Recensione Dragon Blade

Il kolossal cinese in costume diretto da Daniel Lee, ambientato sulla Via della Seta e con protagonisti Jackie Chan, John Cusack e Adrien Brody.

Recensione Dragon Blade
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La presentazione in anteprima internazionale con l'eccezionale partecipazione in sala del protagonista Jackie Chan: non poteva partire sotto migliori auspici la 17esima edizione del Far Film Festival di Udine, rassegna cinematografica di culto dedicata al cinema orientale. E' infatti proprio Dragon Blade, clamoroso successo di pubblico in Cina (dove ha incassato l'equivalente 120 milioni di dollari) e buon risultato ai botteghini statunitensi, ad "aprire" la nuova edizione della kermesse friulana. Il titolo, diretto dal Daniel Lee già autore di diversi wuxia / adventure inediti in Italia come 14 blades (con Donnie Yen) e Three Kingdoms: Resurrection of the Dragon (con Andy Lau), spicca oltre che per la presenza della star hongkonghese anche per il casting di due divi internazionali quali John Cusack (ma in un primo momento i rumor parlavano di Mel Gibson) e Adrien Brody, interpreti di due soldati romani destinati a darsi battaglia.  Con un prologo ambientato nell'epoca contemporanea, francamente evitabile, che prova a spacciare per vera un'improbabile teoria fantastorica, il racconto ha inizio...

Lotta per un ideale

48 a.C, territori della Cina orientale. Negli immensi paesaggi desertici che percorrono la Via della Seta divampa una stato di guerra tra le tribù di diverse etnie, pronte a darsi battaglia per la conquista del potere. A mediare tra la varie parti in conflitto è la Squadra di Protezione della Via della Seta, un'elite di abili soldati facente capo al coraggioso guerriero Huo An. Quando però il leader e i suoi uomini vengono arrestati con l'accusa di furto e contrabbando di oro, la situazione sembra mettersi di male in peggio. Huo An e la sua squadra vengono spediti a lavorare come schiavi nell'isolata città di Wild Geese Gate per riportarla a nuova gloria. Durante il loro periodo di condanna alle porte della città giunge una legione romana in fuga, guidata dal generale Lucio. Dopo le iniziali incomprensioni, Lucio e Huo An stringono una tregua e romani e cinesi, insieme a schiavi di diverse etnie, divengono amici e in pochi giorni completano le riparazioni alla città. Ma il generale romano, che ha condotto con sé il piccolo Publio, è inseguito dal fratello del bambino , il crudele console Tiberio che, con l'ausilio di 100.000 uomini progetta di conquistare l'intera Via della Seta. E il momento della resa dei conti si avvicina sempre di più...

Chi troppo vuole...

A volte le ambizioni di partenza penalizzano il risultato finale. E' questo il caso di Dragon Blade, pellicola girata con grandi mezzi produttivi ma formalmente imperfetta, soprattutto in un filone capace di regalare gemme di ben altro valore (purtroppo raramente distribuite nel Belpaese). Daniel Lee, che pur aveva dimostrato grandi doti organizzative nel bel 14 blades, è anche l'autore di una sceneggiatura che mischia tematiche e contaminazioni in un calderone che "stroppia" in più occasioni, soprattutto in una prima parte che risulta una sorta di polpettone confuso del "volemose bene" in salsa universale. Se infatti la bontà degli ideali espressi nelle due ore di visione è inattaccabile (dal coraggio alla fratellanza tra diversi popoli, dalla ricerca della pace all'amore il racconto non si fa mancare nulla), non lo è invece uno svolgimento approssimativo e sin troppo buonista degli eventi che penalizzano l'epos in più occasioni. E se la seconda metà guadagna in slancio, con una buona gestione delle battaglie (con un gran numero di comparse e una discreta resa degli effetti digitali) che rimandano in parte, volutamente o meno, a passaggi della più recente trilogia tolkeniana, l'omogeneità narrativa non guadagna mai una propria e solida stabilità. Lo stesso cast, escluso un Jackie Chan che alla veneranda età di 61 anni è costretto a compensare un fisico meno atletico con una maggior dose della sua contagiosa simpatia, non brilla per immedesimazione e John Cusack e Adrien Brody sono davvero poco credibili nei panni di condottieri romani. E pur non mancando di momenti suggestivi nelle due ore di visione, in parte evocati anche dall'azzeccata colonna sonora, e facendosi guardare piacevolmente, il film si rivela più un'occasione mancata che un nuovo cult del genere come si poteva inizialmente presagire.

Dragon Blade - La battaglia degli imperi Daniel Lee, autore nel recente passato di discrete / ottime produzioni del filone avventuroso, in Dragon Blade si fa prendere la mano ed esagera vistosamente, costruendo una storia infarcita di buoni sentimenti e ideali universali che pecca in una disomogeneità narrativa alla lunga sfiancante, solo in parte risollevata dalle avvincenti sequenze di battaglia dell'ultima mezzora. Un Jackie Chan meno acrobatico (per ovvi problemi di età) e più parlantino spicca in un cast senza infamia e senza lode dove i due divi hollywoodiani John Cusack e Adrien Brody risultano purtroppo due pesci fuor d'acqua.

6

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