Desperados, la recensione del film Netflix

Per cancellare una mail compromettente, la protagonista di questa commedia on the road viaggia fino in Messico in compagnia delle sue migliori amiche.

Desperados, la recensione del film Netflix
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La giovane Wesley sta disperatamente cercando un lavoro e al contempo l'anima gemella, nella speranza di portare equilibrio nella sua rocambolesca quotidianità. A un appuntamento al buio fa la conoscenza di Sean, ignara che in realtà il misterioso interlocutore dovesse essere l'affascinante Jared. Proprio quest'ultimo la accudisce dopo uno svenimento e tra i due è amore a prima vista.
La relazione procede a ritmo scatenato e per il meglio ma quando Jared scompare misteriosamente per qualche giorno, Wes inizia a dubitare del suo giudizio e decide, spinta anche dalle migliori amiche Brooke e Kaylie, di mandare al ragazzo una mail piena di insulti.
Dopo aver premuto il tasto invio la protagonista riceve una telefonata da Jared, che la informa di come il suo silenzio fosse dovuto a un incidente automobilistico mentre si trovava in Messico e per il quale è stato in coma per un breve periodo.
Wes, timorosa che l'amato possa leggere la mail e decidere di lasciarla, chiede alle amiche di accompagnarla oltre confine per cancellare la missiva dai vari dispositivi tecnologici di proprietà del destinatario, dando inizio a un'incredibile avventura.

C'era una mail in Messico

Un'operazione come questa, commedia al femminile in contesto esotico, necessita di personaggi simpatici e carismatici per non trasformare il tutto in una mera farsa demenziale. E Desperados pecca proprio nella costruzione dei suddetti, con le tre donne al centro del racconto che finiscono per risultare odiose in più occasioni per via di comportamenti poco ortodossi e insensati che farebbero sobbalzare anche le femministe più incallite.
Disponibile in esclusiva nel catalogo Netflix come originale, il film paga gli errori di una sceneggiatura inerme che non fa altro che copiare/incollare quanto già visto in decine di produzioni a tema senza aggiungere nulla di effettivamente nuovo e forza in più occasioni dinamiche narrative già inverosimili nel loro assunto base.
Oggi è possibile leggere una mail da pressoché qualsiasi dispositivo e la missione della protagonista risulta quindi già assurda nello sviluppo di partenza.

Niente da ridere

Tralasciando per un attimo la logica, l'altro grosso problema principale di Desperados è che i cento minuti di visione non fanno ridere, tanto che le sequenze più "divertenti" devono fare affidamento sui cari amici animali, in questo caso un delfino e una capra. Il resto della visione è impostato su un susseguirsi di gag cicliche - le figure della mamma e del bambino vicini di hotel non si possono commentare - e di battute mai a segno, con un fastidioso moralismo di fondo che ammorba il tutto nella seconda metà e conduce a un epilogo ormai dato per scontato.

Lo stesso cast non convince e si fa trascinare dalle scalcinate caratterizzazioni dei relativi alter-ego, a cominciare da Nasim Pedrad nel ruolo principale: l'attrice di Aladdin (2019) e New Girl cerca di fare il verso alla frizzantezza della Anne Hathaway più leggera senza particolare successo, così che la performance più riuscita - pur limitata a un brevissimo minutaggio - risulta quella della guest-star Heather Graham.
La regia di LP, al suo esordio in un lungometraggio dopo una lunga esperienza televisiva, è inerte e impalpabile e getta definitivamente nell'anonimato un'operazione già fallimentare.

Desperados Per fare una commedia divertente non basta alternare gag e battute a doppio senso, anche se ormai questa pare una regola base di molte produzioni d'Oltreoceano che puntano sul loro accumulo incessante nel tentativo di azzeccarne qualcuna. Desperados parte a un ritmo scatenato per raccontare il nulla, all'interno di una storia derivativa e ricca di forzature inverosimili che - cattivo gusto o meno - è destinata comunque a un finale lieto e parzialmente retorico. Un'avventura on the road al femminile dove l'ambientazione messicana è sfruttata ai minimi storici e in cui le dinamiche che legano le tre donne al centro della vicenda ripercorrono senza alcuna ispirazione tematiche più o meno complesse, ma dove più di tutto si sente la mancanza del divertimento, vero grande assente dei cento minuti di visione.

4

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