Demonic Recensione: i demoni, personali e non, secondo Neill Blomkamp

Il regista di District 9 ed Elysium firma un horror/sci-fi improbabile, narrivamente incompiuto e facente affidamento a cliché più o meno consolidati.

Demonic Recensione: i demoni, personali e non, secondo Neill Blomkamp
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Lo attendiamo, senza troppe aspettative, al varco con il futuro adattamento per il grande schermo del popolare videogioco Sony Gran Turismo, in uscita nei prossimi mesi, ma è indubbio come Neill Blomkamp sia forse stata la più grossa delusione dello scorso decennio. Acclamato come voce fresca e originale del cinema fantascientifico grazie al suo clamoroso esordio con District 9 (2009), il regista sudafricano ha pagato il repentino salto a Hollywood, dove con Elysium (2013), pur mantenendosi fedele sulla carta alle premesse, non è riuscito a bissare il successo del suo debutto.

Ancora peggio è andata al pur parzialmente sottovalutato Humandroid (2015) - leggete qui la nostra recensione di Humandroid - segno di una verve creativa andata infine a disperdersi in progetti ambiziosi che non si sono poi concretizzati, come il tanto chiacchierato nuovo capitolo di Alien che avrebbe dovuto vedere il ritorno di Ellen Ripley / Sigourney Weaver. E Demonic, risalente al 2021 e qui oggetto di recensione in concomitanza con il passaggio televisivo in chiaro questa sera su Rai4, non ha fatto che confermarne la vena discendente, come scopriremo nelle prossime righe.

Demonic: faccia a faccia con il passato

La protagonista Carly ha da tempo perso contatto con la madre Angela, colpevole durante un raptus omicida di aver dato fuoco a una casa di cura, provocando la morte di ventun persone. Un crimine che ha definitivamente separato i destini delle due donne, almeno fino all'oggi filmico quando Carly viene contattata da Martin, un amico di infanzia con cui aveva tagliato i ponti e che ora le chiede un incontro per parlarle di qualcosa di molto personale.

L'uomo la informa infatti di aver scoperto che Angela si trova in uno stato di coma, ricoverata presso un'azienda conosciuta come Therapol, e decide di far visita alla struttura dopo essere stata contattata dai diretti responsabili. Daniel e Michael, due scienziati che lavorano lì, la informano che è possibile metterla in comunicazione con la madre tramite una simulazione neuronale e Carly accetta nella speranza di chiudere definitivamente una pagina del proprio passato con la quale ancora fatica a fare i conti. Ma ciò che l'attende dopo va contro ogni sua più nefasta aspettativa...

Dentro e fuori

Lo spunto poteva anche essere affascinante se sfruttato a pieno regime, anche se non del tutto originale. Basti pensare al visionario The Cell - La cellula (2000) - la nostra recensione di The Cell è a portata di clic - nonché a molte altre produzioni più o meno recenti dove si viaggia nelle mente di altri individui.

Qui la modalità di entrata viene ricreata artificialmente, con soluzioni visive che ricordano quelle dei moderni videogiochi / avventure grafiche, ma questa soluzione viene ben presto messa in secondo piano, optando sul sicuro e tornando a una messa in scena ben più solida e terrena. Peccato che Demonic soffra di una sceneggiatura sgangherata e improbabile, che arriva a tirare in ballo addirittura il filone esorcistico nonché - e dato il titolo non poteva essere altrimenti - una demonologia spicciola, con luoghi maledetti e antiche entità pronte a reclamare / possedere nuove anime. Allo stesso modo i personaggi, sia principali che secondari, soffrono di caratterizzazioni schematiche e apatiche, incapaci di infondere profondità ad una storia che si perde progressivamente, facendo uno stanco affidamento ai cliché quando si accorge che gli spunti maggiormente peculiari non portavano da nessuna parte. La stessa resa dei conti finale tra la protagonista e la sovrannaturale nemesi risulta fiacca e avara di tensione, giungente al termine di un percorso fisico e psicologico inverosimile che non riesce mai ad emozionare o a coinvolgere a dovere nemmeno il principale target di riferimento.

Demonic Una giovane donna che ha perso ogni contatto con la madre scopre come questa sia ora in uno stato di coma e tramite una rivoluzionaria tecnologia neuronale cerca di mettersi in contatto con lei al fine di fare pace con se stessa. Ma come scoprirà con orrore, finirà per risvegliare qualcosa che doveva restare sepolto... Demonic è ad oggi il punto più basso nella carriera di Neill Blomkamp, mai più capace di ritrovare l'ispirazione del suo esordio cult District 9 (2009). Un horror spruzzato di suggestioni fantascientifiche poco equilibrate, tra demoni e misteri irrisolti in un tormentato passato familiare, che flirta con tecnologie inedite e il mondo videoludico senza troppa ispirazione, salvo risolversi in una stanca reiterazione di cliché amalgamati alla (bell'e) meglio.

4.5

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