Recensione Doppio Gioco

Tra amore e inganno, un noir imperdibile

Recensione Doppio Gioco
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Doppio Gioco

Unire le atmosfere del cinema noir con quelle più classiche del poliziesco. Un'impresa non sempre facile, visti i vari fattori, psicologici o meno, che accomunano e dividono i due generi in questione. Il rischio infatti di ricadere troppo nelle tematiche del cinema nero, oppure in quelle puramente action del gansgter movie, facendo scomparire la pellicola nel marasma dei film di genere, è sempre alto. Ma di certo Robert Siodmak non era una sprovveduto, già alla ribalta avendo collaborato con autori del calibro di Wilder e Ulmer. Vede così la luce, nel 1949, questo piccolo grande cult dell'inganno, interpretato divinamente da Burt Lancaster, Yvonne de Carlo e Dan Duryea. Un Lancaster, icona immortale del cinema a stelle e strisce, ormai lanciato verso il grande successo, che da ex-acrobata circense l'avrebbe visto volare tra le grandi star della vecchia Hollywood. E proprio Doppio Gioco (titolo originale: Criss Cross) può considerarsi come una delle sue migliori prove d'attore, nel quale viene sublimamente accompagnato da una perfetta dark-lady come Yvonne de Carlo e un antagonista crudele cui il volto di Duryea, abituato a certi ruoli di "cattivo". E con una sceneggiatura implacabile, il cerchio si completa nel migliore dei modi.

"Sono appena 8 mesi che sono tornato..."

Steve (Burt Lancaster), tornato a casa dopo aver girovagato in giro per l'America, ritrova la sua ex-moglie Anna (Yvonne De Carlo), della quale in parte è ancora innamorato, tra le braccia del gangster Slim (Dan Duryea). Il migliore amico di Steve, Pete (Stephen McNally), è un detective che indaga proprio sui loschi affari di Slim. In un primo momento sembra che la passione tra Steve e Anna li porti a un ricongiungimento, ma in seguito l'uomo scoprirà che la donna è fuggita, sposandosi proprio con Slim. Incontrata qualche mese dopo per puro caso, Steve verrà a sapere che Anna era scappata per le minacce subite da Pete, che la considerava una poco di buono, e che subisce violenze dal suo attuale marito. Steve, per salvare la sua vita e quella di Anna, dovrà mettersi d'accordo con la banda di Slim, e tentare il colpo della vita. Egli infatti lavora come autista per una società di trasporto valori, e con la sua collaborazione potrebbero mettere le mani su un mucchio di soldi. Steve e Anna hanno però un piano, un tradimento con tanto di fuga segreta, che potrebbe costargli molto caro. Ognuno dei tre protagonisti si rivelerà maestro nell'inganno, con risultati tragici.

I colpi di scena di Doppio Gioco si rivelano geniali e inaspettati, e, nonostante l'età della pellicola, riescono a stupire anche un pubblico ben navigato del genere. Il titolo italiano, una volta tanto, si rivela azzeccato e centra in pieno il tema principale della storia. Il fatto di non potersi fidare di nessuno è una consapevolezza che raggiungerà troppo tardi la mente annebbiata dall'amore di Steve. Se la prima parte, più lenta e introspettiva, ci offre uno spaccato psicologico ben delineato dei personaggi, il rush finale è di quelli al cardiopalma. E' interessante osservare gli intrighi che piano piano si dipanano all'interno della storia, e notare come la mente umana possa raggiungere tali livelli di diabolico genio. Il personaggio di Steve comincia a dubitare perfino di se stesso, incapace di discernere tra la realtà e l'illusione dell'amore che finisce per offuscargli ogni più nitido e logico pensiero. E anche l'incognita sulla reale o meno volontà di Anna di fuggire con lui crea nello spettatore un'immedesimazione ancora maggiore nel protagonista, poichè esso appare umano e reale nei suoi tormenti. Il gioco del fumo, dalle sigarette all'esplosione durante l'assalto al furgone rappresenta il simbolo metaforico di una mente confusa e annebbiata. Il bar è essenziale per lo svolgimento della trama, è infatti il luogo dove avvengono i passaggi più importanti del film. Un alpha cinematografico, nel quale passato e presente convergono inesorabili: un lungo flashback, accompagnato dalla voce fuori campo di Steve, ripercorre le circostanze che hanno condotto il protagonista in quella situazione obbligata, ed è proprio qui che veniamo a conoscenza del suo passato tormentato. In tutto questo il locale è come il collante che tiene uniti i due diversi periodi temporali, una sorta di centro del mondo. La regia di Siodmak gioca le sue carte da novanta nelle inquadrature, oscure e dal fascino quasi impressionista, grazie alla splendida fotografia di Franz Planer e al bianco e nero, indispensabile per certi giochi di luce. Vi sono dei momenti di grandissima tensione emotiva, memori del miglior Hitchcock: la scena nell'ospedale, nella quale Steve, ferito, comincia a temere per la sua vita, è il classico esempio di come si possa generare atmosfera di "paura" con dei buoni dialoghi e una semplice exploit narrativo. E il finale, nel quale la vera natura dei personaggi esce finalmente fuori, è un piccolo gioiellino di suspence. Nessun vincitore, solo perdenti. L'aria opprimente della tragedia, di un cupo succedersi degli eventi, di un gioco a tre infernale, può a tratti ricordare alcune delle più cupe opere shakesperiane, pur non toccando mai la solennità del Bardo d'Inghilterra. Rimane il fatto che Doppio Gioco è un film mozzafiato e intenso, capace ancora oggi, a quasi sesant'anni di distanza, di regalare grandi emozioni.

Edizione Dvd

La Flamingo Video ci ripropone questo cult del noir in un'edizione curatissima. Il formato video, in letterbox 1.33:1, mostra un bianco e nero perfetto nei contrasti, nitido e pulito, nonostante l'età della pellicola.L'audio, Dolby Digital 2.0, in italiano (con la, infelice, italianizzazione dei nomi) e inglese ha una buona potenza, nonostante a tratti qualche rumore di fondo non ben integrato. Sottotitoli in italiano e italiano per non udenti. Gli extra vedono un'intervista a Vieri Razzini sul film, la galleria fotografica, il trailer originale e le biografie di attori e regista.

Doppio Gioco In una storia dove l'amore si rivela un'arma a "triplo" taglio, Siodmak sforna un piccolo gioiellino del noir più introspettivo, non rinunciando però a dei momenti di grandissima tensione e a situazioni tipiche del gangster movie. Doppio Gioco, oltre a una grande prova del trio d'attori principali, vede nella fotografia e nella regia il compimento di una grande pagine di cinema. Un'epopea tragica ancora oggi attuale e carica di una bellezza "nera", da recuperare assolutamente.

7.5

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