Recensione Death Race 2

La nascita del temibile Frankenstein, il pilota della mortale Death Race

Recensione Death Race 2
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Malgrado quel "2" posto nel titolo dopo le parole "Death" e "Race", il film di cui stiamo per parlarvi è, in realtà un prequel. Inizialmente noto come "Death Race: Frankenstein Lives", questa pellicola è il prequel di "Death Race", l'action movie del 2008 diretto da Paul Anderson ed interpretato dal roccioso Jason Statham, a sua volta prequel, e non remake, del classico exploitation movie di Paul Bartel "Death Race 2000", prodotto dal mogul del cinema di genere americano Roger Corman (a questo link potete trovare la nostra intervista al maestro realizzata lo scorso maggio durante il FantaFestival di Roma). Nonostante Anderson debba convivere con l'odio perenne, ed esagerato, della critica e l'astio, parimenti eccessivo, dei fan di Resident Evil, le sue pellicole, comprese quelle ispirate alla saga horror Capcom, sono del tutto senza pretese e garantiscono spesso e volentieri del sano intrattenimento fracassone e spensierato. Il suo Death Race era tamarro, spaccone e becero dall'inizio alla fine: qualità che prometteva già dal primissimo trailer. Death Race 2, prequel di un prequel, si ritrova a dover rispettare gli elevati canoni di "truzzagine action" della pellicola di 2 anni e mezzo fa. Particolarità di questo film è il suo essere concepito da Universal come prodotto Direct-To-Video, all'interno della collana Universal Studios Home Entertainment Productions che ci ha già consegnato Smokin'Aces 2: Assassin's Ball, Scorpion King 2 e altri ancora.
Sarà riuscito il regista olandese Roel Reiné a mantenere gli stessi ritmi "flemmatici e pacati" visti nel Death Race firmato Anderson?

Frankenstein Lives

L'economia americana e mondiale è al collasso, la criminalità è fuori controllo. Pare l'incipit classico di un qualche sci-fi movie o action movie anni'80, ma, invece, si tratta dell'assunto alla base di Death Race 2. Per tenere a bada la dilagante criminalità, le carceri vengono gestite con la complicità di società private come la Weyland Corporation in grado di ricavare montagne di dollari grazie al lavoro. Ma la peggiore di tutte queste strutture è Terminal Island: una prigione ricavata su un'isola inespugnabile nella quale i detenuti sono costretti a partecipare ad un brutale reality show chiamato Death Match: due uomini, chiusi all'interno di un'arena dalla quale solo uno può uscire vivo. La conduttrice dello show è la ex-Miss Universo September Jones (Lauren Cohan), reginetta di bellezza che ha perso la sua corona a causa delle accuse di aver intrattenuto rapporti sessuali con tutti i giudici della manifestazione. Gli ascolti dello show sono in calo e serve carne fresca. Carne fresca costituita dal nuovo carcerato Carl Lucas (Luke Goss), il driver della banda di Markus Kane (Sean Bean), finito in carcere a causa di un colpo andato male. Carl non è il classico avanzo di galera: è un uomo tutto d'un pezzo, sempre in prima linea quando si tratta di difendere i detenuti più deboli. Proprio questa sua "debolezza" lo farà risplendere agli occhi dell'avida e calcolatrice Miss.Jones che lo costringerà, dapprima, a prendere parte al Death Match e poi, in seguito, al nuovo programma ideato per risollevare la caduta degli ascolti: la Death Race.

