Deep in the Darkness, la recensione dell'horror con Sean Patrick Thomas Recensione

In Deep in the darkness un medico trasferitosi con la famiglia in una piccola cittadina scopre inquietanti segreti legati al folklore locale.

Deep in the Darkness, la recensione dell'horror con Sean Patrick Thomas Recensione
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L'omonimo romanzo di Michael Laimo è stato un piccolo cult tra gli appassionati di letteratura horror, tanto da vincere nel 2004 anche il prestigioso Bram Stoker Award: peccato che la trasposizione cinematografica di Deep in the darkness non possegga lo stesso fascino dell'opera originaria, pur riprendendone abbastanza fedelmente le linee guida narrative. La vicenda è ambientata nella piccola cittadina di Ashborough, in New Hampshire, dove il Dr. Michael Cayle ha deciso di trasferirsi in una nuova casa con la moglie e la figlia. Sulla comunità locale aleggia però una leggenda riguardante un'antica tribù di uomini primitivi che viveva un tempo in quelle terre e che, secondo le credenze del posto, richiede tutt'oggi dei sacrifici animali in proprio onore. Cayle, inizialmente scettico, scoprirà ben presto come dietro al folklore si nasconda un'inquietante verità.

Buio profondo

Gli spunti per dar vita ad un horror d'atmosfera vi erano tutti, a cominciare dalla coppia mista di protagonisti che si trasferisce in una comunità chiusa e bigotta: d'altronde, come ha insegnato anche il recente Scappa: Get out (2017) la tematica razziale ben si presta a metafore sociali anche nell'ambito del filone. Il problema di Deep in the darkness è però quello di imbastire sull'ottima base di partenza una vicenda fiacca e prevedibile che incappa in diverse inverosimiglianze nelle reazioni dei protagonisti, costretti gioco forza a sottostare alle usanze locali contro la loro volontà. La seconda parte, con l'entrata in scena delle misteriose "presenze", rischia poi di scadere in più occasioni nel ridicolo involontario nonostante l'efficace cura nel make-up e gli spaventi, pur non assenti, diventano lineari e forzati lasciando che la tensione si perda progressivamente in un improbabile giro dell'oca in cui l'allegra famigliola è costretta a fuggire dal sempre più tangibile pericolo. Il regista Colin Theys, abitué del genere cavalcato sempre con scarsi risultati, non riesce a far quadrare bene il cerchio per via di una regia confusa e poco ispirata incapace di tirar fuori il meglio da un cast comunque di tutto rispetto vedente Sean Patrick Thomas nel ruolo principale e il grande Dean Stockwell in uno secondario, troppo bistrattato dalla spenta sceneggiatura.

Deep in the Darkness L'adattamento del bel romanzo di Michael Laimo pecca di superficialità, sminuendo i notevoli spunti narrativi dell'opera originaria in una messa in scena convulsa e ripetitiva dove la tensione non esplode mai con il necessario impatto. La buona cura del make-up e alcune efficaci scelte di casting non bastano a rendere Deep in the darkness degno di interesse, tra risvolti forzati e un'inquietudine sempre sotto ai livelli di guardia.

4.5

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