Death Note The Movie, la recensione: il manga diventa un film

Dieci anni prima del film Netflix, Death Note approdava nelle sale nipponiche con il live action firmato Shusuke Kaneko.

Death Note The Movie, la recensione: il manga diventa un film
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Death Note è sicuramente uno dei manga più famosi degli ultimi anni. L'opera di Oba e Obata è stata non solo un successo di pubblico e di critica, ma ha anche acceso molte polemiche per i contenuti, per la sua violenza e la sua cattiveria. Nel 2006 il regista Shusuke Kaneko ha deciso di portare al cinema l'opera cambiandone alcuni aspetti e sperimentando nuove soluzioni. Quale sarà stato il risultato? Per essere chiari, non faremo riferimenti né confronti con il live action di Netflix, si tratta di un prodotto di altra natura e fattura. La storia è ormai conosciuta da tutti, proviamo in ogni caso a spiegarla molto brevemente. Light Yagami è uno studente universitario che, dopo la laurea, vorrebbe entrare in polizia spinto anche dall'esempio del padre, Soichiro. Un giorno, lo shinigami Ryuk fa cadere sulla Terra un Death Note, un quaderno della morte, con cui si può decidere il destino delle persone. Light, ovviamente, comincia una sua personale crociata contro i criminali e a favore della sua personale giustizia, mentre l'investigatore dell'Interpol L vota la sua vita ad arrestare Kira, l'alias sotto cui si cela lo stesso Light.

Licenze narrative giustificate

Partiamo da un presupposto: giudicare un'opera derivata da un'altra richiede sempre un confronto. Sarebbe insensato non farlo e, obiettivamente, viene naturale. Death Note di Kaneko è una trasposizione cinematografica buona ma non eccellente. Perché? Perché il ritmo del manga e dell'anime viene un po' smorzato dalla necessità di riempire due ore e lasciarsi aperta la porta del sequel. La prima parte di Death Note manga è piena di suspense, frenetica e quasi vibrante. Light e L non si conoscono e si rincorrono per un po' prima di arrivare all'incontro decisivo. La preparazione è lunga, ci sono indizi, colpi di scena e prove da raccogliere. L capisce come Kira sia nel Kanto, e Light idem. Nel film, invece, vengono tagliate molte parti per rimanere nei tempi prestabiliti dalla produzione, quindi L arriva facilmente alla conclusione mentre Light è praticamente un Kira fatto e finito, senza tutta la parte dell'ascesa presente nel manga. In più, Kaneko si assume la responsabilità, forse in accordo con gli autori forse no, di aggiungere un personaggio inedito che, in ogni caso, risulta necessario per il climax finale: Shiori. Dal punto di vista della storia, questo nuovo protagonista è perfetto per far risaltare il genio e la crudeltà di Light che, a volte, rimane un po' sullo sfondo in questo film. La cattiveria di Light risaltava molto di più nell'opera originale e, forse, nel film avrebbe meritato un'attenzione maggiore.

Rendere giustizia

Gli attori, invece, sono superlativi. Tatsuya Fujiwara è un Light Yagami perfetto che, in alcuni casi, è identico alla controparte fumettistica. Ken'ichi Matsuyama, invece, è l'L definitivo: ne imita le movenze, ne ricorda gli atteggiamenti e, soprattutto, non risulta mai forzato nel ruolo. Lo stesso vale per tutti gli altri: Shunji Fujimura come Watari, Takeshi Kaga come Soichiro Yagami e Asaka Seto nel ruolo di Naomi Misora. Gli shinigami, invece, sono un po' il punto debole del film. La CGI è molto scarsa e di pessima fattura con Ryuk e Rem che sembrano fatti di pongo o plastilina. Un peccato, ma il budget del film, dalle comparse agli ambienti, sembra molto risicato. In ogni caso, però, la resa generale dei protagonisti funziona e rende giustizia al manga di Oba e Obata senza snaturarne troppo temi, personaggi e contenuti.

Death Note - The Movie Sebbene il film funzioni nella sua interezza, l’unico vero neo è rappresentato dalla volontà di cambiare un po’ la formula e risultare scontati con un finale, però, che lascia l’amaro in bocca. Tutti si aspettavano il solito finale, che non diremo nel caso non abbiate mai letto il manga, visto l’anime o i film, mentre qui la partita a scacchi si protrae inevitabilmente verso un secondo capitolo obbligatorio. In effetti, chiudendo in un altro modo sarebbe stato necessario tagliare tante, forse troppe parti che nel manga sono necessarie e che sarebbe stato un peccato eliminare. Per il resto, uno dei migliori live action, basati su un manga, di sempre.

7

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