B-Movie con stile

In tempi in cui ogni singolo film che ci propinano nelle sale si vanta di voler apparire più di quanto poi non finisca effettivamente per essere, i 90 minuti abbondanti di Death Race 2 sono un'autentica manna dal cielo. A dispetto della sua natura di prodotto realizzato direttamente per l'home video, dobbiamo ammettere che le parole della bella co-protagonista Tanit Phoenix, che, nel film, interpreta la navigatrice di Carl Lucas, Kathrina Banks, che potete trovare nella nostra intervista esclusiva realizzata con lei, si sono rivelate veritiere. Malgrado il budget inferiore di due terzi rispetto a Death Race (il primo è costato 45 milioni di dollari, questo "solo" 15), l'impatto scenografico del film rispecchia appieno quello ruvido, graffiato ed altamente spettacolare della pellicola di Anderson. Tutto ricalca quelle caratteristiche che tanti amanti del cinema d'azione più o meno grandicelli hanno imparato ad apprezzare dalla cinematografia di genere anni'80, dalla figura del criminale buono, ai cari e vecchi inseguimenti automobilistici in cui ad andare a sbattere ed esplodere non sono delle vetture fatte di bit e poligoni, ma autentici cassoni di ferro ed acciaio. Se da una pellicola chiedete realismo e verosimiglianza, questo Death Race 2 non farà certo al caso vostro; nonostante le vostre orecchie possano mettersi fastidiosamente a fischiare in quelle scene in cui si parla di dati di ascolto, di reality e di beceri mezzucci per alzare l'audience, più che di critica al sistema massmediatico parleremmo di gradita citazione ad un cult come "L'implacabile" (The Running Man), in cui, per la regia dell'ex Starsky Paul Michael Glaser, Arnold Schwarzenegger veniva posto in una situazione simile. Analogamente, risulta alquanto inutile effettuare critiche al fatto che in un carcere misto con aree maschili e femminili, le ospiti della struttura abbiamo tutte un fisico mozzafiato messo ben in evidenza da sagaci scollature e piccanti hot-pants di jeans: l'accoppiata "donne-motori", nell'universo di Death Race, è inscindibile e fra le procaci forme di Tanit Phoenix e l'esuberante décolleté di Lauren Cohan, l'occhio degli spettatori maschili sarà di certo appagato. Senza per questo dimenticare che un risvolto romantico fra Carl Lukas e Kathrina Banks farà comunque capolino fra una natica e un'accenno di seno. Elemento di certo non secondario di questo graditissimo action movie è il cast "di razza". Abbiamo un Luke Goss, il principe Nuada di Hellboy 2, di certo meno massiccio di Jason Statham, ma parimenti credibile nel ruolo di duro tutto d'un pezzo. Della bellezza di Tanit Phoenix abbiamo già parlato, quindi non staremo qua a ripeterci. Quando poi, durante la visione della pellicola scoprirete la presenza di vere e proprie icone come Danny "Machete" Trejo, Sean "Boromir" Bean e Ving "Marsellus Wallace" Rhames, capirete il perché di tutto questo sano entusiasmo. Una chicca della sceneggiatura, coinvolge proprio il character di Ving Rhames che compare nei panni del presidente della corporation che produce il reality, ovvero sia la Weyland. Gli "alienofili" ricorderanno bene che dietro questo nome si nasconde la multinazionale protagonista artefice delle macchinazioni politico-commerciali della saga di Alien; il fatto che il signor Weyland fosse già apparso anche in Alien vs Predator con le fattezze di Lance Henriksen, che, in Aliens di Cameron, interpretava la persona artificiale Bishop rende tutto ciò abbastanza paradossale, ma il riferimento resta comunque apprezzabilissimo. La regia del sostanzialmente sconosciuto regista olandese Roel Reiné è muscolare ed adrenalinica quanto basta per confezionare un film d'azione che mantiene tutte le promesse fatte dalla sua cover: tanta godibilissima tamarraggine.

Il Blu Ray

Il blu ray di Death Race 2 riesce brillantemente a "mascherare" l'aspetto direct-to-video del film restituendo un esperienza visiva quasi ai livelli di quella del disco del primo film (che, sulle pagine di Everyeye abbiamo premiato con un corposo 8). C'è talvolta un po' di banding e qualche leggero artefatto digitale, ma il tutto è comunque di buonissimo livello e tali difetti sporadici e trascurabili. L'audio italiano, come sempre, non raggiunge la soglia qualitativa dell'originale in DTS-HD Master Audio 5.1. Semplificando: Death Race 2 è rumoroso quanto basta. Curiosamente, il surround fa molta più presa sui satelliti posteriori, rispetto a quelli frontali. Sempre chiari e ben udibili i dialoghi.
Gli extra comprendono:
- Scene Eliminate
- Montaggio Riprese Eliminate
- La Gara Ha Inizio: L'Evoluzione della Gara della Morte
- Rincorrere la Morte: le Acrobazie di Death Race 2
- Auto Veloci e Armi da Fuoco: le Auto
- Commento del regista

Death Race 2 Se il vostro ideale di cinema coincide con il film d'autore armeno o il kammerspiel tedesco d'annata, probabilmente avrete letto, nella migliore delle ipotesi, le prime tre righe di questo articolo. Se, invece, del cinema amate il versante più disimpegnato o se, magari, apprezzate tanto il dramma kazako quanto le pellicole più sbruffone, questo Death Race 2, malgrado la sua natura di prodotto direct-to-video non tradirà le aspettative di tutti coloro che hanno apprezzato l'episodio con Jason Statham che, cronologicamente, si pone però dopo gli eventi di questo or ora analizzato. Roel Reiné ci consegna un film tipicamente anni '80 condito con tutta quella spettacolarità up-to-date degli anni 2000. Anche dal punto di vista tecnico, il supporto sul quale Universal commercializza questo film è di elevata qualità. Un acquisto caldamente consigliato.

8

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