Draft Day, la recensione del film con Kevin Costner

Kevin Costner è un manager sportivo alle prese con il draft day, fondamentale per il football americano, nel film di Ivan Reitman.

Draft Day, la recensione del film con Kevin Costner
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Sonny Weaver Jr., general manager dei Cleveland Browns, è atteso da uno dei principali eventi che precedono l'inizio della stagione agonistica di football americano: il Draft NFL, in cui i direttori sportivi si danno battaglia per assicurarsi i più promettenti giocatori provenienti dalle squadre del college.

In Draft Day l'uomo, che ha una relazione segreta con la bella collaboratrice e analista finanziaria Ali Parker (dalla quale ha appena scoperto di aspettare un bambino), deve ancora metabolizzare la scomparsa delle figura paterna, ex allenatore con il quale recentemente aveva avuto trascorsi non proprio idilliaci. Tra elaborazioni del lutto e complicate situazioni sentimentali, Sonny cercherà comunque di concentrarsi sulle operazioni di mercato con le altre squadre e scegliere se accettare o meno un'allettante proposta di scambi da parte dei Seattle Seahawks.

Lo sport è business

Ivan Reitman, regista di classici del calibro di Ghostbusters (1984), I gemelli (1988) e Un poliziotto alle elementari (1990), solo per citarne alcuni, si approccia nella prima fase dell'attuale decennio ad una sceneggiatura tipicamente americana, non replicabile in nessun altro luogo che non negli States. Draft Day infatti è incentrato su un evento che non ha paragone a qualsiasi latitudine, ossia uno show televisivo visto da milioni di spettatori nel quale le squadre sportive si danno "battaglia" per assicurarsi i più promettenti talenti delle squadre giovanili: una sorta di calcio-mercato, per rendere l'idea al pubblico nostrano, trasmesso in diretta tv con tutte le spettacolarizzazioni del caso.

Il film è perciò rivolto sin dalla sua genesi ad una particolare cerchia di appassionati, per la maggior parte appunto di "origini yankee", e questo risulta un limite non da poco per incuriosire anche coloro che non hanno idea di cosa sia un touchdown. E proprio in questa sua selettività l'operazione paga diversi limiti strutturali, in quanto l'utilizzo di termini tecnici e la presenza preponderante di tematiche legate ad accordi commerciali o statistiche rischia di stancare un osservatore non appassionato, il quale si ritroverà ben presto spaesato nella frenesia generale.

Non per tutti

Reitman non fa sconti nell'introdurci frettolosamente nel cuore economico e commerciale della vicenda, tra dati snocciolati in serie e accordi fatti in fretta e furia: la dinamicità registica, affine alle sensazioni provate dal protagonista e capace perciò di creare una discreta tensione nel progressivo scorrere dei sempre più concitati esempi, è un'arma a doppio taglio che rischia di tagliare fuori gran parte del pubblico (e gli incassi in patria, terra madre di questo sport, non certo entusiasmanti ne sono la conferma).

Draft Day soffre anche di scelte stilistiche ripetitive, con un reiterato uso dello split screen (in particolare per le conversazioni al telefono) e una ricerca di un facile comedy-drama che tende sempre e comunque a riconciliare col tipico "american dream", come d'altronde testimonia il prevedibile lieto fine. Tra scheletri nell'armadio, complicate gestioni del team e accese discussioni con l'allenatore, risvolti sentimentali all'acqua di rose e sporadici aliti drammatici, le quasi due ore di visione hanno più limiti che pregi e neanche l'impegno profuso da Kevin Costner, in un ruolo pensato su di misura per lui, riesce a far scoccare quella scintilla atta a suscitare un sincero interesse per la storia e i personaggi coinvolti.

Draft Day Nonostante un Kevin Costner perfetto per il ruolo, Draft day è un film indirizzato esclusivamente agli appassionati di football americano. Ivan Reitman tenta di trasmettere la frenesia di quelle ore che precedono lo show tramite una regia dinamica e scattante ma non trova adeguato responso in una sceneggiatura che si perde in tecnicismi e statistiche, risultando di fatto ostica se non incomprensibile per il grande pubblico. Le quasi due ore di visione sono appesantite da questa scelta a monte e i brevi risvolti secondari che riguardano la vita del protagonista, reduce dalla recente scomparsa del padre e da poco a conoscenza di aspettare un figlio dalla sua "fidanzata-segreta", sono più un contentino di contorno superfluo ai fini del racconto. Il film andrà in onda martedì 22 ottobre alle 00.25 su CANALE 5 in prima visione tv.

5.5

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