Recensione Donkey Xote

Don Chisciotte diventa cartoon!

Recensione Donkey Xote
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C'erano una volta i mulini a vento...

Don Chisciotte della Mancia, Sancho Panza e le loro mirabolanti avventure. Con una fonte talmente geniale da utilizzare, era insolito che il mondo dei cartoon di nuova generazione non avesse ancora attinto a questa vicenda così consolidata nell'immaginario collettivo, di piccoli e non. Mancanza a cui si è deciso di rimediare, con questa co-produzione italo spagnola (l'italiana Lumiq e la spagnola Filmax) che, sulla scia delle produzioni d'Oltreceano (ultimamente "plagiate" più meno decentemente anche da altri luoghi del globo), decide di sfornare una storia meno conosciuta sui due personaggi, per quanto ricollegata al loro passato ben più famoso. Diretta da Jose Paza, già autore nel 2003 dell'inedito cartone dedicato alla figura di un altro eroe temerario dell'epopea classica, El Cid, prende spunto da una novella di Miguel de Cervantes y Saavedra, diretto discendente dello stesso "protagonista".

Un asino chiamato cavallo.

Don Chisciotte e Sancho Panza, molto tempo dopo le loro grandi avventure, si ritrovano ora impegnati in una nuova missione. E' infatti stato bandito un torneo cavalleresco che mette in premio la mano della bella Dulcinea, donna immaginaria amata dal cavalier della Mancia, ma in realtà mai esistita se non nelle parole del fido amico Sancho. A dirla tutta, i due sono vittime di una trappola del perfido Samson Carrasco, invidioso della loro fama nel villaggio dove vivono. Questi cercherà di eliminare i due prodi cavalieri in più di un'occasione e con subdoli trucchi, contando anche sulla loro ingenuità. Ma non sa che insieme a loro viaggiano il coraggioso asino Rucio, che sogna di essere un aitante destriero ed è desideroso di dimostrare il suo valore, e il pauroso Ronzinante, abituato a una vita tranquilla insieme al suo "esercito" di pulcini. Accompagnati dal gallo James, bodyguard di Ronzinante, e da un innocuo leone vegetariano, l'allegra e improbabile combricola dovrà superare molte sfide e dare un senso a quella dolce illusione chiamata Dolcinea.

Piacevole illusione

Il film cerca, e nemmeno lo nasconde, di seguire la scia di successo dei cartoon in CG creata da Shrek e compagnia, riprendendo in chiave farsesca e paradossale lo svolgersi di alcuni capisaldi dell'avventura. Lo stile grafico adottato, pur non arrivando ai livelli della Pixar o della stessa Dreamworks, si fa più che apprezzare, regalando visioni caricaturali per quanto concerne le figure umane e gettandosi sul classico per le figure animalesche. Un ibrido che convince, e, seppur con qualche caduta di tono soprattutto nelle espressioni dei protagonisti, a volte incostanti, riesce a tenere un design abbastanza cool fino alla fine. Merito anche di un uso vivace della gamma cromatica, con colori sgargianti che danno all'ambientazione un sapore magico. Per ciò che concerne la caratterizzazione psicologica dei protagonisti siamo su livelli più che decenti, e, nonstante i personaggi di Sancho Panza e Don Chisciotte non brillino per originalità, non risultano mai antipatici o fastidiosi. Una nota a parte va fatta per il personaggio di Rucio, asino coraggioso, che, in quanto ad impatto visivo, appare come un clone del ben più famoso Ciuchino, ma rimane comunque il personaggio più riuscito. I dialoghi sono apprezzabili, e anche la colonna sonora, ispirata anch'essa alle produzioni più famose per modi e tempi, svolge il suo compitino senza infamia e senza lode. L'intera vicenda viene narrata dal punto di vista del prode somaro, che, alla fine, si rivela il vero protagonista, morale e non, della pellicola. Il percorso di formazione, quanto mai abusato, viene qui evitato, o meglio appena accennato. La stessa fama di cui gode Don Chisciotte, ossessionato da lettere di fan e strapieno di emuli che sostengono di essere proprio lui, si rivela un espediente azzeccato per la verve e il ritmo della vicenda. In Italia il doppiaggio è stato affidato ad alcuni comici di Zelig, con risultati più che soddisfacenti. Le gag parodistiche, vero punto focale di un prodotto del genere, alternano alcune più riuscite ad altre meno, anche se, più che risate a crepapelle, sfornano solo dei genuini sorrisi. Naturalmente l'happy ending è assicurato, ma nonostante questo non vi è, fortunatamente, nessun alone di finto e irritante buonismo, quanto più una simpatia divertita che rimane a fine visione. Pur non rimanendo negli annali del genere, Donkey Xote si fa apprezzare per quello che è, una pellicola onesta in grado di piacere sia ai grandi che ai bambini. Ottanta minuti piacevoli, che non rimarrano impressi forse a lungo, ma più che adatti a una serata senza pensieri. Nei titoli di coda viene presentato, in un piccolo riquadro, il video di Maria Sanchez, autrice della canzone principale One and Only.

Donkey Xote - The Movie Don Chisciotte e Sancho Panza seguono le orme di Shrek. Produzione italo-iberica, Donkey Xote è un divertente cartoon d'ultima generazione, che, pur non raggiungendo i massimi esponenti del genere, si mantiene su livelli qualitativi più che decenti, e regala personaggi simpatici e discretamente caratterizzati. Permangono della banalità talvolta evitabili, ma siamo comunque di fronte a un prodotto per nulla disprezzabile.

6

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