Dragon Wars, la recensione del film di Shim Hyung-rae

Un reporter deve proteggere una giovane donna, reincarnazione di un'antica principessa, minacciata da un gigantesco serpente e da un esercito di mostri.

Dragon Wars, la recensione del film di Shim Hyung-rae
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Quando era solo un bambino, Ethan è stato messo al corrente dall'anziano proprietario di un negozio di reliquie di essere la reincarnazione di un valente guerriero dell'antica Corea, che aveva il compito di proteggere una bella principessa presa di mira da una creatura del folklore indigeno conosciuta come Imoogi, dalle sembianze di un gigantesco serpente.
Quindici anni dopo il ragazzo, lavorante come reporter per una tv locale, vede la profezia trasformarsi in realtà quando dei mostruosi animali fanno la loro comparsa a Los Angeles per mettersi sulla tracce della giovane Sarah, reincarnazione della nobildonna d'un tempo. In Dragon Wars Ethan scopre così di dove adempiere al suo compito per proteggerla andando ad affrontare forze aldilà di ogni comprensione che mettono ben presto a ferro e fuoco la città degli angeli.

Tra presente e passato

Film più costoso mai prodotto in Corea del Sud all'anno 2007, nonché maggior incasso dei tempi di una produzione nazionale su suolo d'Oltreoceano, Dragon Wars cerca di scimmiottare le produzioni fantasy / blockbuster di stampo hollywoodiano puntando la maggior parte delle sue carte sull'utilizzo degli effetti speciali. E almeno in tale contesto l'operazione può dirsi riuscita, con diverse sequenze ad alto tasso spettacolare a caratterizzare i novanta minuti di visione, sprecandosi in numerosi citazioni a classici sia passati che recenti quali King Kong e la trilogia de Il signore degli anelli: Los Angeles luogo di una battaglia esplosiva, con palazzi in fiamme e rasi al suolo da giganteschi dragoni / serpenti, carri armati e mezzi militari in gran quantità e un esercito di cattivi in numero cospicuo sono infatti realizzati con una CG di notevole impatto visivo, resa dei conti finale inclusa. Il regista e sceneggiatore Shim Hyung-rae, già autore del monster-movie Yonggary (1999), non trova però altrettanta ispirazione nella componente narrativa, con la vicenda che si presta a banalità di sorta tra evidenti forzature, un'ironia di grana grossa e un sottotesto romantico davvero troppo rapido e sfuggente per creare una reale affezione verso i protagonisti, interpretati dal Jason Behr di Roswell e dall'anonima Amanda Brooks, con il veterano Robert Forster in un fondamentale ruolo di supporto.
E così tra flashback ambientati nell'antica Corea e guardanti all'universo wuxiapian, rimandi al buddismo (reincarnazione inclusa), istinti fantasy con tanto di figure mutaforma e villain rimandanti ai nazgul jacksoniani, la pellicola (accompagnata da un'evocativa colonna sonora) si risolve in un baraccone esteticamente appagante ma privo di una coesione degna di nota dei numerosi contenuti messi in campo.

Dragon Wars Blockbuster made in Corea che cerca di rivaleggiare con le omologhe produzioni americane, Dragon Wars si fa apprezzare dal punto di vista visivo grazie a convincenti effetti speciali mettenti in gioco creature mostruose e un gran dispendio di uomini e mezzi, ma fallisce nel costruire una storia degna di nota, tra personaggi approssimativi e un meltin pot a casaccio di citazioni filmiche ai classici e riferimenti a leggende indigene di sorta. Novanta minuti in cui tutto sembra accadere solo per permettere alla tonitruante estetica di soddisfare lo sguardo rendendo vacuo ogni altro spunto tecnico e narrativo. Il film andrà in onda stasera, mercoledì 25 aprile, alle 23.30 su NOVE.

5

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