Recensione Easy Girl

Easy Girl: quando la reputazione non è tutto...

Recensione Easy Girl
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Cristallizzando attraverso il riso delle commedie o la lacrima dei drammi, il cinema penetra e rilegge in chiave di genere quelle che sono le tendenze, o le transizioni delle società. Nell'ultimo decennio la diffusione di internet e la definitiva consacrazione di tecnologie ad altissima velocità di propagazione (come i cellulari o i social network), di cui facebook è un eminente esemplare, hanno portato una sovraesposizione della sfera privata che ha assunto una visibilità pari a quella pubblica. La voglia di condividere elementi (più o meno sobri) della propria vita con gli altri, che ha molto a che vedere con un eccesso di esibizionismo, e la curiosità (più o meno malsana) di scrutare nelle vite degli altri per rallegrarsi o deprimersi nel subdolo gioco ‘al paragone', hanno amplificato ed esponenzialmente moltiplicato la velocità e la possibilità di diffusione del pettegolezzo. È da questa considerazione che Will Gluck (su una intelligente sceneggiatura di Bert V. Royal) parte per trasporre nella nuova società ipertecnologica una storia simbolica (che prende le mosse da un liceo americano di provincia per estendersi alla comunità intera) che tratta l'annosa questione della messa all'indice di comportamenti ritenuti non consoni alla comunità, già brillantemente rappresentata due secoli (o quasi) or sono nello scandaloso romanzo La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne (alla quale il film è liberamente ispirato). Una messa all'indice che oggi amplia e moltiplica i suoi mezzi pur lasciando inalterata la questione di base, la ‘perversione' umana di giudicare, mettere alla berlina e umiliare pubblicamente gli altri per i loro presunti ‘peccati'.

La versione di Olive

Olive Penderghast (Emma Stone) è un'ex anonima ragazza di un liceo della città californiana di Ojai. Ex anonima perché la sua apparente invisibilità a ogni tipo di popolarità (in particolar modo quella legata all'altro sesso) ha subito una radicale inversione di marcia quando, per sventatezza e per sfuggire a un potenzialmente terribile week end in compagnia della sua migliore amica e dei suoi genitori hippy, Olive si ritrova a confessare di aver perso, in quel week end, la verginità con un immaginario ragazzo del college. Una bugia bianca detta senza malafede che non dovrebbe nuocere a nessuno e che invece, per sfortuna di Olive, finirà per raggiungere le orecchie della pettegola e puritana Marianne, a capo di una ipocrita comunità di preghiera. In tempo zero la notizia farà il giro della scuola e Olive passerà da invisibile studentessa vergine a ‘spettegolatissima' ragazza facile. Una nuova reputazione che le porterà una inaspettata visibilità, inducendola a fare della sua ‘nomea' un mezzo alternativo per aiutare un gran numero di emarginati, permettendo loro di riscattare la propria immagine: in cambio di qualche ingresso gratuito o buono sconto, i sessualmente e socialmente esclusi potranno raccontare di esser stati a letto con lei. Un montare di bugie che contribuirà all'ascesa in popolarità della ragazza, sempre sorretta da genitori comprensivi e da un insegnante fidato, che si ribellerà al puritanesimo galoppante che dilaga contro di lei, sfoggiando al mondo una A rossa di adultera, sulla scia dell'eroina tragica del romanzo di Hawthorne, Hester Prynne, mentre dentro cova in lei un sentimento di tristezza, che matura assieme alla consapevolezza che la crescente popolarità non ha portato nei suoi confronti nessun nuovo, sincero interesse. Per riprendere in mano le redini della sua vita deciderà, infine, di raccontare a una videocamera e al mondo, la sua verità.

Una brava ragazza, un piccolo favore e un grande pettegolezzo

Porta una ventata di freschezza nel filone del genere sentimentale-adolescenziale questa seconda commedia di Will Gluck che racconta con occhio femminile ma non femminista le vicissitudini di una ragazza realmente per bene nel suo adattarsi alla falsa reputazione da bad girl. Una commedia ben riuscita soprattutto grazie al carisma e alla freschezza della protagonista Emma Stone (in una parte che le calza a pennello), assolutamente in simbiosi con il personaggio di Olive, forte di un'intelligenza anticonformista e di un aplomb da vendere. Il sottotesto non politically correct, l'umorismo mordace dei dialoghi (che strappano più di una sentita risata), una ricchissima score musicale di pezzi contemporanei e non, e una pletora di comprimari misurati, servono a dovere l'aura comica del film, leggero eppure fortemente calato nelle deviazioni dei paradigmi societari (sulla falsa riga di commedie stile Juno), che schiva con abilità molti dei cliché in cui era facile cadere. Il regista rimane infatti fedele al suo paradigma, per sostenere che forse, infine, la pubblica visibilità non vale quanto la libertà di essere anonimamente sé stessi.

Easy Girl La buona sceneggiatura e la vitalità espressiva di Emma Stone fanno di questo secondo lavoro del regista Will Gluck una commedia frizzante, divertente, leggera ma non frivola, che affronta un tema più che mai spinoso, come quello dell’ostracismo praticato nei confronti dei presunti ‘peccatori’. Rivisitazione moderna de ‘La lettera scarlatta’, Easy Girl è una commedia intelligente e ben costruita che non mancherà di regalare un paio d’ore di ‘leggere riflessioni’.

7

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