivela anche un ultimo e sentito saluto all'Universo di Breaking Bad, quasi uno dei suoi più lunghi e riusciti episodi. È un titolo fatto di ricordi, situazioni e dialoghi che vogliono dire addio alla serie e agli appassionati nel miglior modo possibile, approfittando dell'incerta situazione di Jesse per addentrarsi nell'intimo del personaggio e lasciargli affrontare dopo una lunga prigionia la difficile corsa verso la libertà.

8.5

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