Recensione Down - Discesa infernale

Naomi Watts e James Marshall sono una giornalista e un tecnico che indagano sugli inspiegabili incidenti legati a degli ascensori impazziti in Down - Discesa infernale, autoremake firmato dal regista olandese Dick Maas.

Recensione Down - Discesa infernale
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Il Millennium Building, uno dei più grandi grattacieli di New York, pochi giorni dopo l'inaugurazione comincia ad essere luogo di inquietanti fenomeni aventi per protagonisti gli ascensori: le cabine infatti, non rispondendo correttamente ai comandi come se comandate da una forza sconosciuta, danno vita ad incidenti in serie nei quali perdono la vita diversi "passeggeri". Per cercare di sistemare i presunti problemi tecnici vengono inviati due tecnici specializzati, ex combattenti nella guerra del Golfo: Jeff e Mark Newman, amici e compagni in trincea, non trovano però nessun guasto alla struttura. Le morti però non cessano, provocando anche l'interesse mediatico da parte degli organi di informazione; sarà proprio la bella giornalista Jennifer Evans, in collaborazione con Mark, a scoprire che dietro la scia di inspiegabili decessi vi sia una nuova tecnologia sperimentale...

Caduta libera

C'era una volta L'ascensore (1983), originale mix tra horror e commedia nera di produzione olandese diretto da Dick Maas, onesto artigiano di genere. Proprio lo stesso regista, anticipando una "moda" ben presto diffusasi ampiamente tra i suoi colleghi, decide diciotto anni dopo di dirigerne un autoremake con fondi statunitensi ma non trovando la stessa ispirazione dell'originale. Pellicola sfortunata Down - Discesa infernale, uscita poco prima dei tragici eventi dell'11 settembre e incolpevolmente contenitrice di beffardi riferimenti: dalla minaccia terrorismo ipotizzata dal Presidente degli Stati Uniti ad un'infelicissima, a posteriori, battuta su Osama Bin Laden, non si può certo dire che il titolo rimanga benevolmente nella memoria del pubblico americano. Ma tolte queste sfortunate casualità, è anche la qualità del prodotto a non renderlo una visione memorabile: ci troviamo infatti ad un b-movie orrorifico che però non riesce mai a lasciare il segno. La paura, grande assente dell'operazione, non trova un'auspicabile sostituto nell'ironia volontaria, con dialoghi infarciti di banalità e uscite fuori luogo che compaiono già nel pessimo prologo dal sapore trashemente voyeuristico; il continuo non fa che confermare le peggiori aspettative, accompagnando una narrazione banale e priva di illuminanti colpi di scena. Compreso infatti l'andazzo i centodieci minuti di visione ci trascinano verso un epilogo scontato e improbabile che inoltre non chiarisce del tutto le possibili originali sovrannaturali della minaccia, limitandosi a tracciare un banale background delle cause alla sua origine. Peccato per un gran bel cast malamente sfruttato, con un'emergente Naomi Watts (che nello stesso anno salì alla ribalta per la sua performance in Mulholland Drive) ad affiancare il più spento James Marshall, ex-volto di Twin Peaks. E neanche i volti di due grande caratteristi del filone come Michael Ironside e Ron Perlman riescono a risollevare l'anonimato attoriale di un rifacimento senza troppa ragione d'esistere.

Down - Discesa infernale In alcune occasioni le operazioni di autoremake hanno garantito titoli, se non superiori, quanto meno non sfiguranti di fronte agli originali. Questo non è purtroppo il caso di Down - Discesa infernale, ritorno sul luogo del delitto del regista olandese Dick Maas. Opera pasticciata che non fa paura e non riesce a sfruttare la potenziale carica di ironia nera, questo horror di serie b che vede per villain degli ascensori impazziti è privo di guizzi di sorta e si trascina stancamente verso un assai prevedibile conclusione, tanto che il punto più paradossalmente riuscito sono proprio i titoli di coda accompagnati dalle note di Love in an elevator degli Aerosmith.

4.5

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