Recensione Duro da uccidere

In Duro da uccidere Steven Seagal, al suo secondo film da protagonista, è un poliziotto uscito dal coma dopo sette anni e in cerca di vendetta per la morte della moglie e del figlio, uccisi da uno spietato gangster.

Recensione Duro da uccidere
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Ne veniva dal buon successo d'esordio di Nico, ed era già considerato la nuova star degli action b-movie. Siamo nel 1990 e Steven Seagal si appresta a seguire la carriera di molti suoi epigoni contemporanei con il secondo film da protagonista, Duro da uccidere. Con un fisico ai tempi ancora di tutto rispetto, ben lontano dal bolso odierno, il maestro di Aikido viene diretto da Bruce Malmuth, autore sette anni prima del notevole I falchi della notte con Sylvester Stallone e Rutger Hauer, e divide il set con l'allora moglie Kelly LeBrock, indimenticabile protagonista de La signora in rosso. La sceneggiatura scritta da David Shaber è un vero e proprio bignami del genere ma, visti anche i notevoli incassi, è senza dubbio uno dei fattori che il pubblico del genere, in grandissima voga nel periodo, ha sempre considerato come un optional rispetto al comparto puramente action.

Hard to Kill

Mason Storm è un agente della squadra omicidi che ha il compito di pedinare il boss mafioso Calabrese. Una sera il poliziotto scopre che il criminale è a colloquio con un politico ad egli sconosciuto. Dopo aver avvisato la centrale, uno soffiata di alcuni suoi colleghi corrotti da il via al piano punitivo del gangster che invia una squadra di uomini per eliminarlo. Nell'agguato però muoiono soltanto la moglie e il figlio piccolo dell'agente, mentre questi, nonostante venga inizialmente ritenuto morto, sopravvive seppure in stato di coma. Dopo sette anni infine Storm si risveglia e gli assassini ed i suoi ex-colleghi invischiati con la malavita cercano di ucciderlo una volta per tutte. Con l'aiuto della bella infermiera Andy, Storm riuscirà a fuggire ancora una volta e a rimettersi in forze per ottenere finalmente la sua vendetta.

Action vengeance

Duro da uccidere è un film che va contestualizzato al periodo d'uscita e al filone di appartenenza. Un'affermazione sicuramente scontata e generica, assimilabile a tanti altri titoli simili, ma che va ripetuta per apprezzare al meglio quello che rimane forse il film più riuscito nella copiosa filmografia di Seagal. Attore che, a differenza di colleghi come Van Damme, non ha mai puntato su una marzialità spettacolare ma che ha sempre messo in pari mostra rocciose scene di lotta (uno stile come l'aikido è tanto tecnico quanto apparentemente statico) e frenetiche sparatorie, trovando in quest'occasione il giusto mix di caotico e violento entertainment. Cinema muscolare e testosteronico che nulla toglie e nulla aggiunge al copioso numero di action b-movie, seguendone tutte le linee guida: la disfatta, il riscatto e infine il raggiungimento dell'agognata vendetta. Malmuth non fa miracoli dietro la macchina da presa ma dirige con una certa solidità, garantendo inoltre alla narrazione un discreto ritmo, fattore questo che permette di chiudere un occhio di fronte alle spudorate ingenuità di sceneggiatura, ricca in più occasioni di un'ironia involontaria. Tra una barba posticcia che rende il Nostro alle soglie del ridicolo, love-story improponibili (e con la LeBrock non poteva mancare una spruzzata di erotismo) e spruzzate di misticismo orientale, i novanta minuti di visione scorrono senza colpo ferire, resi più avvincenti dalla semplice ma efficace colonna sonora di David Michael Frank.

Duro da uccidere Sulla scia del successo di Nico, uscito nel biennio precedente, Steven Seagal si trova di nuovo ad interpretare in Duro da uccidere un poliziotto tutto di un pezzo che, dopo essere rimasto sette anni in coma, è in cerca di vendetta per l'uccisione della sua famiglia. Violenza e azione in pieno stile '80 / '90 in un film improbabile ma ricco di tutti gli ingredienti cari agli amanti del filone, tra rocambolesche sparatorie e cazzotti a più non posso. E con un protagonista che ai tempi aveva un fisico ancora tale da poterseli permettere.

6

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