Decision to leave Recensione: un grande film dal regista di Oldboy

Esce finalmente nelle sale il raffinato neo-noir del regista coreano premiato a Cannes; ed è cinema puro e senza compromessi.

Decision to leave Recensione: un grande film dal regista di Oldboy
Articolo a cura di

È il grande escluso, un po' a sorpresa, della notte degli Oscar a venire, data la mancata candidatura - che era data quasi per scontata - alla statuetta per il miglior film straniero. Una scelta che ha fatto sobillare non poco il cuore dei cinefili più duri e puri, visto che Decision to leave è una delle opere più riuscite dell'ultimo anno, non a caso premiata con un meritatissimo Prix de la mise en scène, ovvero il premio della regia, al festival di Cannes.

Arriva finalmente nelle sale italiane dopo una settimana tutta dedicata proprio a Park Chan-wook, intitolata con un gioco di parole opinabile Park Chan-week, che ha visto il ritorno nelle sale - o l'esordio assoluto per un paio di titoli - dell'intera filmografia dell'autore successiva all'uscita di Mr. Vendetta (2002): sono rimasti quindi fuori i primi lavori, tra cui uno che vi consigliamo di riscoprire quale il magnifico e poco conosciuto JSA Joint Security Area (2000), ma presenti all'appello film come Thirst e I'm a cyborg but that's ok, oltre naturalmente alla famosissima Trilogia della Vendetta al gran completo, e tutti rigorosamente in lingua originale.

Non c'è dubbio che il piatto più appetitoso di questo sontuoso banchetto sia possibile gustarlo ora dal 2 di febbraio, con Decision to leave pronto finalmente a entusiasmare anche le platee italiane con quel suo incredibile mix di atmosfere e contorsioni narrative, tra romanticismo e sussulti mystery.

Decision to leave: la donna del mistero

Il detective Hae Jun sta indagando sulla morte misteriosa di un uomo e nonostante inizialmente le indagini facciano propendere per un suicidio - la vittima è caduta da un'altezza considerevole mentre stava scalando una vetta - ben presto la moglie di questi diventa la principale sospettata. Seo-Rae, di molti anni più giovane del compianto marito e di origini cinesi, sembra infatti nascondere molti segreti e diversi indizi sembrano far propendere per la sua colpevolezza.

Ma mentre il caso va avanti Seo-Rae finisce per iniziare un torbido gioco di seduzione con l'investigatore, che nonostante sia da tempo sposato comincia a cedere alle avances della ragazza, perdendo ben presto di vista il suo obiettivo e lasciandosi andare a una passione travolgente, dalla quale non sembra esserci via d'uscita.

Tutta la magia del Cinema

Un'ironia surreale che va di pari passi con una cura maniacale per le geometrie, nella ricerca di costruire un palcoscenico ricco di spunti dove far interagire personaggi che sono o inermi pedine o astuti manipolatori, in una storia che si tinge di amarezza e violenza in un incedere mai domo, sempre abile nel giostrarsi tra le sue influenze fino a quell'epilogo che non si dimentica.

Ne esce una sorta di raffinato omaggio a certe dinamiche hitchockiane, echi ovviamente da un capolavoro sempiterno quale La donna che visse due volte (1958), con la femme fatale a smembrare pezzo dopo l'apparentemente tranquilla esistenza del detective, pronto a perdere tutto per lei anche dopo averne forse compreso il reale intento. Molte sono anche le similitudini con un meno conosciuto film giapponese di quel periodo, ovvero A wife confesses (1961), che vedeva simili risvolti di trama soprattutto nella genesi del racconto.

Ma d'altronde Decision to leave è Cinema puro, un vero piacere per gli occhi dal primo all'ultima fotogramma nello scorrere delle due ore e venti di visione, che non pesano proprio grazie a quel mix di atmosfere e relativa varietà di situazioni, tali da evitare tempi morti di sorta. Momenti più leggeri, esplosioni drammatiche, innesti tensivi e tocchi di raffinato erotismo: tutto e di più in questa architettura armonica, che si distacca dalla cieca e magistrale violenza che caratterizzava invece altri cult del regista, a cominciare proprio da quel seminale Old Boy (2003) - la nostra recensione di Old Boy è a portata di clic - che bene o male anche lo spettatore comune ha visto, o ne ha sentito parlare, almeno una volta nella vita.

Basti pensare alla scena nella quale l'investigatore osserva la sospettata dal binocolo e finisce per ritrovarsi, allo sguardo del pubblico, nella stessa stanza con lei, moderna evoluzione dello sguardo voyeuristico de La finestra sul cortile (1954), altro omaggio al maestro del brivido. O a al tratteggio di questa storia d'amore malato, di una passione che obnubila e cancella dovere e volere in una sorta di folle rincorsa verso quella verità che non si vuole scoprire, preferendo una menzogna con la quale prima o poi si dovranno fare i conti. Il tutto condito da colpi di scena più o meno (im)prevedibili, all'insegna di un racconto e relativa messa in scena che sanno offrire sempre sorprese non soltanto a livello estetico ma anche di contenuto.

Decision to leave Cinema puro e senza compromessi, non soltanto esercizio estetico ed estatico ma raffinata riflessione sul genere, capace di innalzare le vie del thriller investigativo a vette inesplorate, guardando ai classici con una personalità spiccata e intransigente, pronta ad ammorbidirsi su quei sussulti romantici e su un alone mystery che d'altronde ne caratterizza le fondamenta. Con Decision to leave il maestro coreano Park Chan-wook firma forse la sua opera più consapevole - e in una filmografia dove spicca tra i già tanti capolavori la Trilogia della vendetta, non è certo cosa da poco - e ci riporta ad un piacere della visione dove le immagini vanno di pari passo con la storia e il relativo contenuto, tra colpi di scena e soluzioni geometriche che intrecciano le dinamiche di una vicenda dove niente è come sembra, e non soltanto a livello meramente narrativo. Un neo-noir di istinti e di istanti, dove il cuore e lo sguardo sono veicoli di emozioni a 360° gradi, partitura affascinante e irresistibile che rapisce in un vortice di sensazioni eterogenee e primigenie.

9

Che voto dai a: Decision to leave

Media Voto Utenti
Voti: 6
7.5
nd