Si comincia con un primo piano di Will"Old school"Ferrell che piange, per poi tornare ad un mese prima e, una volta vistolo coinvolto in una grottesca scena di sesso con la viziata e molto poco simpatica compagna Alissa, ovvero la Alison Brie di Scream 4, passare ai titoli di testa, accompagnati dalla I love it degli Icona Pop.
Perché sotto la regia dell'Etan Cohen che - sceneggiatore di Tropic thunder e Men in black 3 - firma qui il suo primo lungometraggio, l'attore comico californiano veste in Duri si diventa i panni del milionario James, manager di una società di fondi comuni di investimento che, inchiodato per frode e condannato a scontare una pena nella prigione di San Quentin, ottiene dal giudice trenta giorni nei quali poter mettere in ordine i propri affari.
Una situazione di certo non gradevole che, disperato, lo spinge a chiedere a Darnell, piccolo affarista di colore interpretato dal Kevin Hart de Il grande match, di aiutarlo per evitare una vita dietro le sbarre; senza immaginare, però, che il giovane, da sempre propenso a lavorare sodo e che non ha mai ricevuto neanche una multa per divieto di sosta, non sappia assolutamente nulla di come funzioni l'esistenza all'interno delle carceri.
Sbarre di Ferrell
Aspetto, comunque, che non lo ferma dinanzi alla cospicua somma offertagli da James - al quale si spaccia, appunto, per un ex galeotto - in cambio di lezioni per trasformarsi in un duro; infatti Hart spiega: "James pensa che Darnell sia stato in carcere soloperché è nero, ma Darnell, in realtà, non ha alcuna esperienza in materia. Comprensibilmente offeso, l'uomo cerca di spiegargli come stanno le cose, ma il finanziere caduto in disgrazia è troppo preso dal panico per starlo a sentire. Darnell, allora, fa due rapidi calcoli e pensa: ‘Perché no? Se questo tizio è abbastanza stupido da credere ancora in questi stereotipi, ed è persino disposto a pagare per farsi istruire sulla vita carceraria, allora accetterà la mia proposta, creerò un programma generico, sopporterò le sue stronzate per un paio di settimane e incasserò i suoi soldi'".
Perché, in fin dei conti, con il Craig T. Nelson di Poltergeist - Demoniache presenze nel ruolo di Martin, ricchissimo suocero e socio del protagonista, è una scatenata commedia volta a costruire il rapporto di amicizia tra un bianco e un nero per farli ricredere, progressivamente, sull'idea che avevano l'uno dell'altro quella destinata ad occupare la circa ora e quaranta di visione.
Scatenata commedia comprendente, tra l'altro, un pericoloso incontro con una combriccola di tutt'altro che raccomandabili nazisti e una decisamente esagerata sequenza ambientata all'interno del bagno di un locale frequentato da soli omosessuali.
Sequenza, quest'ultima, che provvede non poco a rincarare le dosi di volgarità più fastidiosa che divertente che, complice un linguaggio piuttosto sboccato, raramente riesce nell'impresa di strappare risate.
Tanto più che posta al servizio di un elaborato tanto fracassone quanto noioso, nonostante l'abbondanza di movimento.